Clima, inizia la COP29 a Baku e i capi delle chiese cristiane firmano appello per i prigionieri armeni (Il Messaggero 04.11.2024)

«Non possiamo restare in silenzio». Alla vigilia della COP29 sui cambiamenti climatici che si aprirà in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre, i leader religiosi della Chiesa armena, il Catholicos Aram I, il Patriarca Raphaël Bedros XXI, e il reverendo Paul Haidostian, presidente dell’Unione delle Chiese Evangeliche Armene hanno firmato un appello congiunto per «protestare» per le conseguenze della «guerra scatenata dall’Azerbaigian contro gli armeni dell’Artsakh (2020-2023) e di conseguenza, l’evacuazione forzata di 120 mila persone dalla loro patria storica, la distruzione pianificata di edifici e monumenti religiosi e culturali armeni e la detenzione illegale dei leader politici dell’Artsakh».

I religiosi scrivono di non poter «rimanere in silenzio di fronte alla violazione dei diritti degli armeni dell’Artsakh e all’indifferenza della comunità internazionale».

In pratica chiedono «il loro diritto della gente al ritorno nelle proprie terre ancestrali e a riaffermare la propria sovranità sotto la protezione della comunità internazionale». Infine chiedono « la rapida liberazione dei prigionieri dell’Artsakh detenuti dall’Azerbaigian: leader politici, funzionari governativi, personale militare, soldati e sostenitori della causa».

«La nostra nazione – si legge nel documento – si trova attualmente in una congiuntura critica e deve affrontare molte sfide. È quindi imperativo unire e riorganizzare le nostre risorse attorno a un’agenda pan-armena. Dobbiamo essere prudenti e lungimiranti. I valori nazionali dovrebbero avere la precedenza su tutte le altre considerazioni esterne e temporanee».

Intanto domenica 10 novembre, alle 17, si terrà una preghiera ecumenica per gli armeni attualmente in prigione in Azerbaigian, presso la Chiesa di San Nicola da Tolentino a Roma. Il momento liturgico è promosso dal Pontificio Collegio Armeno e dal Vaticano.

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