Il card. Sandri a suore armene: non perdete la speranza (Vaticanews.it 04.06.18)
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
A conclusione del 170.mo anniversario di fondazione della Congregazione delle Suore Armene dell’Immacolata Concezione, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto ieri, nella solennità del Corpus Domini, la celebrazione eucaristica, presso la chiesa di San Nicola da Tolentino in Roma, che è annessa al Pontificio Collegio armeno. A concelebrare la Messa, animata dal Coro armeno delle giovani allieve della Scuola di Gyumri, anche mons. Krikor Coussa, vescovo armeno cattolico di Iskenderiya (Alessandria di Egitto) e mons. George Assadourian, vescovo ausiliare del Patriarca Gregorio Pietro XX.
Collaborare al dono di Dio per l’umanità
Nell’omelia il card. Sandri ha posto l’accento sui carismi della Congregazione, quali l’accoglienza e l’educazione, e sulla necessità che essa continui attraverso le opere a collaborare al dono di Dio per l’umanità. “In questi 170 anni – ha detto il porporato – troviamo anche delle pagine eroiche: penso in particolare alla grande risposta di carità che avete intrapreso circa cento anni fa, quando siete diventate come delle sorelle e della madri per le orfane rimaste prive dell’amore di una famiglia a causa dello scatenarsi della violenza di quello che chiamiamo Metz Yegern. Lo avete fatto con più di 400 ragazze a Costantinopoli prima, ma poi anche vicino a Roma, a Castelgandolfo, dove giunsero nel 1922 per volontà di Papa Pio XI e poi trasferite l’anno successivo a Torino su interessamento del Governo Italiano”.
Rinascere nella carità
Ponendo l’accento sulla storia della Congregazione, il card. Sandri ha aggiunto: “Siete rinate attraverso la carità concreta per i piccoli e i poveri voi che per prime avevate subito violenze: tutte le case di Istanbul erano state distrutte, 13 consorelle massacrate e 26 deportate. E così avete continuato a vivere. E anche nel tempo più vicino a noi, quando nel 1991 si riaprirono le porte dell’Armenia, siete andate e avete avviato le attività che io stesso ho visitato con gioia e molto apprezzato”
Perseverare anche oggi
Dalla storia – ha proseguito il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali – deve arrivare l’indicazione per l’oggi a perseverare, ad avere fede, a non perdere mai la speranza anche di fronte a situazioni che possono provocare scoraggiamento: “Il Signore stesso – ha affermato il cardinale – venga in soccorso di quella che a volte è anche una nostra mancanza di fede: ci aiuti a rimanere ben fondate sul dono della sua Carità, che nella Santa Eucarestia ha il suo vertice più alto, e a vivere una esistenza eucaristica attraverso le opere che abbiamo iniziato e quelle che potremo ancora intraprendere”.
Sinodo dei Vescovi sui giovani
In riferimento alle allieve della Scuola di Gyumri, che hanno animato con i loro canti la celebrazione eucaristica, il card. Sandri ha rivolto il pensiero al prossimo Sinodo dei Vescovi di ottobre, dedicato proprio ai giovani. “In questo anno dedicato loro dalla Chiesa, sappiano cercare la vera gioia conoscendo il Signore, sappiano apprezzare il dono della vera libertà che Lui solo ci garantisce, si interroghino sulla loro vocazione e il loro futuro perché anche grazie al loro contributo scompaiano le violenze, le guerre e le persecuzioni, e si avvicini la realizzazione della promessa di nuovi cieli e terra nuova”.
Chiese orientali: card. Sandri a suore armene, “rimanere fondate sulla carità” (SIR 04.06.18)
“Rimanere ben fondate sul dono della sua carità, che nella Santa Eucaristia ha il suo vertice più alto, e vivere una esistenza eucaristica attraverso le opere che abbiamo iniziato e quelle che potremo ancora intraprendere”. È l’esortazione che il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ha lanciato ieri durante la messa celebrata in occasione della conclusione del 170° anniversario della Fondazione della Congregazione delle Suore Armene dell’Immacolata Concezione, presso la chiesa di san Nicola da Tolentino a Roma, annessa al Pontificio Collegio Armeno. Nell’omelia il prefetto ha tratteggiato i momenti salienti della storia della Congregazione ricca anche di “pagine eroiche”. Il pensiero del cardinale è andato “alla grande risposta di carità che avete intrapreso circa cento anni fa, quando siete diventate come delle sorelle e della madri per le orfane rimaste prive dell’amore di una famiglia a causa dello scatenarsi della violenza di quello che chiamiamo Metz Yegern. Lo avete fatto con più di 400 ragazze a Costantinopoli prima, ma poi anche vicino a Roma, a Castelgandolfo, dove giunsero nel 1922 per volontà di Papa Pio XI e poi trasferite l’anno successivo a Torino su interessamento del Governo Italiano. Siete rinate attraverso la carità concreta per i piccoli e i poveri voi che per prime avevate subito violenze: tutte le case di Istanbul erano state distrutte, 13 consorelle massacrate e 26 deportate. E così avete continuato a vivere”. Questo percorso negli anni, ha aggiunto il porporato, “ci offre un’indicazione per l’oggi, quando potreste essere tentate di scoraggiamento o perdere la speranza per il futuro: quante saremo? Come faremo? Chi ci aiuterà? Il Signore stesso venga in soccorso di quella che a volte è anche una nostra mancanza di fede: ci aiuti a rimanere ben fondate sul dono della sua Carità, che nella Santa Eucarestia ha il suo vertice più alto, e vivere una esistenza eucaristica attraverso le opere che abbiamo iniziato e quelle che potremo ancora intraprendere”. Rivolgendosi poi al Coro delle giovani allieve della scuola di Gyumri (Armenia), che ha animato la messa, il card. Sandri ha ricordato il Sinodo per i giovani del prossimo ottobre: “Aiutate da tutti noi, in questo anno particolarmente dedicato loro dalla Chiesa attraverso il Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre, sappiano cercare la vera gioia conoscendo il Signore, sappiano apprezzare il dono della vera libertà che Lui solo ci garantisce, si interroghino sulla loro vocazione e il loro futuro perché anche grazie al loro contributo scompaiano le violenze, le guerre e le persecuzioni, e si avvicini la realizzazione della promessa di nuovi cieli e terra nuova”. La messa è stata concelebrata, tra gli altri, da mons. Krikor Coussa, vescovo armeno cattolici di Iskenderiya (Alessandria di Egitto), da mons. George Assadourian, vescovo ausiliare del Patriarca Gregorio Pietro XX.