Dall’aiuto agli armeni in fuga al primo libro stampato in città: la storia di Bari in 10 scatti (Baritoday 19.03.19)
Storia di Bari negli scatti
Dieci scatti carichi di significato, che ritraggono Paolo Scagliarini, Enrica Simonetti, Egidio Pani, Carlo Fusca, Marco Montrone e la redazione di Barinedita, Paola di Marzo, Luigi Bramato e Valeria Bottalico, Stefano de Carolis, Rupen Timurian e Pasquale Trizio. Ognuno con un particolare collegamento al libro che tengono in mano a favore di fotocamera: l’operatrice culturale Paola di Marzo, ad esempio, è ritratta al Museo Civico di Bari con le ‘Operette del Parthenopeo Suauio in uarij tempi e per diversi subietti composte, et da Siluan Flammineo insiemi raccolte, et alla amorosa e moral sua Calamita intitolate’, il primo libro stampato nel capoluogo, risalente al 1535 e firmato dal napoletano Colantonio Carmignano, uomo pubblico, tesoriere di Stato e accompagnatore della regina Bona Sforza nel suo viaggio nuziale del 1517. Ci sono poi episodi più recenti, che ancora assurgono alle cronache locali, come il caso del Villaggio Trieste, realizzato nel 1956 per dare accoglienza ai profughi italiani di Grecia, Albania, Libia e Dalmazia. A fondare l’istituto storico del Villaggio Trieste sono stati Antonio Scagliarini e il figlio Paolo; quest’ultimo ritratto dalla Picciallo con il volume da lui scritto, che ripercorre questa particolare storia barese “Villaggio Trieste. Bari 1956: una terra di esuli in Patria?“.
È legato da un filo invisibile che unisce Occidente e Oriente anche lo scatto dedicato a Rupen Timurian, imprenditore e presidente onorario del centro Studi Hrand Nazariantz di Bari, che nella foto in mostra mantiene il libro ‘Nazariantz’. Scritto del libraio barese Pasquale Sorrenti, è una biografia di Hrand Nazariantz, scrittore, poeta e giornalista armeno che nel 1912 si trasferì in città, aiutando molti suoi compatrioti perseguitati dai Giovani Turchi a trovare riparo nel capoluogo pugliese. Tanto da realizzare nel 1926 il villaggio armeno ‘Nor Arax’ di Bari.
“Per la mostra l’autrice è partita da un singolo elemento: il libro – spiega il fondatore della libreria Bari Ignota, Luigi Bramato – Ognuno dei volumi ritratti è infatti presente in libreria per raccontare una parte della storia della città che magari non tutti conoscono”.
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