Genocidio armeno, la Ue cancella link al tour dopo le critiche di Ankara (Corriere della Sera 24.04.16)
Si chiama progetto musicale Aghet il nuovo motivo del contendere tra la libertà di espressione, considerata sacra in Europa e la sensibilità turca, soprattutto quella del suo presidente Recep Tayyip Erdogan. Il progetto dedicato al genocidio armeno dall’Orchestra Sinfonica di Dresda ha infastidito Ankara che ha chiesto alla Commissione Europea di ritirare i finanziamenti. L’agenzia per l’educazione e la cultura della Commissione non ha assecondato la protesta ma, come segno di buona volontà, ha rimosso il link al progetto presente sul suo sito web.
La notizia è stata data dall’agenzia Dpa e dal sito on line di Der Spiegel. Il manager dell’orchestra Markus Rindt ha parlato di “attacco alla libertà di espressione”. “Vogliono che nessuno sappia cosa è accaduto 100 anni fa – ha aggiunto Rindt -, Questo è inaccettabile. E’ il segnale che il governo turco vuole interferire nella nostra arte e cultura”. Il riferimento è al caso, che ha destato grande clamore in Germania e in Europa, del comico Ian Boehmermann denunciato per diffamazione e insulti da Erdogan a causa di una trasmissione andata in onda sulla tv pubblica. Venerdì 16 aprile la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva autorizzato la sua incriminazione ed era stata accusata di cedere al ricatto di Ankara per via dell’accordo sui rifugiati.
Da Bruxelles la Commissione Europea ha confermato di aver rimosso il link dal sito perché “preoccupata dalla scelta delle parole” ma la portavoce ha assicurato che un nuovo link sarà presto disponibile. La Commissione Europea finanzia Aghet. con 200mila euro e “l’erogazione della somma non è in discussione”.
Il progetto è stato lanciato nel novembre del 2015 con una prima a Berlino ed è dedicato alle deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916 che causarono tra 800mila e 1,5 milioni di morti. La Turchia si rifiuta di riconoscere il termine “genocidio”.
Ad Aghet partecipano musicisti turchi, armeni e tedeschi proprio per dare il senso di una riconciliazione. I prossimi concerti avranno luogo nei prossimi mesi a Belgrado, Yerevan e Istanbul.