È stata ripristinata la fornitura di gas all’Artsakh. Al momento il Corridoio di Berdzor (Lachin) rimane ancora bloccato (Korazym 16.12.22)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.12.2022 – Vik van Brantegem] – La fornitura di gas alla Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh in precedenza tagliata dall’Azerbajgian è stata ripristinata. Gli Azeri avevano interrotto la fornitura di gas agli Armeni dell’Artsakh il 13 dicembre 2022, un giorno dopo aver bloccato il Corridoio di Berdzor (Lachin). Al momento è confermato ancora il blocco dell’autostrada Stepanakert-Goris e l’Artsakh rimane isolato dall’Armenia e dal resto del mondo. Si attendono sviluppi in giornata.
Alle ore 03.00 del 17 dicembre 2022 (ora di Stepanakert, 00.00 ora di Roma) l’autostrada Stepanakert-Goris continua a essere bloccata dall’Azerbajgian, secondo i media azeri.
Alle ore 16.30 (ora di Stepanakert, 13.30 ora di Roma) l’autostrada Stepanakert-Goris continua a essere bloccata dall’Azerbajgian, riferisce l’InfoCenter dell’Artsakh.
I Ministeri della Difesa dell’Armenia e dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh respingono le accuse dell’Azerbajgian di aver aperto il fuoco. “Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian continua a diffondere disinformazione. Le unità delle forze armate dell’Armenia non hanno aperto il fuoco contro le posizioni azere dispiegate nelle direzioni est e nord-est del confine armeno-azerbajgiano alle ore 12.00 -13.50″, ha affermato il Ministero della Difesa dell’Armenia. Anche il Ministero della Difesa dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh ha dichiarato che le accuse azere secondo cui l’esercito di difesa dell’Artsakh ha aperto il fuoco intorno alle ore 13.05 di oggi 16 dicembre contro le posizioni azere è disinformazione.
Il Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Arayik Harutyunyan, ha rilasciato una dichiarazione, commentando la situazione creatasi nei giorni scorsi:
«Cari compatrioti,
sono già passati cinque giorni da quando l’Azerbajgian sta tenendo in blocco totale i 120.000 abitanti dell’Artsakh con un’agenda “emotiva” e accattivante, condita con finti pretesti ambientali, mettendo così gli Armeni dell’Artsakh di fronte a un disastro umanitario. Tuttavia, come possiamo vedere, il popolo dell’Artsakh non si inginocchia e supera con onore i processi in corso, incompatibili con il XXI secolo e quasi inimmaginabili per le persone civili, così come le difficoltà, le sofferenze e le conseguenze umanitarie che ne derivano.
A questo proposito, a nome del popolo della Repubblica di Artsakh, dichiaro:
Il popolo dell’Artsakh è sostenitore della pace, della stabilità e delle relazioni di buon vicinato tra i popoli della regione.
Il popolo dell’Artsakh è aperto alla discussione di qualsiasi questione e problema, al libero dialogo, è disposto a costruire e anticipare relazioni costruttive formate sulla base del reciproco rispetto dei diritti.
Consideriamo inaccettabile l’uso della coercizione, la dimostrazione e l’uso della forza e chiediamo il rifiuto definitivo dell’idea di spopolare l’Artsakh, che è stata la ragione dell’inizio della lotta di liberazione dell’Artsakh ed è parte integrante della politica statale dell’Azerbajgian. Solo allora sarà apprezzata la volontà di raggiungere la pace, e la pace sarà sincera, reale e tangibile.
Il popolo dell’Artsakh ha adottato la decisione di resistere all’invasione dei propri diritti e di sopportare con dignità la privazione fisica che ci è stata inflitta, neutralizzando così tutti i possibili tentativi di imporre concessioni e condizioni che vincolano il processo decisionale a Madre Armenia.
Esprimiamo la nostra gratitudine alla Repubblica d’Armenia e ai nostri connazionali della diaspora, che in questi giorni stanno denunciando e informando la comunità internazionale del crimine commesso contro i cittadini della Repubblica di Artsakh, avviando processi legali, semplicemente incoraggiando e dando forza al popolo dell’Artsakh.
