Centunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. «Il male non si fermerà, finché non sarà fermato». Riconoscere l’Artsakh (Korazym 22.02.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.03.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il 101° giorno dell’illegale e sadico #ArtsakhBlockade del regime autocratico di Aliyev. La tensione rimane altissima tra Armenia e Azerbajgian. La polizia dell’Artsakh informa che l’Azerbajgian questa mattina alle ore 09.30 ha aperto il fuoco in modo indiscriminato con vari tipi di armi leggere contro 7 agricoltori che svolgevano lavori agricoli nei vigneti vicino a Chartar nella regione di Martuni in Artsakh.
Questo pomeriggio alle ore 16.20, un militare armeno, Arshak Sargsyan, è stato ucciso a seguito di un’aggressione azerbajgiana vicino a Yeraskh, in Armenia, in una grave violazione del cessate il fuoco. Il Ministero della Difesa armeno ha confermato la notizia: «Il Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia condivide il forte dolore per la perdita ed esprime cordoglio ai familiari, parenti e co-militari del soldato caduto». Il Signore benedica la sua anima. Che egli riposi in pace.
La scorsa notte l’Azerbajgian ha nuovamente interrotto completamente l’unica fornitura di gas dall’Armenia all’Artsakh. Aliyev ha deciso di “celebrare” il centesimo giorno del #ArtsakhBlockade e anche il primo “anniversario” dell’interruzione del gas avvenuto il 21 marzo 2022, con la loro tradizionale attività criminale ad intermittenza per aggiungere un altro pericolo di fughe di gas al momento del ripristino, come successo in altre occasioni. La buona notizia è che il tempo si è riscaldato. C’è sempre un lato positivo, dicono nell’Artsakh resiliente.
La maggior parte delle notizie sui social media nel Caucaso riguarda il #ArtsakhBlockade e una potenziale aggressione azera contro Armenia e Artsakh. È tempo di fermare Aliyev prima che la regione venga travolta da una nuova guerra e sarà troppo tardi.
Finalmente qualcuno a Fox News, dopo 100 giorni di blocco ha notato qualcosa, ma nessun reportage (attende probabilmente che la tensione esplode finalmente): «Tieni d’occhio la regione del Nagorno-Karabakh. La tensione è altissima tra Armenia e Azerbajgian» (Trey Yingst, Foreign Correspondent Fox News).
«Giorno 101 dell’illegale e sadico #ArtsakhBlockade da parte del regime genocida di Aliyev, che ignora la decisione legalmente vincolante della Corte Internazionale di Giustizia di aprire il Corridoio di Lachin e usa Nowruz per minacciare di guerra, promuovere il razzismo e l’odio. Il male non si fermerà, finché non sarà fermato» (Tigran Balayan, Ambasciatore dell’Armenia nei Paesi Bassi).
«Condanniamo l’Azerbajgian per aggressione militare + persecuzione di attivisti politici + società civile. Tuttavia, l’Azerbaigian è un nostro stretto partner – Abbiamo appena firmato un Memorandum d’intesa con loro per raddoppiare le importazioni del loro gas naturale entro il 2027. Non abbiamo “valori europei” – abbiamo interessi europei» (Mick Wallace – Europarlamentare, 21 marzo 2023).
Aliyev respinge l’invito di Blinken a revocare il blocco dell’Artsakh
In un colloquio telefonico con il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, lo ha invitato a trovare soluzioni pacifiche e espresso la sua contrarietà ad attacchi militari contro l’Armenia e l’Artsakh.
L’autocrate azero ha respinto con aria di sfida le richieste del Segretario di Stato Antony Blinken e degli Stati Uniti di revocare il blocco dell’Artsakh. In una telefonata con Blinken, Aliyev ha respinto le richieste dei massimi diplomatici statunitensi per porre fine alla chiusura del Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega l’Artsakh al mondo esterno, insistendo sul fatto che la strada è operativa seconda la sua narrazione. “Il Segretario Blinken ha incoraggiato a trovare soluzioni a questioni in sospeso e ha sottolineato che non esiste una soluzione militare”, ha detto il Portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, dopo la telefonata. “Ha ribadito l’importanza di riaprire il Corridoio di Lachin per i veicoli commerciali e privati.
