Ecumenismo, a Vienna una conferenza internazionale sui cristiani perseguitati (Lastampa 13.02.18)
I cristiani perseguitati, uccisi, rapiti, feriti in Medio Oriente, in particolare in Siria. Si stringe la cooperazione ecumenica delle Chiese per venire incontro alle esigenze concrete della popolazione e alle attese di pace. Su questa “priorità” si è centrato ieri il secondo anniversario dell’incontro avvenuto a L’Avana tra il Patriarca Kirill e Papa Francesco, commemorato a Vienna con una conferenza internazionale dedicata alla situazione dei cristiani in Medio Oriente. Il forum – riferisce il Sir -, svolto presso l’arcivescovado, è stato organizzato con la partecipazione dell’arcidiocesi cattolica d’Austria, in collaborazione con il Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, il Ministero della Cultura della Federazione Russa e l’ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica d’Austria.
Ad aprire la conferenza il saluto dell’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, seguito dall’intervento del metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, che ha presentato un rapporto sulla situazione dei cristiani perseguitati, su quanto la loro sofferenza stia a cuore del patriarca Kirill e sulle attività della Chiesa ortodossa russa, volte a sostenere i fratelli e le sorelle del Medio Oriente.
Nell’ambito dell’attuazione dei piani programmati all’Avana, è stato compilato un catalogo illustrato, che comprende 30 tra chiese, monasteri e cimiteri cristiani in Siria, il cui restauro può iniziare il più presto possibile. La questione del ripristino della vita normale in Siria, ha detto Hilarion, «è oggi per il Patriarcato di Mosca una direzione prioritaria della cooperazione interconfessionale». Ed è di solo pochi giorni fa, la visita di un Gruppo di lavoro interreligioso in Siria e Libano. A Damasco e nella valle della Bekaa, con la diretta partecipazione di leader spirituali locali, sono state consegnate 77 tonnellate di aiuti umanitari ai siriani più in difficoltà. 3mila set di cibo con farina, cereali, burro, zucchero, carne e pesce in scatola, pasta, dolci e pappe per bambini.
Secondo il resoconto che il Patriarcato di Mosca ha stilato dell’incontro, anche il cardinale Kurt Koch ha informato i partecipanti delle attività umanitarie della Chiesa cattolica in Medio Oriente, in particolare in Siria e in Iraq, dedicando gran parte della sua relazione alla comprensione del fenomeno del martirio cristiano.
Tra i momenti più forti, la testimonianza del vescovo di Damasco Armash Nalbandian, primate armeno, che ha parlato della situazione dei cristiani in Siria. Il 60% dei cristiani locali ha perso le loro case, solo nella comunità armena della Siria 200 persone sono state uccise, 450 ferite, 120 rapite, migliaia di case distrutte, 70 chiese distrutte, oltre 50 edifici cristiani danneggiati, ha riferito il presule. E ha concluso esortando le Chiese cristiane a promuovere iniziative per salvare la presenza cristiana in Medio Oriente, anche attraverso la preghiera, esprimendo gratitudine per la solidarietà dimostrata dagli ortodossi e dai cattolici.