In memoria del genocidio armeno: l’onorificenza al merito a Pietro Kuciukian (Secolo Trentino 22.04.16)

«Per la sua opera instancabile a favore dei Giusti e a memoria del genocidio del popolo Armeno». Così recita l’epigrafe dell’onorificenza al merito della città di Arco che la Giunta comunale ha riconosciuto, nella seduta di martedì 19 aprile, a Pietro Kuciukian, nativo di Arco e oggi console onorario di Armenia. La cerimonia di consegna s’è svolta nella serata di giovedì 21 aprile a palazzo Marcabruni-Giuliani, nell’àmbito delle celebrazioni a memoria del genocidio armeno, presenti per l’Amministrazione comunale il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Stefano Miori e parte della Giunta, nonché la responsabile dell’Ufficio cultura Giancarla Tognoni.

Console_09Pietro Kuciukian (che alla cerimonia era accompagnato dalla moglie Anna Maria Samuelli), è medico chirurgo ed è nato ad Arco il 18 gennaio del 1940; oggi vive e lavora a Milano. Il padre venne in Italia da Istanbul nel 1915, durante il genocidio degli Armeni perpetrato dal governo dei Giovani Turchi. Come il padre prima di lui, ha studiato al collegio dei Mechitaristi di Venezia dove ha appreso la lingua armena. Dopo il terremoto in Armenia del 1988, si è recato nelle zone sinistrate ad aiutare i connazionali. Ha lavorato all’installazione di un ambulatorio medico a Spitak e di due scuole a Stepanavan (città della quale ha ricevuto la cittadinanza onoraria).

Console_10Ha pubblicato a Venezia nel 1991 i volumi “Terre dimenticate” e “Nel paese delle pietre urlanti”. Ha curato il volume di Raffaele Gianighian, un sopravvissuto al genocidio del 1915, “Khodorciur” (Venezia, 1992). Ha pubblicato nel 1994 “Le terre di Nairì. Viaggi in Armenia”, nel 1996 “Viaggio fra i cristiani d’oriente. Comunità armene in Siria e in Iran”, nel 1996 il catalogo bilingue “Armin T.Wegner e gli Armeni in Anatolia, 1915″. Ha tradotto in italiano gli scritti del Khatolicos armeno Karekin I “Identità della Chiesa armena”, edito a Bologna nel 1998. Il suo volume “Dispersi. Viaggio fra le comunità armene nel mondo” (Guerini, 1998) analizza nell’ultimo capitolo la problematica della memoria e dell’oblio anche in rapporto al genocidio ebraico (la seconda edizione è del 1999). Nel novembre del 2000 ha pubblicato il libro “Voci nel deserto. Giusti e testimoni per gli Armeni”, che raccoglie una serie di profili di giusti, la cui opera fu essenzialmente di testimonianza e di denuncia, tanto più importante se si pensa che fino ad oggi sul genocidio degli armeni continua a gravare il silenzio della Turchia. Con questo libro l’autore ha vinto il Premio S. Vidal a Venezia per il dialogo fra i popoli e le religioni.

Ha fondato, assieme a Gabriele Nissim, il Comitato Foresta dei Giusti “Gariwo” (con sede a Milano) che nel dicembre del 2000 ha promosso a Padova il convegno internazionale ”Si può sempre dire un sì o un no. I giusti contro i genocidi degli armeni e degli ebrei”, e nel dicembre del 2003 a Milano il convegno internazionale “I Giusti nel Gulag. Il valore della resistenza morale al totalitarismo sovietico”. Nel 2003 ha pubblicato “Giardino di tenebra, viaggio in Nagorno Karabagh” nel quale alterna impressioni di viaggio a storie di conflitti che si perdono nel tempo, a descrizioni di distruzioni e devastazioni, a incontri occasionali in luoghi dove la natura è incontaminata e la vita non risulta essere il bene più prezioso.

Console_06Nel gennaio del 2003 gli è stato conferito dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro per l’attività nella ricerca dei “Giusti per gli Armeni”. Gli è stata dedicata una targa, e un albero è stato piantato nel viale dei Giusti sul monte Stella di Milano.

Nel febbraio del 2007 è uscito, sempre per la collana armenistica di Guerini, il volume “La terza Armenia. Viaggio nel Caucaso post-sovietico”, itinerario nelle terre di frontiera del Giavakh, il sud della Georgia, regione tormentata da tensioni e conflitti latenti che serpeggiano nella difficile realtà dell’era post-sovietica. “Il viaggio di Kuciukian”, scrive Guido Olimpio nella prefazione, “suscita speranze ma anche inquietudini. Sembra scritto da qualche parte che gli armeni – o almeno una parte di loro – non debbano avere certezze”.

