Caucaso in fiamme: la Turchia cerca la rivincita dopo l’umiliazione in Siria (lantidemocratico 04.04.16)
«I motivi per tenere d’occhio il Nogorno-Karabah non mancano», scrive Maria Serena Natale sul Corriere della Sera del 4 aprile. Enclave armeno all’interno dell’Azerbaigian, questo piccolo Stato caucasico è da tempo al centro di contese: nel 1988 aveva proclamato la sua indipendenza dal resto del Paese, chiedendo l’annessione all’Armenia. Ne era nato un conflitto, iniziato nel 1992 e finito due anni dopo, ma mai sedato del tutto, che ne aveva sancito l’indipendenza (anche se la nuova entità statale non è stata riconosciuta dall’Occidente).
La crisi del Nogorno-Karabah è complicata dal fatto che il Caucaso è vitale per Mosca, dal momento che è attraversato da oleodotti fondamentali per l’esportazione del petrolio russo.
La vicinanza della Georgia, da tempo contesa tra l’influenza occidentale e quella russa, e della Cecenia, teatro di una lunga stagione di terrore nel recente passato, non aiuta: una destabilizzazione dell’area potrebbe allargare l’incendio a dismisura.