Dopo le tensioni con la Turchia, la Knesset mette in agenda il riconoscimento del Genocidio armeno (Agenziafides 18.05.18)
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Dopo il duro scontro diplomatico tra Israele e il governo turco, che in seguito all’ultimo massacro di palestinesi a Gaza aveva espulso l’ambasciatore dello Stato ebraico, sembra prendere quota la possibilità che il Parlamento israeliano riconosca il Genocidio armeno. La proposta di tale riconoscimento – riferiscono i media israeliani – è stata presentata agli uffici competenti della Knesset dal deputato di centrosinistra Itzik Shmuli, membro di “Unione Sionista”, è appoggiata da almeno 50 parlamentari appartenenti sia ai Partiti di governo – Likud compreso – che a quelli dell’opposizione. La proposta di legge presentata da Itzik Shmuli prevede anche di istituire in Israele una giornata di commemorazione annuale del Genocidio armeno. Lo stesso Shmuli, in dichiarazioni rilanciate dai media israeliani, ha fatto notare che non c’è motivo “di trattare con particolare delicatezza i turchi, vista l’istigazione contro lo Stato d’Israele scatenata dal Presidente turco Erdogan”.Lo stesso Presidente della Knesset, Yuli Edelstein, ha dichiarato che farà il possibile per facilitare l’approvazione della proposta di legge.
Come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 20/2/2018), tre mesi fa lo stesso Parlamento israeliano aveva di fatto respinto un progetto di legge presentato da Yair Lapid, rappresentante del partito centrista e laico Yesh Atid, che avrebbe ufficializzato il riconoscimento da parte di Israele del “Genocidio armeno”. In quel frangente, il vice-ministro degli esteri israeliano, Tzipi Hotovely, aveva dichiarato che Israele non avrebbe preso ufficialmente posizione sulla questione del Genocidio armeno, “tenendo conto della sua complessità e delle sue implicazioni diplomatiche”.
Il 26 aprile 2015 il Presidente israeliano Reuven Rivlin aveva ospitato presso la residenza presidenziale di Gerusalemme un evento commemorativo per ricordare i cento anni dagli stermini pianificati degli armeni avvenuti un secolo prima in Anatolia. Durante quella cerimonia, il Presidente Rivlin aveva ricordato che il popolo armeno fu “la prima vittima dei moderni stermini di massa”, ma aveva evitato di usare la parola “Genocidio” per indicare i massacri in cui morirono più di un milione e 500 mila persone. (GV) (Agenzia Fides 18/5/2018).