Genocidio armeno, respinti i ricorsi contro il monumento (Tio.ch 18.02.19)
GINEVRA – Gli abitanti della zona del parco Trembley a Ginevra non possono opporsi all’installazione del monumento commemorativo del genocidio armeno “Les Réverbères de la mémoire” (i riflessi della memoria): lo ha deciso il Tribunale federale (TF), che ha negato alle persone in questione il diritto di ricorrere.
Con la sentenza pubblicata oggi potrebbe essere posta la parola fine a una vicenda che si trascina da oltre dieci anni: la città aveva infatti approvato già nel 2008 l’erezione del monumento, opera del 50enne artista francese di origine armena Mélik Ohanian e costituito da alti lampioni a cui sono appese delle ampolle a forma di lacrima.
In un primo tempo l’autorità aveva manifestato l’intenzione di collocare la struttura nella città vecchia, ma vi erano stati problemi di natura archeologica. Si era poi pensato a un’area vicina al Palazzo delle Nazioni Unite, dove già si trova una statua del Mahatma Gandhi: ma questa scelta – invisa alla Turchia – era stata disapprovata anche dalle autorità federali, che temeva per la neutralità della Ginevra internazionale.
La città ha quindi optato per il parco Trembley, un giardino pubblico nel quartiere di Petit-Saconnex. La giustizia aveva dato il via libera nel marzo 2018, non riconoscendo ai ricorsi l’effetto sospensivo. L’opera è così stata inaugurata nell’aprile dello stesso anno.
Alcuni abitanti della zona hanno però chiamato in causa il Tribunale federale, sostenendo che con l’installazione del monumento il parco sarebbe potuto diventare un luogo di manifestazioni e di tensioni fra la comunità turca e quella armena.
Nella sua sentenza, la corte di Losanna ricorda che “i vicini hanno il diritto di presentare ricorso quando sono interessati con certezza o almeno con sufficiente probabilità dagli inconvenienti che una decisione può causare”. Nel caso in questione secondo i giudici questa condizione non è soddisfatta. “I ricorrenti non spiegano chiaramente in che cosa consistano i disturbi che temono, né in che modo sarebbero colpiti in modo particolare e più intenso rispetto al resto delle altre persone”.
Per il TF i tribunali ginevrini non hanno perciò arbitrariamente negato la capacità di ricorso. La corte ha quindi condannato i ricorrenti a pagare le spese giudiziarie di 3000 franchi e a risarcire la città con 3000 franchi per gli oneri legali.