Esprimiamo la nostra gratitudine al contingente di mantenimento della pace russo per essere rimasto fedele alla sua missione. Le forze di pace sono da giorni al fianco del popolo dell’Artsakh con fermezza e risolutezza, senza rendere omaggio a provocazioni, insulti dimostrativi e atteggiamenti sprezzanti. Apprezziamo molto i passi consapevoli compiuti dalle forze di pace per alleviare i problemi umanitari del nostro popolo, continueremo la nostra lotta e non saremo mai uno strumento per fare pressione sulla Federazione Russa o danneggiarne la reputazione, perché siamo sicuri che la Federazione Russa ha la volontà irrevocabile di risolvere i problemi diplomaticamente e attraverso il dialogo».
Il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha ricevuto il Capo dei Servizi Segreti della Gran Bretagna, Richard Moore. Gli interlocutori hanno discusso questioni relative ai processi in atto nella regione del Caucaso meridionale. Sono stati inoltre toccati argomenti relativi alla sicurezza regionale e internazionale.
Il governo della Repubblica dell’Artsakh riferisce che il Presidente, Arayik Harutyunyan, ha convocato oggi un’ampia consultazione di lavoro con la partecipazione dei rappresentanti dei partiti politici rappresentati nell’Assemblea Nazionale della Repubblica dell’Artsakh. Si è discusso della situazione politico-militare intorno alla Repubblica dell’Artsakh e della situazione creatasi nel Paese a seguito del blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin), e dei passi per superarlo. All’incontro hanno partecipato Vitaly Balasanyan, Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh, e Ruben Vardanyan, Ministro di Stato, Capo dello staff operativo.
Leggere articoli di media azeri (in generale, non solo sul blocco del Corridoio) è esilarante, ma per comprenderne il senso serve una “traduzione”. Da tener presente, che non sono testi giornalistici ma veline dell’agitprop di Baku, Ecco, questo è di oggi, con la “traduzione” di alcuni parti, anche se alla fine diventa ripetitivo e non fa più ridere: «Le formazioni armene illegali nel Karabakh dell’Azerbaigian [il governo democraticamente eletto della autoproclamata Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh] continuano a diffondere informazioni false [se lo dicono loro che sono false, maestri di menzogne e propaganda, deve essere vero]. Ruben Vardanyan, che si autodefinisce “Ministro di Stato del Karabakh” [nominato in questa funzione dal Presidente dell’Artsakh] e i suoi subordinati [i ministri del governo dell’Artsakh] continuano a diffondere notizie false [quindi informazioni veri]. Vardanyan e il suo team hanno interrotto la fornitura di gas alla popolazione armena in Karabakh [hahahahaha]. Questo non andava affatto bene con la gente e Vardanyan fu costretto a riprendere la fornitura di gas [hahahahaha]. Successivamente, Vardanyan ha rilasciato una dichiarazione ridicola [quindi, sarà vera], affermando che “la parte azera aveva precedentemente interrotto la fornitura di gas, e poi l’ha riaccesa incondizionatamente”. Va notato che l’interruzione della fornitura di gas sul territorio in cui sono temporaneamente di stanza le forze di pace russe [il territorio della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh] non ha nulla a che fare con l’Azerbajgian [vale come ammissione di colpa], e gli Armeni che vivono in Karabakh diventano ancora una volta strumenti nelle mani di tali “vardaniani” [rispecchio le condizioni degli Azeri che vivono in Azerbajgian nelle mani del regime del dittatore Aliyev].
Secondo i media azeri il Corridoio di Berdzor (Lachin) non sarebbe bloccato, perché «i veicoli di rifornimento delle forze di pace russe sono recentemente passati senza problemi lungo la strada di Lachin [l’autostrada Stepanakert-Goris]. Questo fatto dimostra che la strada di Lachin non è bloccata dai manifestanti pacifici dell’Azerbajgian, contrariamente a quanto l’Armenia sta cercando di far passare. In precedenza, i media armeni avevano diffuso notizie false secondo cui gli Azeri avrebbero bloccato la strada di Lachin e non avrebbero lasciato passare i veicoli di rifornimento». Ecco, leggere per credere.
Intanto, le tende del blocco, che questa mattina venivano rimosse (e che ha fatto credere che la strada sarebbe stata riaperta), sono state sostituite con tende più comode, secondo i dimostranti.
