Genocidio armeno, alla Corte di Strasburgo la prima causa per chiedere i risarcimenti alla Turchia (Il Messaggero 06.12.16)
di Franca Giansoldati
Città del Vaticano La Corte europea per i diritti umani dovrà pronunciarsi sulla prima azione legale intrapresa dagli armeni contro la Turchia per il genocidio del 1915. L’agenzia vaticana Fides ha reso noto che il Catholicos armeno, Aram I, a giorni, sottoporrà alla Corte Europea di Strasburgo la richiesta di restituzione delle antiche proprietà appartenute del catholicosato armeno. Si tratta di diversi palazzi, chiese e immensi terreni situati nella antica città di Sis, in territorio turco. La richiesta giuridica approda a Strasburgo dopo che la Corte Costituzionale turca ha rigettato l’istanza e, dunque, la possibilità di risolvere il contenzioso patrimoniale all’interno del sistema giuridico turco. Ankara continua ad avere una posizione totalmente negazionista non riconoscendo il genocidio nella sua estensione così come il piano di confisca dei beni appartenuti alla minoranza armena che fu mandata al macello, per un totale di un milione e mezzo di vittime.
Due anni fa il Catholicos armeno Aram I aveva iniziato l’iter giuridico della prima azione legale che sia mai stata tentata, depositando nei tribunali turchi la petizione. “La Turchia deve sempre ricordare che l’Armenia non smetterà mai di combattere per i suoi diritti e far fronte alle ingiustizie”.
“Questa è la prima azione legale – ha rimarcato il Catholicos – presa contro la Turchia dopo il Genocidio armeno del 1915, è il risultato di lunghe e serie discussioni, studi e consultazioni, ed è basata sulle disposizioni giuridiche internazionali, comprese le decisioni del Trattato di Losanna del 1923, riguardanti le minoranze che vivono entro i confini della Repubblica turca”.
La causa legale non è stata presa in considerazione né dal Ministero della Giustizia turco né dalla Corte costituzionale turca. Ambedue le istituzioni non hanno riconosciuto alcuna base giuridica alla causa. Sis, antica capitale del Regno armeno di Cilicia, corrisponde all’attuale città turca di Kozan.
Due settimana fa Aram I – in visita a Roma – era stato ricevuto da Papa Francesco con il quale aveva avuto lunghi colloqui.
Lo scorso giugno Papa Francesco ha visitato l’Armenia denunciando ancora una volta il genocidio, frutto di un piano studiato a tavolino all’epoca dell’impero ottomano che si è completato tra il 1915 e il 1917. In quel periodo sono state deportate e mandate alla morte un milione e mezzo di persone, donne, bambini, anziani, attraverso marce forzate nel deserto senza viveri e senza acqua. Il piano prevedeva anche l’incameramento dei beni e dei possedimenti delle vittime armene. ” Quella tragedia, quel genocidio, inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli. E’ tanto triste che, sia in questa come nelle altre, le grandi potenze internazionali guardarono da un’altra parte” ha detto Papa Francesco in Armenia dopo avere reso omaggio al memoriale delle vittime del Grande Male.
Due anni fa il Catholicos armeno Aram I aveva iniziato l’iter giuridico della prima azione legale che sia mai stata tentata, depositando nei tribunali turchi la petizione. “La Turchia deve sempre ricordare che l’Armenia non smetterà mai di combattere per i suoi diritti e far fronte alle ingiustizie”.
“Questa è la prima azione legale – ha rimarcato il Catholicos – presa contro la Turchia dopo il Genocidio armeno del 1915, è il risultato di lunghe e serie discussioni, studi e consultazioni, ed è basata sulle disposizioni giuridiche internazionali, comprese le decisioni del Trattato di Losanna del 1923, riguardanti le minoranze che vivono entro i confini della Repubblica turca”.
La causa legale non è stata presa in considerazione né dal Ministero della Giustizia turco né dalla Corte costituzionale turca. Ambedue le istituzioni non hanno riconosciuto alcuna base giuridica alla causa. Sis, antica capitale del Regno armeno di Cilicia, corrisponde all’attuale città turca di Kozan.
Due settimana fa Aram I – in visita a Roma – era stato ricevuto da Papa Francesco con il quale aveva avuto lunghi colloqui.
Lo scorso giugno Papa Francesco ha visitato l’Armenia denunciando ancora una volta il genocidio, frutto di un piano studiato a tavolino all’epoca dell’impero ottomano che si è completato tra il 1915 e il 1917. In quel periodo sono state deportate e mandate alla morte un milione e mezzo di persone, donne, bambini, anziani, attraverso marce forzate nel deserto senza viveri e senza acqua. Il piano prevedeva anche l’incameramento dei beni e dei possedimenti delle vittime armene. ” Quella tragedia, quel genocidio, inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli. E’ tanto triste che, sia in questa come nelle altre, le grandi potenze internazionali guardarono da un’altra parte” ha detto Papa Francesco in Armenia dopo avere reso omaggio al memoriale delle vittime del Grande Male.