FOCUS ASIA Crisi Lachin, le parole di L’Oeuvre d’Orient (AciStampa 29.04.23)
…….Il 27 aprile si è celebrato l’anniversario dello Yetz Megernh, il Grande Male, ovvero il genocidio armeno che portò allo sterminio di un popolo. Ma da quasi 140 giorni c’è il rischio della ripetzione di eventi simili, dato che il corridoio di Lachin, unica via d’accesso tra il Nagorno Karabakh / Artsakh e la capitale dell’Armenia Yerevan, è bloccato da attivisti ecologici che si dice siano legati al governo azerbaijano. Da parte sua, il governo azerbaijano nega un coinvolgimento e lamenta l’esagerazione delle accuse armene.
Di fatto, però, la situazione è drammatica, tanto che l’Oeuvre d’Orient, che si occupa da 170 anni dei cristiani in 20 Paesi, ha denunciato che “con il blocco nel corriodio di Lachin il genocidio armeno continua”.
“Dal 12 di dicembre – si legge ancora nella comunicazione – l’Azerbajgian ha dispiegato un blocco armato nel corridoio di Latchine, l’unica via che collega il Nagorno all’Armenia, unica fonte di approvvigionamento di cibo, medicine ed energia e dove c’è una situazione di carenza di beni di prima necessità (cibo, prodotti per l’igiene, medicine, carburante ed elettricità). Oggi, 20.000 studenti non frequentano più la scuola in Nagorno-Karabakh e 860 imprese locali hanno sospeso le loro attività economiche. I 120.000 armeni che vivono nella regione stanno soffrendo grandi difficoltà”.
L’associazione francese arriva a sottolineare che il governo di Baku “dimostra uno spirito non dissimile da quello degli autori del genocidio armeno del 1915. Con questo blocco, l’Azerbaigian intende svuotare l’intera popolazione armena del Nagorno-Karabakh, soffocandola”.
La questione del corridoio di Lachin è stata affrontata anche da Papa Francesco nei suoi appelli dopo l’Angelus, mentre il 19 gennaio 2023, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle conseguenze umanitarie del blocco chiedendo all’Azerbaigian di aprire immediatamente il corridoio”.
Il blocco del corridoio è una delle conseguenze del conflitto del 2020, che si è concluso con una pace dolorosa per l’Armenia, costretta a cedere il controllo di diversi territori e a lasciare isolate alcune delle grandi vestigia storiche della presenza armena nella regione. Da tempo, si parla di un “genocidio culturale” in atto nella storica terra dell’Artsakh….