Un terremoto di magnitudine 3,9 ha colpito l’Azerbajgian questa notte alle 23.04 ora locale, riferisce il Centro di gestione delle crisi del Ministero dell’Emergenza della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. Il terremoto è stato registrato 27 km a sud-est della città di Imishli (131 km a est di Stepanakert, capitale di Artsakh). L’intensità della scossa ha raggiunto magnitudine 5 all’epicentro. La scossa è stata avvertita a Stepanakert.
La fornitura di gas dall’Armenia alla Repubblica dell’Artsakh è stata ripristinata questa mattina, tre giorni dopo essere stata interrotta dall’Azerbajgian, riferisce l’InfoCenter dell’Artsakh. Artsakhgas informa che al momento sono in corso opportuni lavori preparatori con i partner armeni per garantire l’approvvigionamento di gas. Il gas dovrebbe raggiungere i consumatori a Stepanakert e nelle regioni più tardi oggi. Artsakhgas esorta i consumatori a stare attenti e osservare le norme di sicurezza.
La questione dell’installazione di un posto di blocco doganale dell’Azerbajgian nel Corridoio di Berdzor (Lachin) è fuori questione per l’Artsakh, perché le forze di pace russe stanno già implementando tali funzioni di controllo, ha detto ai giornalisti il Ministro degli Esteri della Respubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Davit Babayan. “Inoltre, in conformità con la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, non può esistere nulla del genere. Non sarebbe un posto di blocco doganale per l’Artsakh, ma un punto di controllo per essere condotti in prigione, perché prenderanno tutti. Non credo che ci sarà alcuna ritirata su questo punto, è impossibile. Quel posto di blocco violerebbe gravemente l’essenza dell’accordo. L’accordo del 9 novembre 2020 è difficile, ma deve essere rigorosamente rispettato”, ha affermato Babayan.
Ieri abbiamo riferito [QUI], che gli attivisti azeri bloccano dal 12 dicembre bloccano il Corridoio di Bendzor (Lachin) all’altezza di Shushi (la seconda città di grandezza della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh occupata dall’Azerbajgian l’8 novembre 2020, penultimo giorno della seconda guerra del Nagorno-Karabakh) vicino alla postazione delle forze di mantenimento della pace russe in Artsakh, avevano cambiato le loro richieste, come ha riferito dal luogo del blocco l’agenzia di stampa azera Trend. Innanzitutto chiedono la soppressione del Corridoio che dichiarano “terra sovrana dell’Azerbajgian”. Quindi, chiedono di istituire checkpoint individuali di tutte le strutture statali dell’Azerbajgian, tra cui il Ministero degli Interni, il Servizio di frontiera statale e il Comitato doganale statale lungo l’autostrada Goris-Stepanakert su quello che dovrebbe diventare la frontiera con l’Armenia nella direzione di Goris. Questo significa che, con il loro blocco, vogliono revocare lo status di Corridoio umanitario all’unica connessione via terra tra l’Armenia e l’Artsakh, togliendo di mezzo le forze di pace russe, che secondo loro “non fanno il lavoro”. Con queste pretese era caduta dopo quattro giorni la maschera del falso pretesto di una protesta “ecologista”.
Babayan ha detto ai giornalisti che è importante che le forze di pace russe nel Nagorno Karabakh ricevano un mandato in modo che, insieme a una missione di mantenimento della pace, ottengano anche l’autorità per imporre la pace. “Se non fosse stato per la missione di mantenimento della pace russa, l’Artsakh sarebbe stato distrutto da tempo”, ha detto Babayan. “D’altra parte vediamo che il potenziale della missione di pace russa, che deriva direttamente dal mandato, deve essere rafforzato”, ha detto. Babayan ha affermato di avere espresse le offerte da questa prospettiva in vari casi: prima di tutto il numero delle forze di pace russe deve essere aumentato. Babayan ha affermato che i 1.980 militari russi non sono in grado di svolgere appieno tale funzione. “Nella sezione di Shushi sono dispiegati solo pochi effettivi. Quindi prima di tutto il numero deve essere aumentato. In secondo luogo, devono ricevere un mandato internazionale. Ciò significherebbe che insieme a una missione di mantenimento della pace devono avere l’autorità per imporre la pace, come è successo in Kosovo, in Bosnia. Se lì un gruppo di persone si sta avvicinando, vengono avvertiti di non avvicinarsi, e se continuano a farlo allora può essere usata la forza”, ha detto Babayan. Ha osservato che le forze di pace russe non hanno tale autorità ed è per questo che deve essere emesso un mandato internazionale. Babayan ha detto che il destino dell’Artsakh è anche il destino del mondo civilizzato. “La comunità democratica non può tollerare la distruzione di un Paese democratico non riconosciuto da parte di un Paese totalitario. Pertanto, tutti devono mettere da parte le proprie preferenze geopolitiche e agire in modo che il genocidio non avvenga. E questo è possibile solo con l’emissione di quel mandato internazionale”, ha concluso Babayan.