In una lettura dell’appello di Blinken emesso dal governo azero, Aliyev ha definito il blocco “falsa propaganda armena”, affermando che le forze di mantenimento della pace russe e il Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno viaggiato da e verso l’Armenia su quella strada. Visto che i trasporti militari e umanitari russi e i trasporti umanitari della Croce Rosse sono gli unici che avvengono lungo il Corridoio di Lachin, con la sua consueta narrazione conferma direttamente che il #ArtsakhBlockade c’è.
Inoltre, Aliyev ha nuovamente accusato (senza alcuna prova, perché nei filmati non si vedono quanto affermato) l’Armenia di aver inviato personale militare e armi ad Artsakh e ha ripetuto la sua richiesta di istituire un checkpoint azero nel Corridoio di Lachin.
Dall’inizio del blocco dell’Artsakh il 12 dicembre, gli Stati Uniti, attraverso il Segretario di Stato Blinken, il Dipartimento di Stato, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) e diversi membri del Congresso hanno chiesto a Baku di revocare il blocco. Appelli simili sono state fatte anche dall’Unione Europea e da altri Stati membri e agenzie dell’Unione Europea.
A febbraio, la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ha o6rdinato all’Azerbaigian di garantire il “movimento senza ostacoli” lungo il Corridoio di Lachin “in ambedue le direzioni”.
La conversazione telefonica di Blinken con Aliyev è arrivata il giorno dopo una conversazione simile tra il massimo diplomatico statunitense e il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, che ha espresso la sua preoccupazione per la retorica sempre più aggressiva dell’Azerbajgian contro l’Armenia e l’Artsakh.
Blinken ha mediato i colloqui tra Aliyev e Pashinyan il 18 febbraio scorso a margine della Conferenza sulla Sicurezza di München.
Nonostante il rifiuto personale di Aliyev delle richieste statunitensi di porre fine al blocco, gli Stati Uniti hanno affermato che non imporranno sanzioni. In un’intervista con Azatutyun.am (il programma armeno di Radio Liberty) il 7 marzo scorso, anche Louis Bono, co-Presidente statunitense del gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), ha dichiarato che non ci saranno sanzioni contro Baku a causa del blocco.
Quindi, gli appelli statunitensi sono scatole vuote. Non servono a calmare gli istinti anti-armeni, guerrafondai e genocida del regime autocratico dell’Azerbajgian
Il Deputato Adam Schiff ha inviato una lettera del Congresso a Bono, mettendo in discussione la politica degli Stati Uniti e il rifiuto di applicare sanzioni all’Azerbajgian.
Le dichiarazione del Ministro degli Esteri dell’Armenia oggi in Parlamento
L’Armenia non negozia sulla questione dell’installazione di un posto di blocco nel Corridoio di Lachin, ha detto il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, durante la sessione di domande e risposte del Parlamento oggi: «L’Armenia ritiene che i negoziati sul Corridoio di Lachin e il suo regime siano stati completati da tempo e che i regolamenti siano stati inclusi nel documento firmato dai leader di Armenia, Azerbajgian e Russia il 9 novembre 2020. Dice che il Corridoio di Lachin rimane sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace russe e che l’Azerbajgian garantisce un traffico bidirezionale senza ostacoli». Secondo Mirzoyan si tratta di un accordo documentato e l’Armenia dovrebbe già nutrire dubbi sull’opportunità di ulteriori negoziati: «In altre parole, che senso ha raggiungere accordi su altre questioni se dopo qualche tempo saranno sicuramente violate dall’Azerbajgian? No, non stiamo negoziando per stabilire un posto di blocco azero nel Corridoio di Lachin».
Mirzoyan vede il pericolo di una nuova aggressione da parte dell’Azerbajgian contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh, nonostante i negoziati, riferendosi alla questione di unapossibile escalation, durante la sessione di domande e risposte al parlamento: «Certo che c’è. C’è sempre un pericolo di aggressione, indipendentemente dai negoziati, indipendentemente dall’approccio costruttivo mostrato dalla Repubblica di Armenia in quei negoziati. E in questi giorni, quando assistiamo a retorica e minacce così taglienti, dobbiamo affermare che esiste davvero il pericolo di una nuova aggressione, sia contro la Repubblica di Armenia, sia nel caso del Nagorno-Karabakh, anche sotto forma di pulizia etnica e manifestazioni di politica genocida.
