Diario di viaggio in Armenia: la questione religiosa e il carattere armeno (III parte) (Ilpiacenza.it 03.11.15)
Diario di viaggio in Armenia: la questione religiosa e il carattere armeno
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Pubblichiamo la terza ed ultima puntata del reportage di viaggio del medico piacentino Carlo Giarelli in Armenia: sotto analisi, in questo artiolco, il problema religioso in relaizone all’identità del popolo.
Cosa c’entra il problema religioso con il carattere degli armeni è una domanda che tutti potrebbero porsi. Per concludere, da parte di qualcuno, che trattasi di un fatto di poca importanza, rispetto a tutto quello che è stato detto sulle tormentose questioni storiche che hanno, queste sì, ferito lo spirito di tutto un paese con le sue verosimili ripercussioni in campo psicologico. Ma se tutto questo è vero sembra ancora più vero ritenere il ruolo religioso importante nell’aver contribuito a creare una identità di popolo, anche se caratterizzato da un aspetto contradditorio. Da un lato l’orgoglio legato al ricordo della grande Armenia, dall’altro la presenza di sfumature nostalgicamente riduttive forse giustificate dalla consapevolezza di essere rimasti orfani, quindi con poca terra e con pochi abitanti ( la cosiddetta piccola Armenia). Per giunta con poca comprensione da parte del mondo occidentale verso cui gli armeni guardano, nonostante tutto, con interesse. Un mondo questo che per la verità non ha mai saputo e voluto andare oltre i trattati di pace, purché scritti sulla carta e non sui campi di battaglia. Fra queste due posizioni storiche e psicologiche contraddittorie, il ruolo di armonizzazione spetta allora alla Chiesa. Vediamo perché. Prima di tutto va riaffermato quanto già detto, che la religione cristiana in Armenia è la più antica del mondo. Diventando religione di Stato nel 301 con San Gregorio L’Illuminatore che la diffuse in tutto il paese. Da allora gli armeni mai l’hanno abbandonata nonostante le invasioni islamiche e i 70 anni di dominio sovietico che ostacolava in ogni modo ogni manifestazione di culto. Le chiese allora divennero le case e nessuno rinunciò alle tradizioni religiose dei padri ormai inserite nel modo di vivere basato sul fondamento della famiglia, sul rispetto degli anziani e sul mantenimento persino delle vecchie usanze pagane. Le quali rivisitate dal cristianesimo ( ad es. i sacrifici animali in onore dei vari dei) trovavano una nuova sistemazione nello sgozzamento degli animali ma a fini esclusivamente di nutrimento in un modello familiare dove gli anziani ed i bambini venivano (e lo sono tutt’ora) educati secondo il detto: l’acqua al bambino, la parola all’anziano. Ancora prima di San Gregorio, due apostoli poi martirizzati diffusero il messaggio di Cristo in Armenia. Furono Taddeo che di nome faceva anche Giuda e per questo venne erroneamente confuso col Giuda traditore e il secondo, Bartolomeo. Di entrambi se ne vedono le immagini scolpite in altorilievo sulle lunette di ingresso, sopra il portale di numerose chiese. Dunque la religione armena per questa origine apostolica viene chiamata appunto Chiesa Apostolica Armena. Ma che differenza c’è con la cattolica Romana? Vediamo. La prima cosa riguarda la diffusione presso la popolazione, con l’Apostolica al 90% circa e quella cattolica che non supera il 10%. Ma sul piano dogmatico? Be’ qui le cose sono un po’ più complicate. Infatti le differenze nacquero col Concilio di Calcedonia(451) a cui la chiesa armena non partecipò e dove si approvò a maggioranza che il Cristo ha due nature umana e divina in una singola persona… Continua