Firenze: Festival Religioni. Incontro tra il segretario di Stato Vaticano e Patriarca Armeni (Askanews 27.04.19)
Roma, 27 apr. (askanews) – Si avvicina la chiusura del Millenario di San Miniato, entra nel vivo il Festival delle Religioni con uno dei suoi appuntamenti più attesi: l’incontro, aperto dal saluto del Sindaco di Firenze, Dario Nardella, è entrato nel vivo con l’intervento di Padre Bernardo M. Gianni, abate di San Miniato: “Il Millenario oggi si conclude con un auspicio che in questi giorni di Festival trova la sua realizzazione più importante e feconda. Abbiamo tutta la chiesa e tutte le chiese presenti in questo luogo santo consacrato alla memoria del primo martire di Firenze, Miniato, giunto da lontano oriente, dall’Armenia, per bagnare col suo sangue la terra nobilissima di Firenze”.
L’intervento del Patriarca Armeno è stato preceduto dall’introduzione di Francesca Campana Comparini, ideatrice del Festival delle Religioni, che ha ricordato la tematica del “tempo”, centrale in questi tre giorni di evento: “Stiamo fuori dal tempo, per starci meglio dentro. Teniamo un piede nella civitas hominis e un piede nella civitas dei per alimentarla, per renderla più creativa, più ricca. Usciamo dal tempo – come questa basilica, costruita sul monte, lontana dalle vie della città – ripristiniamo quella distanza che ci permette di essere più prossimi, per non correre il rischio, come ricordava Hannah Arendt, di cascarci addosso.”
L’intervento di Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, ha dedicato il suo intervento al tema della fede e al ruolo delle chiese cristiane nella società e nella storia.
Il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin che nel suo lungo intervento ha avuto modo di affrontare varie tematiche – dal dialogo tra chiese, alle difficoltà della Chiesa di oggi, oltre ad una profonda riflessione sul valore della preghiera, al termine dell’incontro ha voluto soffermarsi sull’importanza dell’incontro ecumenico: “Credo che nel mondo di oggi, lacerato da tanti conflitti e da tante tensioni, i cristiani – ancor prima di parlare del dialogo interreligioso – prima di tutto devono essere fattore di unità, e per diventare elemento di unità all’interno della società devono cercare primariamente l’unione tra di loro. Che è poi la preghiera più ardente di Gesù nel Cenacolo, “che tutti siano uno”, pur nelle loro differenze, come spesso ricorda il Papa. L’unità non è uniformità ma mettere insieme le proprie differenze e farle convergere in un arricchimento comune”.
L’incontro – su proposta di Padre Bernardo Gianni – si è concluso con un “fuori programma”: al termine degli interventi, dopo un minuto di silenzio e raccoglimento, la delegazione guidata da Karekin II ha intonato un canto in lingua armena, rivolta all’altare della Basilica. Un inno a cui ha fatto eco il “Regina Coeli” armonizzato dalle voci dei monaci benedettini di San Miniato.
Card. Parolin: oggi i cristiani nel mondo sono perseguitati
Daria Arduini – Firenze
L’obiettivo del Festival è parlare di religione e degli influssi che ha nella società, coinvolgendo atei e credenti, laici e religiosi. Appuntamento centrale di questa quarta edizione della manifestazione: l’incontro ecumenico tra il Segretario di Stato vaticano il card. Pietro Parolin, e il patriarca Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni. La Chiesa apostolica armena deriva da una delle prime comunità cristiane ed è tra le più antiche del mondo: le prima testimonianze dell’avvento del cristianesimo in Armenia, risalgono infatti al I secolo, ad opera degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. Un incontro quindi, che ha racchiuso due millenni di storia, di tradizione e di comunione. E il luogo di San Miniato non è stato affatto casuale: il nome della splendida basilica fiorentina prende infatti nome dal protomartire Miniato, un re proveniente dall’Armenia, che fu ucciso a Firenze dall’imperatore Decio in epoca di persecuzione cristiana, nella metà del III secolo.
La chiusura della Porta Santa di san Miniato
Questo pomeriggio, la chiusura ufficiale del Millennio di san Miniato al Monte quando il card. Parolin presiederà la celebrazione liturgica ed alla chiusura della Porta Santa. La porta della basilica era stata ‘aperta’ il 27 aprile del 2018 dall’arcivescovo di Firenze, il card. Betori, ed aveva aperto le celebrazioni ed i festeggiamenti per i mille anni dell’abbazia benedettina.
Al termine dell’intensa mattinata, il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, riprende le tematiche di questa IV edizione del Festival delle religioni di Firenze
C’è ancora tempo per la fede nella società contemporanea?
R. – Direi che c’è ancora più necessità della fede nella società contemporanea, proprio perché c’è il rischio che l’uomo si perda, come questa accentuazione forte della dimensione antropologica: quando è chiusa la trascendenza rischia di portare l’uomo al fallimento e tante grida di allarme che provengono da varie parti dicono proprio questo. Quindi la fede è proprio salvezza, la fede salva l’uomo nella sua dimensione integrale.
L’incontro tra fedi diverse oggi sembra sempre più difficile, perché?
R. – Sì, ma non credo, perché l’incontro tra fedi diverse è in atto da molto tempo, c’è tutto un dialogo interreligioso che cerca di avvicinare le fedi e di farle collaborare in tanti progetti che possono essere di utilità comune, di servizio al bene comune. E forse, la difficoltà, nasce nel momento in cui ci sono questi fondamentalismi… La sconfitta della fede, della vera religione, impedisce alle fedi di dialogare ma quando c’è una ricerca sincera del bene di tutti e di ciascuno, credo che le fedi possano incontrare tanti punti comuni, soprattutto pratici.