L’Armenia risponderà presto alle proposte del trattato di pace dell’Azerbajgian con le proprie proposte, ha detto Mirzoyan, in risposta alla domanda di commentare le recenti minacce del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev: «Quello di cui parli non è una novità. Da un lato abbiamo il processo negoziale come il processo in corso attorno a un trattato di pace, e dall’altro vediamo il peggioramento della retorica da parte dell’Azerbajgian, le sue minacce e le sue azioni aggressive sul campo. Ne siamo stati testimoni il 13 settembre, quando l’Azerbajgian ha invaso il territorio sovrano dell’Armenia. Lo abbiamo visto con la chiusura del Corridoio di Lachin il 12 dicembre 2022. E purtroppo questo fenomeno continua. Inoltre, recentemente sia la promozione dell’armenofobia che le minacce dirette sono peggiorate. Ricordi che il Presidente dell’Azerbajgian ha persino detto che non ci sarà alcun trattato di pace, che gli Armeni non vivranno tranquillamente in Armenia sui loro 29.000 chilometri quadrati se non accettano i termini dell’Azerbajgian. Questa posizione di ultimatum e retorica esiste. Allo stesso tempo, i negoziati per un trattato di pace sono in corso. Abbiamo nuovamente ricevuto proposte dall’Azerbajgian, ci stiamo lavorando e naturalmente le nostre proposte e risposte avranno presto luogo. Certamente, inutile dire che la retorica e l’atteggiamento aggressivo di cui sopra non solo non contribuiscono al processo di pace, ma creano anche nuovi ostacoli sul percorso di questo processo». Ha aggiunto che l’Armenia è determinata al suo obiettivo di stabilire la pace nella regione e continuerà a negoziare per stabilire una pace duratura e sostenibile.
Mirzoyan ha anche accolto con favore la dichiarazione adottata dalla Commissione APCE in merito al blocco illegale da parte dell’Azerbajgian del Corridoio di Lachin. Tuttavia, ha anche ricordato la pertinente decisione della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite secondo cui l’Azerbajgian dovrebbe garantire il movimento ininterrotto attraverso il Corridoio di Lachin, come previsto dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020: «Prima di questa decisione e anche dopo questa decisione, ci sono molti Stati partner che fanno lo stesso appello. Penso che la comunità internazionale abbia davvero qualcosa da fare qui, dovrebbe continuare questa politica e applicare misure più efficaci».
Mirzoyan ha sottolineato che le decisioni della Corte Internazionale delle Nazioni Unite sono soggette ad attuazione obbligatoria. E in caso di inosservanza dovrebbero esserci delle conseguenze, altrimenti il sistema delle relazioni internazionali non funzionerà affatto.
I correlatori dell’APCE chiedono a Baku di autorizzare l’invio di una squadra conoscitiva ad Artsakh
In una nota informativa declassificata, i correlatori per il monitoraggio dell’Armenia, Kimmo Kiljunen (Finlandia, SOC) e Boriana Åberg (Svezia, PPE/DC), hanno condiviso oggi le loro conclusioni con il Comitato di monitoraggio dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) a seguito della loro visita in Armenia il 17-19 febbraio 2022, informa dal sito dell’APCE.
Lo scopo della loro visita era valutare la situazione al confine con l’Azerbajgian e all’ingresso del Corridoio di Lachin. Durante il loro soggiorno, hanno visitato le città di Jermuk, Goris e Vardenis, i loro dintorni, e hanno incontrato funzionari locali e residenti del Nagorno-Karabakh, bloccati a Goris a causa del continuo blocco del Corridoio di Lachin. Sulla base delle loro osservazioni, il movimento lungo il corridoio è “gravemente ostacolato”, rendendo impossibile il trasporto di alcuni rifornimenti essenziali. Questa situazione potrebbe presto sfociare in una crisi umanitaria. Facendo riferimento alla dichiarazione trilaterale firmata il 9 novembre 2020, i relatori hanno invitato l’Azerbajgian a consentire una valutazione indipendente della situazione. “Esortiamo le autorità azere di autorizzare una visita conoscitiva indipendente e a consentire ai giornalisti indipendenti di operare liberamente in tutta l’area”.
Aggiornamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Armenia sulle operazioni lungo il Corridoio di Lachin: «Il CICR questo mese ha rifornito il suo magazzino con 5.000 pacchi alimentari e igienici trasportati attraverso il Corridoio di Lachin che saranno distribuiti alle persone bisognose. Ciò si aggiunge ai 3.500 pacchi alimentari e igienici che il CICR ha distribuito quest’anno a un centro di riabilitazione fisica, un istituto per anziani indigenti, un centro di assistenza a bambini e donne incinte e strutture sanitarie, che hanno ricevuto anche medicinali e latte artificiale. Il CICR ha trasportato 196 pazienti attraverso il Corridoio da Lachin da metà dicembre, effettuando più di 30 evacuazioni mediche nel suo ruolo di intermediario umanitario neutrale e in accordo con le parti. Al fine di riunire le famiglie separate, dall’inizio di gennaio il CICR ha anche facilitato il trasferimento di 422 persone attraverso il Corridoio di Lachin, in accordo con le parti e sulla base dei desideri dei familiari interessati».
«Interessante volo rilevato: il cargo C-130 dell’aeronautica algerina (reg. 7T-WHB; ICAO 0A401E) vola da Ankara in Turchia, poi dopo una fermata di due ore, visto tornare da Baku in Azerbajjan a ovest. Andata e ritorno attraversando lo spazio aereo dell’Armenia» (Nagorno Karabakh Observer).
«Altri video riportati sui social media. Questo video, condiviso ieri sui social media, registrato da qualcuno che parla farsi, mostra una piccola colonna militare in Armenia. Data di registrazione indeterminata. Importanza, indeterminata. Potrebbe essere un semplice trasporto, ma la tempistica della sua condivisione si aggiunge alla speculazione» (Nagorno Karabakh Observer).
«L’Armenia sta preparando nuove provocazioni, spostando forze nella regione di Syunik al confine con l’Azerbajgian» (Mike @Doranimated – Siede in una vasca e pensa – Twitter, 21 marzo 2023).
Veramente imbarazzante. È il Presidente dell’Azerbajgian che minaccia l’Armenia, non viceversa.
Sarà che siede in una vasca perché puzza, senno non si schiererebbe con un cleptocrate, autocrate, razzista e genocida. Sedersi nella vasca non aiuta a pensare, sembra. Se esce e pensa, allora potrebbe forse vedere le cose come sono nella realtà e l’odore del caviale non offuscherebbe il suo giudizio. Davvero crede a quello che scrive? Provocatore troll davvero.
Gli Armeni non hanno il diritto di muoversi all’interno del loro territorio sovrano? Gli Armeni non hanno diritto all’autodifesa? Si muovono sul territorio armeno di Syunik e l’autocrate azero minaccia l’Armenia di prendersi Syunik (che chiama Zangezur occidentale). Cos’altro l’Armenia dovrebbere fare? Aprire tutte le porte e dare benvenuto ai carri armati di Aliyev? Gli Armeni dell’Artsakh non hanno diritto all’autodeterminazione? Gli Armeni hanno il diritto di vivere? Dove è la provocazione?
«Questo video mostra camion militari e artiglieria trainata dalle forze armate dell’Azerbajgian. La data di registrazione rimane indeterminata» (Nagorno Karabakh Observer).
La visita del Viceministro degli Esteri dell’Iran in Armenia
Il Viceministro degli Esteri dell’Iran, Ali Bagheri Kani, ieri ha compiuto un breve viaggio in Armenia alla presenza della possibilità di una nuova guerra dell’Azerbajgian.
«Poche ore dopo l’inizio del nuovo anno, è iniziato il rapido movimento dell’apparato diplomatico incentrato sul rafforzamento della politica di vicinato e sulla priorità del Caucaso. Sono andato a Yerevan per una visita di lavoro di due giorni su invito del mio omologo armeno» (Bagheri Kani).
Media armeni: «La visita in Armenia del Viceministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, ha lo scopo di prevenire una possibile guerra».
Oggi 22 marzo 2023 a Yerevan, si sono svolte regolari consultazioni politiche tra i Ministeri degli Esteri della Repubblica di Armenia e della Repubblica Islamica dell’Iran guidate dal Viceministro degli Esteri della Repubblica di Armenia, Vahan Kostanyan, e dal Viceministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, Ali Bagheri Kani.