L’Unione degli Armeni d’Italia, in un comunicato stampa diffuso oggi, ha espresso la profonda preoccupazione per la crisi umanitaria in atto per la popolazione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, indignata per l’arroganza e l’impunità delle azioni messe in atto dall’Azerbaigian e stupita per l’inazione di molti membri della comunità internazionale.
La popolazione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh si trova in una trappola mortale, osserva l’Unione degli Armeni d’Italia, senza il supporto delle organizzazioni umanitarie che non possono più raggiungere la regione. Questa azione, prosegue il comunicato, arriva dopo due anni di continui attacchi, violenze, stupri, incendi e rapimenti che hanno coinvolto la popolazione civile armena che vive sui confini. Tutte queste atrocità vengono regolarmente filmate da parte dei soldati azeri e messe in rete come un trofeo, con lo scopo di terrorizzare gli Armeni, nel silenzio dei media internazionali.
In riferimento al blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin), il comunicato osserva che la strada Stepanakert-Goris, un tempo sicura, avrebbe dovuto essere monitorata dalle forze di pace russe dopo l’accordo trilaterale del 9 novembre 2022, ma che gli sforzi della forza d’interposizione russa non sono stati mai sufficienti a rispettare un vero cessate il fuoco, dando alla parte azera la possibilità di imporre violenze di ogni tipo nei confronti della popolazione civile armena.
L’Unione Europea, consapevole del fatto che l’esistenza stessa della popolazione armena viene minacciata da un vero e proprio Secondo Genocidio, ha inviato sul posto degli osservatori permanenti ma questo non è sufficiente, osserva l’Unione degli Armeni d’Italia e, a nome di tutti i cittadini italiani di origine armena, lancia un appello al Governo Italiano, ai media, a tutti gli Italiani perché pongano un freno all’aggressività dell’Azerbajgian e salvaguardino il diritto alla sopravvivenza del popolo armeno.
I leader mondiali agiscano per far rispettare gli accordi trilaterali postbellici che proteggono i diritti del popolo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, prosegue il comunicato. Il mondo ha già visto questo piano atroce molte volte. Come agli inizi del ‘900, sono in gioco decine di migliaia di vite innocenti; gli armeni nel 1915 sono già stati vittime di genocidio per opera dell’Impero Ottomano , non lasciamo che nel ventunesimo secolo, possano essere portati avanti dei piani genocidari. Come ha più volte affermato la Senatrice Segre, anche l’indifferenza uccide, conclude l’Unione degli Armeni d’Italia.
Il Ministro di Stato (Primo Ministro) dell’Artsakh, Ruben Vardanyan, ha dichiarato: «Ho buone notizie. Lo stato confinante ha ripristinato la nostra fornitura di gas senza alcuna condizione preliminare, senza alcuna concessione. Questa è davvero la nostra vittoria perché siamo forti, abbiamo dimostrato che non lasceremo l’Artsakh e non ci faremo prendere dal panico».
La Corte europea dei diritti umani ha concesso all’Azerbajgian tempo fino alle ore 16.00 CET di lunedì 19 dicembre 2022 per rispondere alla richiesta dell’Armenia di misure provvisorie. Dopo la risposta, il tribunale prenderà la sua decisione finale, informa l’Ufficio del Rappresentante dell’Armenia per le questioni legali internazionali. Mercoledì 14 dicembre l’Armenia ha informato la Corte del blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbaigian e della violazione dei diritti del popolo dell’Artsakh. Allo stesso tempo, l’Armenia ha chiesto alla Corte di indicare misure provvisorie contro l’Azerbajgian e di obbligare l’Azerbajgian a sbloccare il Corridoio di Berdzor (Lachin).
