Il nodo di Gordio è diventato il nodo di Baku (Electomagazine 16.04.23)

È divertente assistere alle analisi sui cambiamenti geopolitici in atto. Cambiamenti radicali, certo. Ed è comprensibile che ci possano essere dubbi, perplessità ed incomprensioni. Ma ciò che è davvero assurdo, anche ridicolo, è l’atteggiamento di analisti, giornalisti e politici che “ordinano” ad altri Paesi come comportarsi per essere approvati dal “sistema globale”. Retaggio coloniale, probabilmente, unito alla convinzione che essersi trasformati in servi dell’imperialismo statunitense autorizzi a gestire il globo terracqueo.

 

Peccato che una simile impostazione mentale renda difficile comprendere ciò che sta succedendo e, soprattutto, ciò che potrà accadere. L’attenzione degli osservatori si è spostata ora sull’Azerbaijan. Il Corriere, riprendendo altri commenti di testate atlantiste europee, ha il terrore che Baku possa stracciare gli accordi raggiunti con la patetica Ursula von der Leyen relativi ad un forte incremento della fornitura di gas. E questo perché, pur di scippare un alleato storico a Mosca, l’Unione europea si è intromessa nello scontro tra Azerbaijan ed Armenia. Insomma, noi atlantisti facciamo ciò che vogliamo e voi azeri fate ciò che decidiamo noi.

Ma la situazione sul terreno è molto più complicata. Perché se l’Armenia si avvicina a Bruxelles, l’Azerbaijan per reazione tende a migliorare i rapporti con Mosca. Anche perché il grande protettore di Baku è il turco Erdogan che è riuscito a trovare un sistema di proficua collaborazione con Putin. Tutto chiaro? Per nulla. Perché Putin è strettamente legato all’Iran che è in contrasto con gli azeri. Ma non è finita. Perché la Turchia, che non ama Israele, in Azerbaijan si ritrova ad avere proprio Israele come partner.

Insomma, un vero e proprio guazzabuglio. Un nodo inestricabile. E in mancanza di un Alessandro Magno in grado di tagliare il nodo gordiano in modo netto e definitivo, servirebbe perlomeno qualcuno meno imbarazzante di Ursula, o meno arrogante e provocatorio di Stoltenberg.

Nel frattempo le prospettive per il prezzo del gas non sono favorevoli per i consumatori europei ed italiani, a partire dall’estate. Ma Crosetto vuole continuare a giocare con i soldatini in Ucraina..

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