I legni risuonano all’Olimpico: il rosso e il nero „I legni risuonano all’Olimpico: il rosso e il nero“ (Vicenzatoday 13.06.19)
L’Olimpico è un suono e ieri sera Sonig Tchertian violino e Mario Brunello violoncello hanno fatto un bellissimo concerto proprio facendo risuonare i loro strumenti con la cassa armonica formata dal legno della scena di Scamozzi
E’ il suono profondo del legno di cinquescento anni fa che ci accoglie al teatro Olimpico per il concerto di Brunello e Sonig Tchakerian.
Il violoncello di Brunello, che ha aperto la serata, viene da quegli abeti delle nostre Alpi con cui da secoli si costruiscono strumenti unici per la purezza del suono. E il suono si è amplificato meravigliosamente nella cassa di risonanza lignea della scena scamozziana del Teatro Olimpico.
E’ inevitabile sentire l’eco degli alberi ascoltando Brunello, il suo cello che entra nelle zone d’ombra, che canta il bosco, gli spiragli di luce che si fanno breccia tra le foglie, le altezze dei pini centenari, i colori delle rocce, la vivacità dei piccoli fiori, il verde morbido del muschio. Per tornare poi con Bach al nero vortice dell’abisso.
Parlano la delicatezza del suo archetto e la velocità delle dita con voce profonda.
Sono il rosso e il nero i protagonisti della serata fatta di antiche culture contrapposte: l’Armenia andata perduta, finita inglobata nell’impero turco e la Francia che è l’anima di un Europa che ha perso la sua identità di coscienza del mondo.
Sonig arriva a piedi nudi, drappeggiata di rosso e il suo violino ci porta in altri territori.
E’ il fuoco che arde, la fiamma che si innalza, si acquieta per ripartire più veloce, è energia, è calore.
Il suono del suo violino è deciso, preciso, impellente. La personalità complessa, rivela emozioni profonde quando si lascia andare come durante il Ravel.
Una grande interpretazione e il numeroso pubblico lo sente e le tributa calorosi applausi.
Sonig Tchakerian è di origine armena, vive l’infanzia ad Aleppo, dove inizia a suonare il violino con il padre, appassionato musicista. Trasferita in Italia si diploma a 16 anni, massimo dei voti e lode con Giovanni Guglielmo e si perfeziona con Salvatore Accardo, dal 2009 è titolare del corso di violino presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Assieme al marito, il direttore d’orchestra Giovanni Battista Rigon, ha fondato le “Settimane Musicali” al Teatro Olimpico di Vicenza.
Suona un violino magnifico di Gennaro Gagliano, costruito a Napoli nel 1760 ed è tra i pochi volinisti capaci di eseguire dal vivo l’integrale dei Capricci di Paganini.
Mario Brunello in nero classico emana l’imperturbabilità del tempo
Mario Brunello è nato a Castelfranco, diplomato al conservatorio di Padova, nel 1986 vince, primo e unico italiano, il prestigioso Concorso Ciajkovskij di Mosca. E’ diventato uno dei massimi violoncellisti viventi. Si esibisce diretto dalle bacchette più importanti e con orchestre prestigiose, portando il suo prezioso Maggini del Seicento ovunque nel mondo.
Per il musicista trevigiano lo strumento, custodito nella inconfondibile custodia rossa, è un compagno di viaggio con cui andare alla scoperta di nuovi suoni dal Sahara al Monte Fuji, l’Himalaya e soprattutto le predilette Dolomiti. Qui è diventato l’icona dei «Suoni delle Dolomiti» portando Bach e un numero sempre maggiore di musicisti e spettatori tra rifugi d’alta quota, sotto guglie di roccia e alle falde dei ghiacciai.
Il suo grande amore per Arte Sella, un progetto di arte contemporanea nei boschi del Trentino, che il musicista segue con passione da anni, sulle cui opere si è abbattuto l’uragano lo scorso autunno, lo vede ora tra i promotori della ricostruzione.
La sua sensibilità lo porta ad appoggiare sempre le nobili cause.
Il programma
Sonig Tchakerian non rinuncia ad una firma armena nemmeno in questa edizione del festival. Nella serata di ieri “In cammino dall’Ararat a Parigi” ha scelto: la Partita del turco Saygun per violoncello solo, Sonata Monologo dell’armeno Kaciaturian per violino solo, per finire in un magnifico abbraccio musicale e umano con il duo di Ravel per violino e violoncello.
La chiusura è stupenda: Tchakerian e Brunello suonano in contemporanea lei l’Ave Maria di Schubert e lui Bach Cello Suite No.1 una sorpresa che ha lasciato incantati gli spettatori.
E uno scroscio fragoroso di applausi finali ha decretato il successo della scelta inconsueta.
Il prossimo e ultimo appuntamento delle Settimane Musicali dell’Olimpico
Il Sestetto
Domenica 16 giugno ore 18.30
Odeo del Teatro Olimpico
Conversazione con Giovanni Bietti
Le sue lezioni sono molto interessanti portano a conoscere profondamente un’opera, un autore.
Domenica 16 giugno ore 19.30
Serata conclusiva del Festival con uno straordinario repertorio, due celeberrimi sestetti: ‘Souvenir de Florence’ di Tchaikovsky, omaggio del compositore all’Italia e a Firenze, meta di suoi frequenti soggiorni, e ‘Verklärte Nach’ di Schoenberg, unico poema sinfonico concepito per la musica da camera, scritto sulla straordinaria poesia di Dehmel tratta dalla raccolta ‘Weib und Welt’.
Sonig Tchakerian violino
Damiano Barreto violino
Alfredo Zamarra viola
Alessandro Acqui viola
Silvia Chiesa violoncello
Ludovica Rana violoncello
Maria Luisa Zaltron voce recitante
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