Si può parlare del nuovo martirio dei cristiani?
R. – Credo di sì, oggi i cristiani sono perseguitati in tante parti del mondo. Io penso sempre al Vangelo e a Gesù che ha descritto fin dall’inizio la condizione dei suoi discepoli come una condizione di persecuzione e di rifiuto da parte del mondo.
Lei stasera chiuderà la porta santa di san Miniato, che cosa resta di questa esperienza millenaria?
R. – Resta la grande tradizione monastica, per tornare alla prima domanda che mi ha fatto, come ricerca di Dio ma ricerca di Dio per la salvaguardia dell’uomo. I monaci sono stati anche dei grandi maestri e dei grandi artefici di civiltà, hanno saputo costruire autentiche civiltà proprio a partire da questo radicamento in Dio. Questo resta.
L’Europa è in crisi perché gli europei hanno smarrito il senso religioso?
R. – Certamente la perdita del senso religioso, la perdita del riferimento a Dio è una delle caratteristiche della nostra società. Per noi questa è una delle cause anche della crisi europea, della crisi dell’Europa, proprio perché quelli che dovrebbero essere i valori fondanti sono stati poi i valori di ispirazione cristiana. Quando viene a mancare Dio, cadono anche questi valori ed allora ecco la crisi.
RELIGIONI: A SAN MINIATO STORICO INCONTRO FRA PATRIARCA ARMENO E SEGRETARIO DI STATO VATICANO
FIRENZE – Lo hanno definito storico, l’incontro nella Basilica di San Miniato, fra il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, e Karekin II, patriarca supremo degli Armeni. L’appuntamento ecumenico è avvenuto oggi, 27 aprile, durante il Festival delle Religioni, diretto da Francesca Campana Comparini. La scelta del luogo di San Miniato non è affatto casuale: la splendida basilica fiorentina prende infatti nome dal protomartire Miniato, un re proveniente dall’Armenia che fu ucciso a Firenze dall’imperatore Decio in epoca di persecuzione cristiana, nella metà del III secolo.
La Chiesa Apostolica Armena deriva da una delle prime comunità cristiane ed è tra le più antiche Chiese del mondo: le prime testimonianze dell’avvento del cristianesimo in Armenia risalgono infatti al I secolo, ad opera degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. L’intervento di Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni,è partito proprio da quelle origini per soffermarsi poi sul tema della fede e sul ruolo delle chiese cristiane nella società e nella storia. Nel suo discorso, il patriarca degli Armeni ha sostenuto che oggi «la Chiesa cristiana nella sua missione dovrebbe necessariamente statuire l’unico esempio della relazione tra fede e verità nella società, relazione che è confermata dal credere nel proprio cuore, conferita dalle opere della vita virtuosa e dando frutto con il miglioramento della vita quotidiana e del risveglio spirituale di milioni di persone».
La sfida di essere testimoni di fede nel mondo
E’ entrato nel vivo il Festival delle Religioni con la chiusura del Millenario di San Miniato. Interventi del Patriarca Armeno e del cardinale Parolin
FIRENZE — Si avvicina la chiusura del Millenario di San Miniato, entra nel vivo il Festival delle Religioni con uno dei suoi appuntamenti più attesi: l’incontro è entrato nel vivo con l’intervento di Padre Bernardo M. Gianni, abate di San Miniato: “Il Millenario oggi si conclude con un auspicio che in questi giorni di Festival trova la sua realizzazione più importante e feconda. Abbiamo tutta la chiesa e tutte le chiese presenti in questo luogo santo consacrato alla memoria del primo martire di Firenze, Miniato, giunto da lontano oriente, dall’Armenia, per bagnare col suo sangue la terra nobilissima di Firenze”.
L’intervento del Patriarca Armeno è stato preceduto dall’introduzione di Francesca Campana Comparini, ideatrice del Festival delle Religioni, che ha ricordato la tematica del “tempo”, centrale in questi tre giorni di evento: “Stiamo fuori dal tempo, per starci meglio dentro. Teniamo un piede nella civitas hominis e un piede nella civitas dei per alimentarla, per renderla più creativa, più ricca. Usciamo dal tempo – come questa basilica, costruita sul monte, lontana dalle vie della città – ripristiniamo quella distanza che ci permette di essere più prossimi, per non correre il rischio, come ricordava Hannah Arendt, di cascarci addosso.”
L’intervento di Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, ha dedicato il suo intervento al tema della fede e al ruolo delle chiese cristiane nella società e nella storia.
Il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinal Pietro Parolin che nel suo lungo intervento ha avuto modo di affrontare varie tematiche – dal dialogo tra chiese, alle difficoltà della Chiesa di oggi, oltre ad una profonda riflessione sul valore della preghiera, al termine dell’incontro ha voluto soffermarsi sull’importanza dell’incontro ecumenico: “Credo che nel mondo di oggi, lacerato da tanti conflitti e da tante tensioni, i cristiani – ancor prima di parlare del dialogo interreligioso – prima di tutto devono essere fattore di unità, e per diventare elemento di unità all’interno della società devono cercare primariamente l’unione tra di loro. Che è poi la preghiera più ardente di Gesù nel Cenacolo, “che tutti siano uno”, pur nelle loro differenze, come spesso ricorda il Papa. L’unità non è uniformità ma mettere insieme le proprie differenze e farle convergere in un arricchimento comune”.
L’incontro – su proposta di Padre Bernardo Gianni – si è concluso con un “fuori programma”: al termine degli interventi, dopo un minuto di silenzio e raccoglimento, la delegazione guidata da Karekin II ha intonato un canto in lingua armena, rivolta all’altare della Basilica. Un inno a cui ha fatto eco il “Regina Coeli” armonizzato dalle voci dei monaci benedettini di San Miniato.