Gli interlocutori hanno discusso un’ampia gamma di questioni dell’agenda politica bilaterale armeno-iraniana, hanno elogiato l’alto livello del dialogo politico, hanno toccato la cooperazione Armenia-Iran nelle sfere politica, commerciale-economica e della sicurezza regionale, nonché sulle piattaforme multilaterali. Sono stati scambiati punti di vista su una serie di questioni dell’agenda regionale e internazionale di reciproco interesse.
Vahan Kostanyan ha informato sulla situazione che si è verificata nella regione a seguito dell’aggressione dell’Azerbajgian contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh, nonché sui dettagli della crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh derivante dal blocco del Corridoio di Lachin dal 12 dicembre 2022. Ha anche sottolineato che le azioni illegali, la retorica guerrafondaia e la posizione massimalista della leadership azera stanno seriamente minando gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità nel Caucaso meridionale.
Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza di approfondire e rafforzare i legami spirituale-culturali tra i due Paesi. A questo proposito, Kostanyan ha informato la sua controparte iraniana sui tentativi infondati dell’Azerbajgian di manipolare artificialmente il fattore religioso su varie piattaforme.
Al termine delle consultazioni, Ali Bagheri Kani è stato ricevuto dal Ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan. Entrambe le parti hanno elogiato l’elevato livello del dialogo politico tra Armenia e Iran, sottolineando l’importanza di regolari consultazioni politiche in tale contesto. Sono state discusse una serie di questioni dell’agenda bilaterale e gli ultimi sviluppi della situazione della sicurezza nella regione.
«Riteniamo che la possibilità di un altro conflitto militare tra l’Azerbajgian e l’Armenia sia al suo punto più alto in questo momento rispetto ai mesi precedenti. Anche se lo stesso Nagorno-Karabakh potrebbe essere preso di mira, riteniamo che la probabilità di un conflitto su larga scala sia inferiore.
Riteniamo che il principale fattore di deterrenza contro i conflitti su larga scala (stivali azeri sul terreno) nel Nagorno-Karabakh sia la presenza delle forze di mantenimento pace della Russia, che, tuttavia, non sono necessariamente un deterrente per attacchi specifici contro le forze di autodifesa del Karabakh.
La deterrenza contro specifici piccoli attacchi nel Nagorno-Karabakh (violazione del cessate il fuoco, obiettivi aerei, ecc.) passa principalmente attraverso canali politici, gli accordi politici possono ridurre gli attacchi su piccola scala, mentre la presenza delle forze di mantenimento della pace della Russia scoraggia i conflitti su larga scala nel territorio.
Quindi diversi post di un presunto canale Telegram Iran affiliato al Corpo delle guardie della rivoluzione islamica sugli sviluppi militari e possibili sviluppi lungo il loro confine settentrionale, in particolare diretti all’Azerbajgian che credono possa iniziare presto una nuova guerra in Armenia.
“Con la tensione ai confini nord-occidentali del Paese [Iran], il livello di prontezza delle unità militari di difesa aerea e missilistica e del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica è aumentato. L’aviazione della seconda base aerea [tattica] di Tabriz è pronta a rispondere con decisione a qualsiasi minaccia. Fu dato l’ordine di imbiancare il cielo dal confine nordoccidentale di Tabriz a Parsabad”, lungo il confine con l’#Azerbaigian. Il post affermava anche che Tabriz è “base di caccia pronta al 100%”. Inoltre, la base aerea di Dezful nel sud-ovest dell’Iran è stata messa in modalità operativa.
L’Iran si oppone da tempo ai piani dell’Azerbaigian di creare con la forza un corridoio attraverso l’Armenia fino alla sua exclave di Nakhichevan [il cosiddetto “Corridoio di Zangezur”], affermando che ciò sarebbe a scapito del proprio confine con l’Armenia.
Con l’Armenia forse al suo punto più debole negli ultimi 30 anni, e seri cambiamenti geopolitici con il mondo focalizzato sulla crisi ucraina, il confronto Cina-USA, il confronto Russia-USA e tutti i loro derivati, la leadership dell’Azerbajgian ha aumentato la retorica bellicosa nelle ultime settimane, forse cercando un’opportunità per colpire.
Una fonte in sé non è sufficiente per difendere un’ipotesi, ma l’analisi di fonti diverse, provenienti da diversi Paesi, fonti ufficiali e non ufficiali e precedenti sviluppi simili può fornire informazioni sufficienti per dedurre in modo credibile un possibile risultato» (Nagorno Karabakh Observer).
