Fino al 17.VII.2016 Claudio Gobbi, Arménie Vill eFondazione Fotografia, Modena (Exibart 18.07.16)
È un percorso iniziato nel 2007 quello di Claudio Gobbi, classe 1971, che a Parigi nel corso di una residenza presso la Cité Internationale del Arts concepisce un progetto che raccolga e racconti l’architettura sacra armena, non a caso in quell’anno in Francia si celebra l’Anno dell’Armenia.
Sono tutte immagini di chiese armene che Gobbi scatta in vari angoli di mondo e non solo. L’indagine si compone di scatti ritrovati sul web, in archivi francesi, tedeschi, georgiani, armeni e lavori commissionati ad altri artisti, testimonianze visive raccolte in sette anni. Il materiale d’archivio e fotografico proviene da epoche differenti, il progetto di Gobbi non si cura della profondità temporale, anzi ne abbatte il limes al fine di voler rendere evidente come l’architettura armena sia rimasta fedele ad uno stesso stile per oltre 1500 anni. Gli edifici immortalati si compongono nella medesima e semplice maniera: una struttura compatta e lineare, sulla quale svetta centralmente una cupola (gmbet), simbolo della volta celeste.
Se non fosse per le didascalie le centoventi immagini scattate dall’artista parrebbero raccolte in anni e in luoghi geografici non troppo distanti tra loro. I paesi attraversati, invece, sono oltre venticinque, dall’Armenia al Caucaso, dall’Europa alla Russia e le immagini ricoprono un arco temporale che va dall’Alto Medioevo ad oggi. Paesaggi e tempo cambiano ma l’edificio sembra non rispondere alla caducità e ai cambiamenti della storia, rimanendo fedele a se stesso e temporalmente immobile.
Armenia: la storia di un popolo migrante ed in costante tensione, ostacolato da una sfavorevole posizione geografica ad alto rischio di isolamento politico ed economico ed incerti confini culturali, l’eterna divisione tra Oriente ed Occidente che trova un punto d’unione in un edificio di culto, divenendo una certezza fisica riscontrabile in più luoghi.
Armenie ville si presenta come il terzo capitolo di una trilogia, i cui primi due capitoli erano Persistence e Within, rispettivamente sui teatri e sui giardini alla giapponese, entrambi volti alla ricerca di identità culturali diffuse sul territorio europeo, anche se il progetto in mostra alla Fondazione Fotografia di Modena vuole anche essere una riflessione sullo stato attuale della fotografia.
Le fotografie di piccolo formato si combinano uniformemente sulla parete bianca come un mappamondo senza date o altri riferimenti, è un percorso attraverso spazio e tempo ma contemporaneamente è questa una ricerca sospesa nel tempo, che Gobbi racconta con foto e reperti archivistici e in uno splendido libro d’artista.