Gli indiani d’Armenia (Osservatorio Balcani e Caucaso 30.12.19)
l numero di stranieri che immigrano in Armenia per lavoro è in costante crescita. Tra questi anche cittadini indiani. Migliaia sono arrivati nel paese nei primi nove mesi del 2019
Dipika Guhil ha 43 anni. La sua famiglia è immigrata in Armenia un anno fa dallo stato indiano del Gujarat. Suo marito è dipendente di un’azienda privata ed ha un buon stipendio. Lei si dispiace solo di non riuscire ancora a parlare armeno. “In patria lavoravo come insegnante di inglese. Non sono ancora in grado di fare l’insegnante interagendo in armeno: per comunicare con gli studenti è fondamentale sapere l’armeno, una volta che imparerò bene la lingua, mi saprò adattare bene. L’Armenia è un paese sicuro. Ed è questo che mi attrae”.
La famiglia di Guhil è arrivata in Armenia grazie ad alcuni provvedimenti del governo armeno del novembre 2017 che hanno facilitato l’ottenimento di visti di ingresso e di conseguenza favorito il flusso migratorio dall’India verso l’Armenia.
Grazie a questo regime di visti semplificato sono in molti ora che decidono di trasferirsi in Armenia per mantenere la propria famiglia. Per ora questi immigrati si muovono non singolarmente ma in gruppi, spesso appoggiandosi a compatrioti già residenti nel paese.
Spesso si occupano di professioni che non richiedono la conoscenza dell’armeno.
Chaman Kumar, 33 anni, è arrivato in Armenia un anno fa. Lavora nel ristornate di un compatriota. È un cuoco. Come il resto dello staff che lavora in cucina conosce solo l’hindi. Con l’aiuto di un traduttore, ci parla delle condizioni di lavoro: 10 ore al giorno, riposo per 2-3 giorni al mese, circa 550 dollari di salario, metà dei quali li spende per cibo e alloggio ed il resto lo spedisce alla propria famiglia.
Rahul, 25 anni, ha invece difficoltà a trovare un posto fisso. Non è contento della scelta fatta e si lamenta di chi lo ha convinto a trasferirsi in Armenia. “Nella mia città natale (Rahul non vuole fornire informazioni personali) guadagnavo al massimo due dollari al giorno. Un mio amico mi ha convinto del fatto che se mi fossi trasferito in Armenia avrei guadagnato almeno 15 dollari al giorno, e che 5 ne avrei spesi per vitto e alloggio ed i restanti 10 li avrei risparmiati. Ho calcolato che così potevo inviare ogni mese a mia moglie ed al mio bambino di due anni in India almeno 250 dollari. Così avrebbero potuto vivere bene e mi sarei potuto poi col tempo sistemare in Armenia facendo arrivare anche loro qui. Ma qui mi sono reso conto che la promessa di un lavoro stabile non era vera”.
Rahul attualmente lavora in un autolavaggio a Yerevan, per 8 dollari al giorno. Il suo amico continua a promettergli che presto troverà un lavoro stabile. “Non so nemmeno perché mi ha detto queste bugie e mi ha spinto a partire. Il problema è che non posso aspettare per sempre. Presto il mio permesso di soggiorno temporaneo scadrà”.
Il permesso di soggiorno temporaneo in Armenia è garantito per un anno, mentre quello permanente per cinque. In testa tra i paesi di provenienza di chi è in possesso di un permesso di soggiorno c’è l’India. Dal 2017 al 2018 sono raddoppiati i cittadini indiani residenti in Armenia e sono stati 1907. Il 98% di questi hanno permessi di soggiorno temporanei .
“Sono in possesso solo di un permesso di soggiorno temporaneo. Scadrà tra due mesi e devo fare in modo assolutamente che venga rinnovato perché non ho né i soldi per tornare indietro e neppure, in India, un posto dove stare”, dichiara Priyansh (nome di invenzione), arrivato in Armenia con l’inganno. Salendo sull’aereo Priyansh era convinto infatti di recarsi in Albania, ma è atterrato in Armenia. “Ho venduto la mia casa in India ed ho consegnato la maggior parte dei soldi ad un intermediario che mi avrebbe portato in Europa, mi avrebbe aiutato a suo dire ad imparare la lingua ed a trovare lavoro… quando sono arrivato non sapevo nemmeno l’Armenia esistesse”.
Priyansh attualmente lavora nel settore agricolo. Dice che nonostante sia stato vittima di un inganno non si lamenta per come le cose stanno andando: ha un lavoro stabile, anche se non un salario molto alto, ma non è di certo affamato e non deve dormire all’aperto. Purtroppo non è ancora nelle condizioni di risparmiare parte del salario.
Priyansh non è l’unica vittima di frodi.
Nei primi mesi del 2019 il quotidiano indiano “Hindustan times” ha pubblicato un articolo dal titolo “Non hanno mangiato nulla per 5 giorni”. Vi si raccontava la storia di alcuni cittadini indiani in Armenia che, in grande difficoltà, avevano postato un video in internet dove denunciavano di non aver mangiato nulla da 5 giorni e che il loro proprietario di casa minacciava di spedirli per strada. Nel video i cittadini indiani si appellavano ai parlamentari indiani affinché prendessero provvedimenti nei confronti delle agenzie di viaggio truffaldine.
Altri media indiani hanno sottolineato che nonostante i cittadini indiani siano arrivati in Armenia grazie ad un visto temporaneo per lavoro, una volta giunti nel paese, si trovavano disoccupati.
Nei giorni successivi l’Ambasciata indiana in Armenia ha reso noto via Twitter che i 4 cittadini indiani che erano in indigenza dopo essere stati frodati da un’agenzia di viaggio indiana erano stati rimpatriati. La questione è stata affrontata anche dal governatore del Punjub Amarinder Singh che ha dato mandato alla polizia locale di indagare la questione e si è arrivati all’incriminazione di 5 persone, di cui 2 sono state poi arrestate.
Per contribuire ad evitare frodi gli indiani residenti in Armenia stanno creando vari gruppi sui social media, grazie ai quali condividono il loro vissuto e tentano di aiutare i compatrioti.