Erdogan sfida gli Usa: “Riconosceremo genocidio la strage dei nativi” (Ilgionrale 18.12.19)
Il presidente turco Erdogan ha di recente annunciato la sua ritorsione verso gli Usa dopo che il Congresso di Washington ha definito “genocidio” il massacro degli armeni: riconoscere a sua volta come “genocidio” la strage degli indiani d’America.
La contromisura del leader dell’Akp è stata da lui annunciata durante un’intervista all’emittente turca filogovernativa A Haber, subito rilanciata da The Independent e dal portale web News.am.
Nel suo intervento, Erdogan, riporta quest’ultimo organo di informazione, ha innanzitutto rigettato le accuse di negazionismo lanciategli finora dall’occidente, affermando di avere messo a disposizione degli storici di tutto il mondo i documenti degli archivi nazionali turchi relativi al periodo in cui si sarebbe verificato il “genocidio armeno”.
Il presidente ha infatti affermato: “Abbiamo messo a disposizione degli studiosi più di un milione di documenti sui fatti del 1915; vengano qui e li studino”.
L’esponente dell’Akp ha in seguito rimarcato, riferisce il giornale inglese, la propria irritazione per la risoluzione del parlamento statunitense sul“genocidio armeno” minacciando il via-libera, da parte dell’assemblea legislativa di Ankara, a una misura simbolica che rinfacci a Washington le sue altrettanto gravi responsabilità storiche: “Noi dovremmo opporci alla risoluzione del Congresso mediante un provvedimento analogo votato dal nostro parlamento. E questo è proprio ciò che faremo”.
Egli ha quindi fatto riferimento alla tragedia dei nativi americani, sterminati prima dai coloni europei e successivamente dal governo degli Stati Uniti:“Come si può parlare dell’America e tralasciare la questione indiana? Il massacro dei nativi è una pagina vergognosa della storia di quel Paese”.
La mossa di Erdogan di equiparare a un genocidio la strage degli indiani d’America è stata preceduta, precisa The Independent, dalle dichiarazioni di tono analogo della deputata Usa di origini somale Ilhan Omar. La parlamentare musulmana aveva infatti nei giorni scorsi criticato la risoluzione del Congresso sugli armeni, affermando che anche alcuni controversi aspetti della storia a stelle e strisce, come appunto la questione indiana e lo sfruttamento degli schiavi africani, andrebbero condannati con uguale forza dalle istituzioni di Washington.