Genocidio armeno, Trump fa bloccare da un senatore la mozione per non irritare Erdogan (Ilmattino 06.12.19)
Città del Vaticano – Pur di non mettere a repentaglio i buoni rapporti con la Turchia e non irritare Erdogan, il presidente Trump ha praticamente imposto a un senatore (Kevin Cramer, eletto nel Nord Dakota) di bloccare la mozione che era stata approvata il mese scorso al Congresso per il riconoscimento del genocidio degli armeni, il primo genocidio del XX secolo avvenuto nel 1915 sotto l’impero ottomano e costato la vita a 1 milione e mezzo di cristiani, sterminati attraverso un atto pianificato del governo di allora.
Sono decenni che la numerosa comunità armena presente negli Usa fa pressioni sulla Casa Bianca perchè anche gli Stati Uniti riconoscano la verità storica di quei fatti, così come hanno fatto tanti parlamenti nel mondo (anche quello italiano).
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L’obiezione di un solo senatore, nel sistema americano, è capace di frenare l’iter della mozione che richiede l’unanimità totale. Il senatore Cramer ha spiegato ai giornalisti che ha dovuto ascoltare le pressioni della Casa Bianca dopo l’incontro avuto da Trump con il presidente turco Erdogan durante il summit della Nato, per non irritarlo.
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La Turchia continua a mantenere un atteggiamento fortemente negazionista sui fatti storici avvenuti nel 1915, esercitando fortissime pressioni su tutti i governi del mondo che osano mettere in discussione questa linea.
Il negazionismo turco è iniziato nel 1923 con la firma del Trattato di Losanna quando, con la complicità di tutte le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale, decisero di cancellare definitivamente la causa armena da ogni prospettiva storica e politica. Da allora fino ad oggi il silenzio turco è stato costante ed è la conclusione di quell’accordo diplomatico nonostante all’interno della società turca ci siano ampi settori accademici che con grande coraggio e fatica cercano di fare affiorare il tema della memoria convidisa.
In passato diversi giornalisti turchi sono stati uccisi o sono finiti in galera per avere perlato pubblicamente di genocidio, visto che in Turchia esiste ancora un articolo nel codice penale che punisce coloro che pronunciano la parola genocidio, attentando così all’unità del paese.
Persino Papa Francesco – che ha riconosciuto apertamente il genocidio armeno durante una messa solenne a San Pietro nel 2015 a ricordo di 1,5 milioni di vittime – quando visitò la Turchia – l’anno prima – fu costretto a sottostare al sostanziale ricatto del presidente Erdogan di non parlare mai pubblicamente dei fatti armeni durante il viaggio.
Il Parlamento italiano ha approvato la mozione sul riconoscimento del genocidio armeno quest’anno.