Genocidio Armeno, botta e risposta tra il deputato della Mozione unitaria in Parlamento e la Turchia (Ilmessaggero 30.04.20)
Città del Vaticano – «Negli archivi della Santa Sede sono custoditi i carteggi degli anni compresi tra il 1915 e il 1920 e proprio in questi 8 volumi di recente pubblicazione, sono documentati i momenti più bui e tristi del genocidio degli Armeni. Sarà un piacere poterglieli far avere proprio per continuare il confronto e l’opera di ricostruzione dei fatti. Nel 2023, a 100 dalla firma del Trattato di Losanna, il suo Governo avrà una grande opportunità quella di ridare dignità alla Sua storia, riconoscendone legittimane gli errori affinché come lei afferma “il ricordo delle vittime possa essere commemorato senza discriminazioni“». E’ questo l’invito che Giulio Centemero – il deputato leghista che nel 2019 ha guidato in Parlamento la mozione unitaria e bypartisan sul riconoscimento del genocidio armeno – ha rivolto al governo di Ankara. Il confronto ha avuto inizio con una lettera che Centemero ha ricevuto dall’ambasciatore in cui sostanzialmente si negava uno sterminio in quelle proporzioni lamentando «l’assenza di un dibattito accademico e un consenso legale» su questo tema.
Il negazionismo sul genocidio a livello internazionale di fatto è iniziato nel 1923, quando con il Trattato di Losanna – siglato dopo la prima guerra mondiale – fu messa la pietra tombale alla questione armena da parte di tutte le nazioni europee.
Il Parlamento italiano aveva già riconosciuto il genocidio nel novembre del 2000, ma da allora mancava ancora il risconoscimento dell’esecutivo. Per sollecitarlo era stata presentata una mozione a prima firma Paolo Formentini (Lega) e Centemero che ebbe l’approvazione di tutti i partiti tranne, almeno nella presentazione del testo, di Forza Italia.
Centemero afferma che è oggi doveroso « stigmatizzare fatti che non accettano un contraddittorio, anche se questi trovano un riscontro evidente nella realtà, e come il negazionismo debba essere condannato in ogni sua forma».
«Un paese moderno, come quello che Lei rappresenta – scrive – ha una grande opportunità, quella di rivendicare la sua idea di progresso e rispetto delle diversità, proprio partendo dalla constatazione e ammissione di quanto accaduto durante il genocidio del popolo armeno. Così come ha fatto la Germania, il mio stesso paese e tutte nazioni che si sono macchiate di efferati crimini contro i propri simili».