Intervista a Yair Auron, professore alla Open University e co-fondatore di Gariwo-Israele…(Gariwo 03.11.15)
Abbiamo intervistato Yair Auron, professore alla Open University e co-fondatore di Gariwo-Israele, sulle notizie che giungono da Israele e sulla prossima cerimonia del 4 novembre nel Giardino dei Giusti di Neve Shalom, dove si ricordano i turchi che salvarono gli armeni nel Metz Yeghern, gli armeni che salvarono gli ebrei nella Shoah e i palestinesi ed ebrei che hanno salvato persone del popolo nemico in Medio Oriente.
Che cosa ha portato lei, ebreo, a interessarsi della tragedia degli armeni?
Ho iniziato a studiare il genocidio armeno 25 anni fa, sulla base della mia lunga esperienza di studioso della Shoah. La cosa più importante per me adesso è l’educazione. Ho sviluppato dei corsi sui genocidi per le università di Israele, che purtroppo finora trattavano solo dell’Olocausto, e sono l’unico professore israeliano che insegna i genocidi.
Che cosa vuol dire ricordare oggi il genocidio armeno, nel suo centenario?
Noi dobbiamo ricordare ogni comportamento terribile dell’essere umano, perché se non ricordiamo le vittime, perderemo i nostri valori umani. Il genocidio purtroppo fa parte della vita umana, ma dobbiamo cercare di limitare questo fenomeno. Se non ci ricordiamo o neghiamo o non ammettiamo un genocidio, si prepara la strada per nuovi massacri.
Gli armeni si scontrano spesso con il negazionismo di Stato del governo turco. Perché questo fenomeno e come può essere contrastato?
La Turchia ha problemi con la memoria e anche con l’identità. Le politiche negazioniste sono iniziate ai tempi di Atatürk e purtroppo proseguono anche oggi. Io sono stato invitato a Istanbul a un convegno internazionale e l’ho detto apertamente: “Dovete riconoscere il genocidio armeno altrimenti non potrete essere una società veramente democratica”. Ogni società ha i suoi periodi neri, come ogni essere umano, ma bisogna affrontarli e ammettere i problemi.
Che differenza c’è tra cercare il riconoscimento del genocidio avvenuto ai danni del proprio popolo e cercare giustizia?
Invocare la giustizia senza riconoscere il genocidio è da ipocriti. Il riconoscimento è la base. Non è una questione tra i turchi e gli armeni, è una questione di tutta l’umanità. L’Italia riconosce il genocidio armeno?
Sì, lo riconosce con risoluzione della Camera dei deputati del 2000 e il premier Renzi il 24 aprile 2015 ha rilasciato una dichiarazione.
È un bene che ci sia stata una dichiarazione da parte del governo. Un riconoscimento solo parlamentare non è un pieno riconoscimento.
Comunque attualmente i Paesi che riconoscono il genocidio armeno sono solo 24 sui 190 che ci sono all’ONU. È un fallimento dell’umanità, e il messaggio che passa è che se uno è forte, se è in una situazione politica propizia, può commettere un genocidio. Nel mondo ci sono già troppi genocidi, migliaia se non milioni di persone vengono uccise ogni giorno. Continua