Dilagano i “discorsi d’odio” nella stampa turca. Nel mirino greci, armeni e siriani (Agenzia Fides 28.09.20)
stanbul (Agenzia Fides) – Anche nel 2019 sui media turchi cartacei e digitali hanno trovato spazio in abbondanza i cosiddetti “discorsi d’odio” (dalla formula inglese “Hate Speech”), gli interventi che esprimono denigrazione e incitamento al disprezzo nei confronti di singole persone e gruppi umani identificati su base nazionale, etnica o religiosa. Lo attesta il rapporto sugli “Hate Speech” in Turchia pubblicato annualmente dalla Fondazione Hrant Dink, con sede a Istanbul.
La Fondazione, che porta il nome del giornalista turco di origine armena assassinato nel 2007, dal 2009 conduce indagini sulle espressioni di odio religioso e di razzismo che compaiono nei mezzi di comunicazione turchi. Secondo il resoconto riportato dal giornale “Agos”, testata bilingue armena-turca pubblicata a Istanbul, il rapporto della Fondazione Hrant Dink relativo all’anno 2019, e basato sul monitoraggio di 500 testate nazionali, regionali e digitali, ha registrato una media di 19 articoli al giorno contenenti discorsi denigratori verso gruppi e singole persone. Gli insulti e gli incitamenti all’odio di matrice etnica o religiosa apparsi sulla stampa turca nel corso del 2019 hanno preso di mira 80 diverse etnie o comunità religiose. Le espressioni ingiuriose diffuse attraverso i media turchi, secondo quanto documentato dal rapporto della Fondazione Hrant Dink, si sono rivolte con particolare frequenza e accanimento contro armeni, siriani e greci. (GV) (Agenzia Fides 28/9/2020)