Il fascino dell’Armenia post-sovietica. Che non dimentica il passato (Repubblica.it 05.10.15)
Yerevan è memoria, è sforzo continuo per far riconoscere e non dimenticare. “I remember and demand” si legge in cartelloni viola che costeggiano le strade verso il centro della capitale armena. Gli imponenti e sobri palazzi sovietici della periferia e questi cartelloni realizzati per i cento anni del genocidio armeno sono le immagini che più rimangono impresse entrando in macchina in questa città che raccoglie un terzo della popolazione del paese. Sfilano le scritte, avvicinandosi a piazza della Repubblica: “19 1,5” ad indicare l’anniversario e insieme il numero delle vittime, un milione e mezzo; “The Armenians exist, the armenian question also exists”; il disegno di un fez con indicato l’anno “1915” e a fianco i baffi di Hitler e l’anno “1939”. Continua
Armenia, cuore dell’antichità (Repubblica.it 07.10.15)