In un video l’esecuzione di massa di soldati armeni catturati da militari azeri (Corriere della Sera 02.10.22)
Un filmato diffuso sui social armeni mostra l’esecuzione di massa di militari disarmati nel Nagorno Karabak
DALLA NOSTRA INVIATA
KIEV — Un’esecuzione di massa di soldati armeni catturati da militari azeri nella regione contesa del Nagorno Karabak.
Il filmato diffuso sui social armeni è da leggere in un contesto di crescente tensione tra Baku, alleata di Erdogan, e Erevan che invoca l’intervento di Putin.
A metà settembre si sono registrati sanguinosi combattimenti alla frontiera tra Armenia e Azerbaigian, nei quali si stima che siano morte oltre 200 persone e che i due Stati si accusano a vicenda di aver provocato. Dopo gli attacchi azeri all’Armenia del 13 settembre, il presidente russo, Vladimir Putin, si è limitato a dichiarare che «qualsiasi conflitto tra stati a noi vicini ci preoccupa seriamente». Sebbene ciò sia in linea con le espressioni di «profonda preoccupazione» proferite dagli organismi internazionali, per gli armeni le sue parole e le sue azioni sono state decisamente insufficienti.
L’Armenia ha sottoscritto un patto difensivo bilaterale con la Russia ed è anche membro dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC), un’alleanza militare simile alla NATO tra sei stati post-sovietici, tra cui la Russia. L’articolo 4 del trattato OTSC stabilisce che un attacco a un membro sarà considerato un attacco a tutti e obbliga gli altri membri a fornire supporto militare. Per questa ragione, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato che il suo Paese si sarebbe ritirato dalla OTSC se la Russia non avesse adempiuto ai suoi obblighi come alleato accusando la controparte azera di aver violato le condizioni di tregua dopo la guerra del 2020.
A fronte del silenzio russo, gli Stati Uniti hanno mostrato un impegno senza precedenti nel conflitto tentando di mediare il cessate il fuoco.
In queste settimane il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha mantenuto i contatti con i leader dell’Azerbaigian e dell’Armenia nei giorni di tensione successivi all’armistizio e sempre Blinken ha organizzato il primo incontro tra i ministri degli Esteri dei due Paesi, meno di una settimana dopo lo scoppio dei combattimenti.
Altrettanto degna di nota è stata la visita a Erevan della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi – il terzo funzionario più alto in grado degli Stati Uniti – pochi giorni dopo gli scontri. Un coinvolgimento che ha indotto molti armeni e commentatori stranieri a sperare in un cambiamento storico nella politica estera dell’Armenia.
Alcuni si sono spinti a suggerire che l’Armenia dovrebbe aderire alla NATO e all’UE, rifiutando una volta per tutte l’alleanza con la Russia.