Cristianofobia islamica nella Montagna del Giardino Nero. In pericolo i tesori armeni nel Nagorno-Karabakh (Korazym 16.01.21)
“Distruggiamo tutte le chiese armene” nella Montagna del Giardino Nero (Nagorno-Karabakh), chiede il capo degli architetti azeri. Ecco perché l’Armenia ha nascosto in un bunker atomico del periodo sovietico molte stele cristiane che hanno più di 1.000 anni. Ma nel mirino azero-turco non c’è solo il patrimonio culturale Cristiano armeno nelle regioni occupate della Repubblica di Artsakh.
“Premio di guerra e simbolo di vittoria”. Così ilham Aliyev, il Presidente dell’Azerbajgian ha definito ieri nel corso della sua visita con la sua moglie Mehriban Aliyeva, Vicepresidente dell’Azerbaigian, la cattedrale armena del Santo Salvatore Ghazanchetsots a Shushi. Le foto ufficiali diffuse dai media azeri non mostrano gli squarci causati dalle bombe azere dell’ottobre scorso. La pace è ancora lontana. E le chiese armene nel Nagorno-Karabakh sempre più in pericolo.
Il silenzio che ha avvolto il primo genocidio armeno nel ‘900, continua a prolungarsi fino ad oggi. Una donna armena di 58 anni è stata ritrovata morta a Karin Tak, una comunità rurale della regione di Shushi della Repubblica di Artsakh, uccisa dopo essere stata torturata dagli Azeri. Non voleva lasciare il suo villaggio.
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Samvel Tovmasyan, il fratello della donna il cui corpo è stato trovato il 13 gennaio nel villaggio di Karin Tak, dice che sua sorella è stata torturata al di là del riconoscimento. Una squadra di ricerca ha trovato il corpo di Alvard Tovmasyan nel cortile della sua casa. Samvel Tovmasyan ha preso parte alla ricerca e ha riconosciuto il corpo di sua sorella dai suoi vestiti. Karin Tak, alla periferia di Shushi, è stata occupato dalle forze azere durante la recente guerra di aggressione dell’Azerbajgian con il sostegno della Turchia nel Nagorno-Karabakh. I parenti hanno detto che Alvard Tovmasyan si era rifiutato di lasciare il villaggio. Hanno iniziato la sua ricerca dopo l’accordo di cessato il fuoco del 9 novembre scorso e hanno contattato il Comitato internazionale della Croce Rossa, l’Ufficio armeno dei difensori dei diritti umani dell’Armenia e la polizia locale. Nairouhie Tovmasyan, la moglie di Samvel, dice che la mano, il piede e l’orecchio della donna scomparsa sono stati tagliati. Samvel Tovmasyan e la sua famiglia ora vivono a Stepanakert.
Dalla fine dei quarantaquattro giorni di aggressione azero-turco contro la Repubblica di Artsakh di novembre Scorso, gran parte dell’eredità religiosa armena si nei territori occupati della forze armate dell’Azerbaigian e quindi è in grande pericolo. Il mondo sarà in grado di mobilitarsi per proteggere queste chiese, cimiteri, monasteri e khachkar, a volte più vecchi di 1.500 anni? La domanda è stata posta da Jean-Christophe Buisson sul quotidiano francese Le Figaro del 15 gennaio 2021.
C’è un luogo della Repubblica di Armenia su cui viene mantenuto la massima riservatezza – si legge su Le Figaro. Sotto terra. Introvabile. Appena illuminato. Sorvegliato giorno e notte. Conosciuto da pochissime persone. Questo labirinto di lunghi corridoi scavati nella roccia è stato progettato durante l’era della Guerra Fredda, quando la paura del conflitto nucleare incombeva. L’Armenia allora era sovietica. Queste cantine simili a bunker non sono mai state utilizzate per ospitare uomini e donne minacciati dai missili nucleari americani. Però, hanno trovato, nelle ultime settimane, un utilizzo inedito: ospitano parte dei tesori armeni della Repubblica di Artsakh. Principalmente sono enormi stele chiamate khachkar, che sono i simboli più notevoli dell’identità cristiana armena. Pesando fino a una tonnellata, misurando da 1 a 3 metri di altezza, questi blocchi votivi di pietra scolpita, ciascuno unico, rappresentano l’albero della vita e la sua vittoria sulla morte. Si trovano principalmente nei cimiteri. Gli azeri-turchi cercano di distruggere tutto ciò che prova la presenza millenaria degli armeni su una terra che rivendicano per loro, il Nagorno-Karabakh.
Rimane una domanda, in tutto ciò, a cosa serve l’UNESCO? Attenzione, non ho chiesto cosa fa, ho chiesto a cosa serve.
Agli esperti dell’UNESCO Baku non permette di visitare le parti dell’Artsakh occupate dall’Azerbaigian
Sua Santità Karekin II, il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni ha detto al quotidiano russo Izvestia che chiese e monumenti storici sul territorio del Nagorno-Karabakh controllato dalle forze armate dell’Azerbaigian sono minacciati e che Baku si rifiuta di lasciare che i rappresentanti dell’UNESCO valutino personalmente la situazione del patrimonio storico religioso armeno. Allo stesso tempo, il Primate della Chiesa Apostolica Armena osserva che le forze di pace russe stanno compiendo ogni sforzo per garantire la conservazione dei monumenti storici e culturali. Il 132mo Catholicos della Chiesa Apostolica Armena ha espresso gratitudine a Vladimir Putin per il suo contributo personale alla fine della guerra nella regione. Ha detto che un dipartimento speciale è stato creato nella Chiesa Apostolica Armena per verificare la conservazione dei monumenti di importanza internazionale, ha detto Karekin II. Ha aggiunto che il clero ha fatto appello a leader religiosi, organizzazioni e strutture culturali internazionali, nonché all’UNESCO. Tuttavia, ha aggiunto, la proposta di ammettere gli osservatori dell’UNESCO nei territori controllati dalle forze armate dell’Azerbajgian non ha trovato il sostegno da Baku. Il Primate della Chiesa Apostolica Armena ha espresso la speranza che attraverso gli sforzi dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, inclusa la Russia, sarebbe possibile intraprendere azioni immediate per preservare i patrimonio storico, culturale e religioso armeno nella Montagna del Giardino Nero.