Il Ministero della Difesa dell’Armenia riferisce, che intorno alle ore 12.20 di ieri 21 marzo, un militare delle forze armate dell’Armeia, che consegnava cibo a un non meglio specificato avamposto di frontiera, si è perso a causa della scarsa visibilità per la nebbia, finendo in un’area controllata dall’Azerbajgian. Immediate sono state avviate le operazioni di ricerca e soccorso, si sta provvedendo a confermare la presenza del militare nel territorio sotto controllo azero e a restituirlo. Nessun ulteriore dettaglio.
Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian continua ad accusare il Contingente di mantenimento della pace della Russia nel Nagorno-Karabakh di aiutare l’Armenia a “trasportare armi illegali, violando l’accordo trilaterale di cessate il fuoco” [nell’accordo non c’è traccia di questo]: «Ancora una volta è stata osservata la scorta di veicoli di sicurezza appartenenti a gruppi armati armeni illegali da parte di unità del contingente di mantenimento della pace russo temporaneamente di stanza nella regione economica del Karabakh in Azerbajgian [la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh]. Il movimento di un veicolo da combattimento ZTR-82A appartenente al contingente di mantenimento della pace russo, tre URAL appartenenti agli Armeni e un’auto KamAZ con serbatoio di carburante, cinque veicoli militari in totale, sulla strada sterrata Khankendi-Khalfali-Turssu [Stepanakert-Ghaybalishen-Lisagor], sono stati registrati dai nostri strumenti di sorveglianza tecnica. Ribadiamo che effettuare trasporti militari accompagnati dal contingente di mantenimento della pace russo è una grave violazione delle disposizioni della Dichiarazione tripartita ed è inaccettabile. Tali attività illegali, che si verificano regolarmente, rendono necessario stabilire un valico di frontiera e un punto di controllo dell’Azerbajgian all’ultimo punto del confine tra Azerbajgian e Armenia della strada di Lachin [Berdzor]».
Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian continua ad accusare l’Armenia di trasportare truppe e armamenti nel Nagorno-Karabakh: «I gruppi armati armeni illegali nei territori dell’Azerbajgian [l’esercito di difesa dell’Artsakh sul territorio della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh non occupata dalle forze armate dell’Azerbajgian], dove è temporaneamente di stanza il contingente di mantenimento della pace russo, continuano a trasportare merci militari dall’Armenia utilizzando strade sterrate alternative alla strada Shusha-Lachin [il tratto Shushi-Berdzor dell’autostrada interstatale Stepanakert-Berdzor (Lachin)-Goris, bloccato dall’Azerbajgian]. I gruppi armati armeni illegali trasportano personale, munizioni, mine, nonché carburante, acqua, cibo e altro materiale e mezzi di supporto tecnico per posizioni di combattimento attraverso la strada Khankendi-Khalfali-Turssu [la strada sterrata Stepanakert-Ghaybalishen-Lisagor, che bypassa il blocco dell’autostrada interstatale Stepanakert-Berdzor (Lachin)-Goris all’altezza di Shushi] di notte e in condizioni di tempo nebbioso. La parte azera ha ripetutamente informato la comunità internazionale del trasporto di merci militari lungo la suddetta rotta. Inoltre, è stato stabilito che la parte armena utilizza anche veicoli civili per il trasporto militare di merci. Pertanto, i veicoli civili che si spostano dall’Armenia consegnano personale per servizi a contratto e merci militari a un punto specifico vicino al villaggio di Turshsu [Lisagor] nella regione di Shusha [Shushi]. Successivamente, abbiamo osservato il trasporto di personale militare e merci militari a Khankendi [Stepanakert] con veicoli militari ad alta velocità. Informiamo che l’intera responsabilità per le tensioni che possono sorgere nella regione ricade sulla leadership militare e politica dell’Armenia».
Il Bollettino informativo del Ministero della Difesa della Federazione Russa sulle attività del contingente di mantenimento della pace russo nella zona del conflitto del Nagorno-Karabakh (al 21 marzo 2023) riporta che il contingente di mantenimento della pace della Russia ha scortato una colonna con carico umanitario lungo la rotta Goris-Stepanakert, contrariamente a quanto riportato in precedenza dal Ministero della Difesa dell’Azerbajgian.
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]