Giacomo Gorrini, un vogherese “giusto” per il popolo armeno (Laprovinciapavese 31.10.18)
Tra le personalità più illustri che riposano al cimitero monumentale di Voghera c’è Giacomo Gorrini, diplomatico che all’inizio del Novecento si battè in difesa della popolazione armena, oggetto del genocidio perpetrato dall’Impero Ottomano.
Nato a Molino dei Torti nel 1859, fu console a Trebisonda (la turca Trabzon) tra il 1911 e il 1915, periodo durante il quale assistette all’inizio dei massacri di cui fu vittima la minoranza cattolica armena. Dopo aver più volte cercato di attirare l’attenzione internazionale sulla questione armena, Gorrini fu costretto a una fuga precipitosa e avventurosa attraverso il Mar Nero (ben descritta in «Voci nel deserto», il libro di Pietro Kuciukian, anima dell’Unione armena d’Italia) quando l’Italia scese ufficialmente in guerra contro gli Imperi Centrali (Germania e Austria Ungheria), alleati del governo di Ankara. Al rientro in patria il suo impegno a favore della popolazione armena continuò: oltre ad aver rilasciato un’intervista al quotidiano «Messaggero», Gorrini si adoperò in prima persona per far espatriare numerosi perseguitati e fu poi ambasciatore italiano nell’effimero stato autonomo armeno, sorto nel 1918 e diventato una repubblica sovietica nel 1920. Considerato il fondatore dell’archivio diplomatico del ministero degli Affari Esteri, l’ex console di Trebisonda è stato insignito post-mortem nel 2001 del titolo di «Giusto degli armeni» in segno di riconoscenza per il suo impegno di denuncia del genocidio (riconosciuto dall’Onu solo nel 1985) e a favore della libertà di quel popolo oppresso. In sua memoria, di fronteal museo storico Beccari di Voghera è stato piantato un albero di ulivo. —