Con decreto del Ministero degli Affari Esteri del 16 marzo 2007 Pietro Kuciukian è stato nominato Console onorario della Repubblica di Armenia in Italia, titolare dell’ufficio consolare di Milano. Nel 2009 ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Spitak. E’ membro del consiglio internazionale dei probiviri che ogni anno assegna il Premio del Presidente dell’Armenia alla migliore opera riguardante il genocidio armeno. Il comitato “Gariwo, la foresta dei Giusti”, di cui è cofondatore con l’attuale presidente Gabriele Nissim, ha proposto all’Unione Europea di istituire una Giornata europea dei Giusti per tutti i genocidi, accettata dal Parlamento europeo e fissata per il 6 marzo di ogni anno.

Console_01Ha curato l’edizione italiana del volume “La tragedia di Sumgait, 1988.Un pogrom di Armeni nell’Unione Sovietica” di Samuel Shahmuradian, pubblicato nel 2012 dall’editore Guerini. Nel 2013 è stato tradotto in armeno da Lilit Melikian e Gaghik Baghdassarian il volume di Kuciukian “Dispersi” , pubblicato a Yerevan con il titolo “Sprvazner”.

La cerimonia s’è aperta con il salto del sindaco che ha letto la motivazione dell’onorificenza: «Pietro Kuciukian – ha letto Alessandro Betta – è persona straordinaria perché ha saputo trasformare una tragica esperienza di dolore e di esilio, propria di un intero popolo, nello stimolo a creare qualcosa di positivo, di esemplare. Pur avendo sperimentato, attraverso la storia della sua stessa famiglia, la brutalità del genocidio del 1915 e le conseguenze fatte di sradicamento e di diaspora, non si è limitato nella sua esperieza e nella sua azione, a parlare della tragedia o a rivendicare semplicemente i diritti calpestati nel corso della storia: egli è riuscito a trasformare questa terribile vicenda, che è la memoria collettiva di un intero popolo ed anche un esempio oggettivo di numerose tragedie del Novecento, in una occasione di crescita e di miglioramento, decidendo di parlare degli esempi positivi che all’interno di questa tragedia si possono contare. L’esperienza di Gariwo, il giardino dei Giusti, è la concretizzazione di un sentimento esemplare e rimarchevole di come sia necessario ed opportuno guardare al futuro, pur ricordando il passato. E che il futuro può trovare nel passato non solo l’esempio di che cosa evitare, ma anche storie bellissime e persone meraviglose che hanno saputo resistere, fare del bene, impegnarsi contro le ingiustizie e contro il terrore. L’azione intrapresa ha un duplice valore. Infatti, oltre che stimolo a possedere una coscienza civica e insegnamento di come sia possibile sempre opporsi al male e all’ingiustizia, la creazione di Gariwo e tutte le iniziative (letterarie e storiche) che documentano l’esistenza di queste straordinarie storie di persone Giuste, sono un atto di riconoscimento e di ringraziamento per coloro che si sono generosamente impegnati, a volte a costo della vita, e sempre correndo grandi rischi, nel far trionfare ciò che è giusto, ciò che è buono. L’onorificenza inoltre vuole celebrare il legame che Pietro Kuciukian ha mantenuto con Arco, sua città natale, nonostante la vita professionale e familiare lo abbia condotto a vivere lontano da qui; questo legame onora la città di Arco, che quindi desidera ricambiare il privilegio di essere luogo di origine di una personalità così insigne, attraverso la concessione di questa onorificenza».

Console_03«La città di Arco – ha proseguito il sindaco – intende esprimere gratitudine per l’affetto che Pietro Kuciukian ha sempre dimostrato per la sua terra natale, ma soprattutto intende lodare il suo operato instancabile per aver proposto, sia con la creazione di Gariwo, il Giardino dei Giusti, sia con i suoi scritti e le sue conferenze, una lettura della storia che rende merito alle persone che hanno agito secondo giustizia ed equità anche nei momenti più bui del passato, ed in particolare per l’opera di informazione relativa alla vicenda del genocidio degli Armeni del 1915, vissuto direttamente dalla sua famiglia. Particolarmente encomiabile, fra le numerose iniziative e attività svolte, quanto fatto a favore delle giovani generazioni e nelle scuole per insegnare che c’è sempre la possibilità di far valere la giustizia e la solidarietà umana».

Vai al sito

 

 


 

Arco, un albero per ricordare il genocidio degli Armeni (Corriere delle Alpi 22.04.16)