Da Cellatica alla capitale dell’Armenia (Bresciaoggi 04.09.20)
Quattro tele della Fondazione Zani di Cellatica sono volate a Erevan per la mostra «Venezia e Piazza San Marco. Il Settecento in quattro capolavori», allestita alla sede della Presidenza della Repubblica di Armenia. Dipinte nel ‘700 da Canaletto, Bellotto, Marieschi e Guardi, le opere saranno esposte nella capitale armena fino al 4 ottobre, celebrando da un lato il mito storico della Serenissima e il suo più noto simbolo artistico immortalato dai quattro vedutisti, dall’altro il nostro Paese, da qualche giorno tra l’altro alla guida di Eunic, la Rete degli Istituti Europei di Cultura. È questa solo l’ultima delle iniziative che vede come protagonista la prestigiosa collezione d’arte della Casa Museo di via Fantasina, intitolata a Paolo e Carolina Zani. IMPRENDITORE di successo nei settori combustibili e immobiliare (era a capo di Liquigas, di ReteItalia e del Gruppo Brixia), straordinario sostenitore del ciclismo professionistico, Paolo Zani (Brescia 1945-2018) fu anche un geniale e raffinato collezionista d’arte. In oltre 30 anni di intensa e appassionata attività, ha raccolto oltre un migliaio di opere nella casa di famiglia di Cellatica, dove con la moglie Patrizia e la figlia Carolina per molti anni ha letteralmente «abitato l’arte». Artefice del rilancio di questa singolare presenza culturale è il direttore Massimiliano Capella, professore di Storia del Costume e della Moda all’Università degli Studi di Bergamo. «I visitatori possono qui ammirare oltre 850 opere, soprattutto di arte barocca veneziana, romana e francese – sottolinea – Oltre a questi capolavori di Canaletto, Guardi, Bellotto e Marieschi, ci sono dipinti di Tiepolo, Longhi, Boucher e sculture del genovese Filippo Parodi e romane dei Della Porta, preziosi arredi barocchi e rococò, principalmente francesi e veneziani, e straordinari oggetti d’arte applicata del XVII e XVIII secolo. La Casa Museo – racconta – conserva il gusto e le scelte estetiche di Zani, le sue predilezioni stilistiche, cromatiche e le sue esigenze abitative quotidiane». Nelle sue forme principali la villa conserva il disegno originario dell’architetto Bruno Fedrigolli (1921-1995), noto per aver progettato il Crystal Palace, la Camera di Commercio e il celebre Cordusio. Fino al 25 ottobre inoltre la Casa Museo ospita «La Cleopatra Barberini», capolavoro del Seicento di Giovanni Lanfranco. Nello stesso periodo altre due opere saranno ospiti della Casa Museo della Fondazione: «Capriccio con rovine di tempio e chiesa» e «Capriccio con veduta della laguna di Venezia» di Francesco Guardi. Il 19 alle 18 verrà eseguita in prima assoluta in tempi moderni la cantata composta nel XVII secolo da Marco Marazzoli e ispirata al dipinto, con il controtenore Raffaele Pe. • © RIPRODUZIONE RISERVATA