I vescovi armeno cattolici: preoccupati per la Terra Santa e il Nagorno Karabakh (VaticaNews 05.03.24)
Vatican News
“Fatali sorti” si legge nel comunicato finale e l’espressione racconta bene la “profonda preoccupazione” nutrita per le conseguenze che la crisi mediorientale potrebbe causare. Dopo i giorni del Sinodo armeno cattolico, celebrato a Roma tra il 26 e il 29 febbraio scorsi, i vescovi hanno emesso una nota affermando di aver lavorato per offrire “risposte concrete e unitarie alle sfide” generate dalla crisi in Terra Santa.
Le decisioni per la diaspora
Il comunicato elenca anche la serie di provvedimenti adottati nel corso della riunione sinodale, a partire dall’impulso per il settore della formazione, “includendo e coinvolgendo” nel processo “soprattutto anche i fedeli laici” per ravvivare assieme a loro “la Chiesa Armena Cattolica e le sue istituzioni”. Tra le altre decisioni figura quella riguardante la diaspora, che mira a creare all’interno dei Paesi dove vi siano comunità armene delle “adeguate strutture ecclesiastiche e giuridiche, per meglio venire incontro” alle loro “esigenze spirituali ed educative”. E qui la nota riferisce dell’elezione dei pastori e dei responsabili di queste nuove strutture, “alcuni hanno già ricevuto il consenso da parte della Santa Sede”, mentre per altri è in corso il processo di approvazione”.
Altri punti esprimono la gioia per l’udienza del Patriarcato armeno cattolico con il Papa nei giorni dei lavori a Roma e per la solennità del 27 febbraio, quando molti fedeli armeni e non solo hanno preso parte alle celebrazioni per San Gregorio di Narek. La prossima riunione, conclude la nota, è stata fissata dal 7 all’11 ottobre 2025.