COP29, Baku, Nagorno Karabakh. Non solo clima (Vocevangelica 30.10.24)
“Siamo convinti che una tale preghiera globale organizzata dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) incoraggerà la partecipazione di comunità cristiane, missioni diplomatiche, rappresentanti dei media e tutte le organizzazioni internazionali interessate”, ha detto Karekin II, patriarca supremo e Catholicos di tutti gli armeni, in vista della preghiera per gli ostaggi armeni indetta per il prossimo 10 novembre e promossa dal CEC, organismo ecumenico con sede a Ginevra che comprende più di 350 chiese anglicane, evangeliche, ortodosse e veterocattoliche in tutto il mondo.
“È nostra sincera speranza che questo sforzo spirituale possa aumentare la consapevolezza globale della crisi umanitaria in corso e promuova una soluzione pacifica, basata su verità e giustizia”, ha aggiunto il Catholicos Karekin II.
In un comunicato stampa diffuso ieri il CEC invita tutte le persone di buona volontà a unirsi a una giornata di preghiera per l’Armenia – per la pace, per il sostegno ai rifugiati e per la liberazione degli ostaggi di guerra – appunto, il 10 novembre, alla vigilia dell’apertura dei negoziati sul clima della COP29 (11-22 novembre 2024) a Baku, in Azerbaigian.
Oltre la COP29
“L’aggressione militare contro la Repubblica di Nagorno Karabakh/Artsakh a settembre-ottobre 2020, seguita da sei mesi di blocco totale del corridoio di Lachin per dieci mesi e dallo sfollamento forzato di circa 120.000 armeni dalle loro terre ancestrali avvenuto un anno fa, a novembre del 2023, rimane un problema critico”, si legge nel comunicato del CEC. Secondo molti, e anche secondo il CEC, “la COP29 offre un’opportunità unica per propugnare la liberazione incondizionata dei 23 ostaggi armeni, così come dei prigionieri politici azeri e dei giornalisti detenuti nelle carceri azere”.
Il moderatore del CEC, il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha dichiarato che l’Armenia ha bisogno delle nostre preghiere. “La fede ha accompagnato il popolo armeno sin dagli albori della Chiesa apostolica armena nel 301 d.C. – ha detto -, ma il futuro è incerto”. Tuttavia, Bedford-Strohm è convinto che “le nostre preghiere raggiungeranno i loro cuori e le loro anime e li rafforzeranno”.
Il segretario generale del CEC, il pastore Jerry Pillay, ha invitato tutte le chiese a rispondere all’appello alla preghiera e ha inoltre sollecitato la comunità internazionale a continuare a fornire il suo sostegno. “Rimaniamo solidali in preghiera con la Chiesa apostolica armena e con i partner ecumenici in Armenia”, ha detto. “Ribadiamo il nostro appello per una pace giusta e sostenibile in piena conformità con il diritto internazionale umanitario e i diritti umani”.
Sistematiche violazioni dei diritti umani
Dopo l’offensiva militare azera nel Nagorno Karabakh di poco più di un anno fa – e che ha causato la fuga di circa 120.000 armeni dell’enclave verso l’Armenia – sono state documentate violazioni sistematiche dei diritti dei detenuti armeni trattenuti in Azerbaigian, di abusi e di processi iniqui.
Durante un evento ospitato al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, esperti di diritti umani ed esponenti del CEC hanno denunciato la detenzione illegale di almeno 23 armeni. Siranush Sahakyan, avvocata armena per i diritti umani, ha esortato la comunità internazionale a utilizzare la COP29 come occasione per fare pressione sul governo azero. Nel corso del panel si è discusso anche della distruzione sistematica del patrimonio culturale e religioso nell’ex enclave armena. Peter Prove, direttore della Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali del CEC, ha evidenziato l’urgenza di affrontare queste violazioni, criticando il tentativo dell’Azerbaigian di migliorare la propria immagine internazionale attraverso la presidenza della COP29, mentre persistono gravi violazioni dei diritti umani.
Preghiera per il popolo armeno
Di seguito la preghiera proposta dal CEC per l’occasione:
Dio misericordioso,
portiamo oggi davanti a te il popolo armeno.
Ti lodiamo per tutti i doni con i quali lo hai benedetto: la forza della sua fede, la bellezza delle sue chiese, l’ispirazione delle sue liturgie, gli straordinari talenti espressi nell’arte e nella cultura, la resilienza con la quale ha vinto le sfide della sua storia.
Portiamo davanti a te ciò che ne oscura la vita in questi giorni: le lacrime di chi ha perso i propri cari, vittime dell’aggressione militare. L’insicurezza di coloro che sono dovuti fuggire dalla proprie case e che adesso temono per il proprio futuro. La distruzione nella guerra di chiese sante e preziose.
Tu sei la luce del mondo. Manda la tua luce nei cuori di tutti coloro che sono stati colpiti e ispirali ancora e ancora con il tuo spirito di fede, amore e speranza. (trad.: G. M. Schmitt)