Il Libano e suoi straordinari volontari (Affariitaliani 14.08.20)
Quando lo Stato non esiste più, una nuova forza in campo: i giovani.
Tutti noi, in seguito alla catastrofe che ha colpito il Libano, distruggendo più della metà di Beirut storica, siamo stati colpiti profondamente.
Il 4 agosto un’esplosione di 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio ha devastato il porto di Beirut e le zone limitrofe, compresi gli ospedali, distruggendone tre, danneggiandone due e mandando al collasso i restanti.
La tragedia, che ha ucciso oltre 150 persone e ferite 5000, ha sconvolto il mondo ed una città già provata dalla crisi economica e politica, oltre che dalla pandemia di Covid-19
“Siamo profondamente colpiti nel vedere il nostro Paese distrutto con tante vittime, distruzioni e lutti dappertutto. I libanesi hanno perso ogni speranza, molti come me hanno creduto in quel momento che il Paese dei Cedri fosse finito” scrive il giornalista e collega libanese Talas Khrais.
“Dopo qualche ore dal disastro però tutto è cambiato: migliaia di giovani sono entrati in azione muniti di una forte coscienza, di professionalità. Poche ore dopo la catastrofe sono entrati in campo. Questi ragazzi e ragazze hanno trasformato ogni luogo possibile, parrocchie, conventi e scuole, in centri di rifugio e assistenza per i superstiti delle esplosioni al porto di Beirut. Hanno creato falegnamerie per realizzare nuove porte e finestre. Hanno creato un Call Centre per l’emergenza, servito cibo, vestiti e medicine.”
Ogni giorno aumenta il numero dei volontari che offrono aiuti dopo la tragica esplosione. Cordate di giovani che operano in solidarietà con talento e cuore.
“Come primo passo i giovani volontari si sono organizzati per aiutare chi doveva rimuovere i tanti detriti per rendere di nuovo agibile la propria abitazione. Al tempo stesso hanno cominciato, grazie alla solidarietà dei cittadini, a distribuire alimenti alla popolazione locale.
Si! Migliaia di giovani in assenza dello Stato aiutano tutta la popolazione.
Numerosi i messaggi uniti ad appelli e richieste che arrivano dal Libano di cui riportiamo solo un esempio tra i tanti:
“Data l’enorme gravità della situazione in Libano, il grande numero delle vittime, 300.000 sfollati e 150 mila case distrutte, oltre il settore pubblico e privato, urge offrire un sostegno mirato. La catastrofe ha colpito il 98 per cento della popolazioni tra cristiani e armeni. Il danno non è arrivato a Kafarmatta. In campo diversi organizzazioni molto serie. Cosa fanno? Soccorrono i feriti, offrono un aiuto umanitario, riparano le case.m Urge in questo momento: Vetri, infissi, guarnizioni, legno, materiale elettrico, tinte. In secondo luogo sono urgenti generi alimentari. Tutto è distrutto, case, scuole, banche, sedi dei quotidiani. “
Il 95% della popolazione colpita è composto da armeni e cristiani. Il dato ufficiale.
Sono due le organizzazioni in prima linea schierate insieme ai giovani, che ricostruiscono, curano, ed hanno aperto delle mense creando diversi call center: la Armenian General Benevolent Union (AGBU) e la Al -Nawraj.
L’organizzazione non governativa Al-Nawraj è stata creata da Fouad Abou Nader (ex leader delle forze libanesi e poi leader del Freedom Front) durante gli scontri inter-musulmani del 7 maggio 2008 per impedire ai cristiani di confrontarsi e che vengono attaccati. Al-Nawraj aveva poi collaborato con l’esercito libanese. Ancora oggi, di fronte al pericolo jihadista, Al-Nawraj sta lavorando con l’esercito libanese per difendere i villaggi cristiani e proteggere i cristiani.
Con il supporto di chiese e patriarcati, Al-Nawraj mira anche allo sviluppo rurale e socio-economico dei villaggi cristiani libanesi preservando la presenza cristiana; e, il riavvicinamento tra libanesi, cristiani che possono unire sunniti, sciiti e drusi ai valori del cristianesimo che sono l’amore, il perdono, la carità e la speranza.
Nel 1920 fu creato il “Grande Libano” fondato sul principio di “Libertà e Libertà”. Da allora il Libano è stato l’unico paese del mondo arabo, il cui sistema politico era basato sulla democrazia e senza una religione di stato ufficiale. Il Libano rappresenta l’ultima risorsa e rifugio sicuro per tutte le minoranze e i cristiani che ancora vivono nei Paesi arabi.
I cristiani mirano a vivere in Libano con i loro partner in LIBERTA ‘, SICUREZZA, DIGNITA’ ed EQUALITÀ ‘.
Per informazioni https://www.nawraj.org/en/about-us
L’Armenian General Benevolent Union (AGBU) invece è la più grande organizzazione no-profit del mondo dedicata alla difesa del patrimonio armeno attraverso programmi educativi, culturali e umanitari. Ogni anno, AGBU si impegna a fare la differenza nella vita di 500.000 persone in Armenia, Nagorno-Karabakh e nella diaspora armena.
Attraverso la visione dei suoi leader e il generoso sostegno di donatori e membri devoti nel corso degli anni, AGBU ha svolto un ruolo significativo nel sostenere le tradizioni ei valori armeni adattandosi alle esigenze della comunità mondiale e alle esigenze dei tempi. Dal 1906, AGBU è rimasta fedele a un obiettivo generale: creare una base per la prosperità di tutti gli armeni.
AGBU attualmente opera con un budget annuale di oltre $ 45 milioni, reso possibile dai nostri innumerevoli benefattori. Con sede a New York City, AGBU ha una presenza attiva in 30 paesi e risponde alle esigenze degli armeni con programmi tradizionali e progressivi in tutto il mondo, da scuole, scout, campi e supporto per le arti a stage, apprendimento virtuale e reti di giovani professionisti.
Per informazioni: https://agbulebanon.org/
https://www.facebook.com/AgbuLebanon/
Anche Il centro culturale dei gesuiti a Firenze ed i gesuiti m, si sono messi subito in contatto con la comunità gesuita locale St. Gregory’s College: anch’essa è stata colpita, per fortuna senza vittime, ed è attiva nell’aiuto e nella gestione dell’emergenza.
Anche la Caritas Libano si è mossa da subito con la propria rete a sostegno delle migliaia di persone colpite e ai numerosi sfollati che non possono più rientrare nelle case distrutte. Nella ricerca dei dispersi. I giovani volontari di Caritas Libano hanno aiutato a rimuovere i tanti detriti per rendere di nuovo agibile la propria abitazione. Al tempo stesso stanno distribuendo alimenti alla popolazione locale.
“Sono stati riportati danni anche alla sede stessa della Caritas nazionale, situata a diversi chilometri di distanza dal luogo dell’esplosione” come riporta Agensir.
Per informazioni:
https://www.caritas.it/home_page/attivita_/00007356_Libano.html
Sono proprio i giovani ad aver dato la risposta ed un segnale di speranza innanzi ad una catastrofe che colpisce un Paese già piegato da una grave crisi economica e sociale acuitasi nell’ultimo anno che ha ridotto in povertà moltissime famiglie, con più di un quarto della popolazione che già viveva con meno di 5 dollari al giorno.