Il Corridoio di Berdzor (Lachin) potrebbe essere aperto oggi, ha detto il Ministro di Stato dell’Artsakh, Ruben Vardanyan, parlando in diretta su Facebook. “È una loro decisione [dell’Azerbaigian]. Hanno preso la decisione, perché si sono resi conto dell’errore, perché erano sotto un’enorme pressione sia a livello locale che dall’estero”, ha detto Vardanyan. Ha espresso gratitudine a tutte le persone all’estero che hanno contribuito a esercitare tale pressione, a tutti coloro che hanno sensibilizzato sulla situazione a livello mondiale.
Vardanyan ha anche annunciato una manifestazione per sabato 17 dicembre 2022 a piazza della Rinascita in Stepanakert. Ha invitato tutti a partecipare alla manifestazione per “mostrare la nostra forza e unità”.
La capitale dell’Artsakh, Stepanakert ha un aeroporto completamente ristrutturato, ma le forze armate azere minacciano di abbattere qualsiasi cosa arrivi o parti da lì. Ora che il Corridoio di Berdzor (Lachin) è bloccato dall’Azerbaigian – e rischia di essere bloccato nuovamente in futuro se fosse aperto – l’Artsakh ha bisogno dell’aeroporto come ancora di salvezza per 120.000 cittadini armeni.
«La Baku ufficiale ha dimostrato di poter bloccare il Corridoio di Lachin in qualsiasi momento. Questo, di per sé, è più importante di qualsiasi compromesso…» (The Azeri Times – 16 dicembre 2022, ore 07.09). Quindi, questi che bloccano la strada non sono eco-attivisti, giusto? Baku ufficiale ha dimostrato ancora una volta che si tratta di un regime terroristico che farebbe qualsiasi cosa in qualsiasi momento per costringere gli Armeni dell’Artsakh a lasciare le loro terre ancestrali.
Ieri, durante le manifestazioni davanti alle ambasciate a Yerevan, il Consigliere del Ministro di Stato dell’Artsakh, Artak Beglaryan, ha affermato che con la loro protesta vogliono chiedere alla comunità internazionale di sostenere l’apertura di un corridoio aereo internazionale umanitario per l’Artsakh. Questo è oggi una questione vitale ha affermato: “Oltre al corridoio stradale, dobbiamo avere anche un corridoio aereo, e questo è un obbligo della comunità internazionale”.
I sei villaggi della regione di Shushi che sono rimasti sotto il controllo della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh subiscono un doppio blocco: sono completamente tagliati fuori non solo dall’Armenia e dal resto del mondo, ma anche dal resto dell’Artsakh a causa del blocco dell’Azerbajgian. Oltre 600 abitanti (di cui circa 100 bambini) sono lasciati in completo isolamento.
Hanno bloccato la strade in “pace”. Gli “eco-attivisti” azeri hanno lanciato in aria 44 colombe come “simbolo di pace” (una per ogni giorno della guerra di aggressione azera contro l’Artsakh di fine 2020). Una tra i manifestanti stava scuotendo istericamente una colomba morta, mentre urlava nell’altoparlante, ha poi rilasciato la colomba, che è caduta sotto i piedi dei manifestanti.
Articoli precedenti
– L’Azerbajgian alza il livello dello scontro per portare a termine la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh armeno – 12 dicembre 2022
– Provocatori azeri, inneggiando ai lupi grigi mentre bloccano l’unica strada tra Artsakh e Armenia, tengono in ostaggio 120.000 Armeni – 13 dicembre 2022
– Dopo la chiusura del Corridoio di Lachin, l’Azerbajgian ha tagliato anche la fornitura di gas dall’Armenia all’Artsakh- 13 dicembre 2022
– L’Azerbajgian da più di due giorni tiene l’Artsakh sotto blocco. Il Presidente dell’Arsakh decreta la legge marziale per far fronte all’emergenza umanitaria – 14 dicembre 2022
– Crisi umanitaria in Artsakh. Allarme Bandiera Rossa di Genocidio per l’Azerbajgian. Discorsi del Primo Ministro e del Ministro degli Esteri dell’Armenia – 15 dicembre 2022
– Il blocco dell’unica strada che collega l’Artsakh con il mondo esterno condanna la sua popolazione armena ad una morte lenta. E Baku nega l’evidenza – 15 dicembre 2022