Caucaso, Cirielli a “Nova: “La regione è strategica, c’è grande voglia di Italia” (Agenzia Nova 09.04.23)
L’Italia guarda al Caucaso come una regione strategica ed è vista dai Paesi della regione come l’unica potenza amica con un approccio non imperialistico. Lo ha detto il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ad “Agenzia Nova” commentando il suo tour nel Caucaso meridionale che lo ha visto fare tappa in Azerbaigian, Armenia e Georgia.
“C’è grande voglia di Italia nel Caucaso e questo perché l’Italia viene percepita come una potenza economica e politica, ma è l’unica che non viene percepita come imperialista, a differenza di tutte le altre”, ha detto il viceministro. “La mia presenza è stata finalizzata a identifica cosa l’Italia politicamente può fare per dare una mano a questi Paesi. A noi non interessa togliere l’influenza altrui e imporre la nostra. Il nostro unico scopo è garantire che le aree in cui commerciamo siano libere da interferenze. Siamo per la democrazia internazionale, non vogliamo che ci siano potenze che agiscano in modo imperialistico con i nostri partner commerciali”, ha detto il viceministro.
Cirielli nelle tre tappe del tour ha avuto incontri ai massimi livelli politici. “In Azerbaigian ho ricevuto una straordinaria accoglienza e, fra gli altri, ho avuto modo di incontrare il presidente Ilham Aliyev”, ha detto il viceministro. “Abbiamo ottimi scambi commerciali con tutti, in particolare con l’Azerbaigian di cui siamo il primo partner commerciale, primo cliente ed è l’unico Paese che ha una forza economica con grandi prospettive di sostegno a tutta l’area”, ha detto il viceministro. “Il dibattito in Azerbaigian e Armenia è dominato dalla questione del conflitto ma ho notato, nonostante una tensione durata trent’anni, che gli azerbaigiani sono molto disponibili a fare la pace”, ha detto Cirielli, un punto su cui il viceministro ha detto di trovare un punto d’incontro con la leadership armena guidata dal primo ministro Nikol Pashinyan. “La leadership attuale è molto interessata alla pace. Ci sono state delle elezioni dopo la guerra del 2020 che hanno visto il premier vincere ampiamente, a dimostrazione che il popolo armeno vuole la pace”, ha detto Cirielli. Entrambi i Paesi, ha aggiunto, “chiedono una mediazione da parte nostra per trovare una pace onorevole per entrambe le parti e noi cerchiamo di dare loro una mano”.
Terza tappa del tour è stata Tbilisi, capitale della Georgia, paese che “andando d’accordo sia con l’Armenia che con l’Azerbaigian svolge, quindi, un ruolo di mediazione”. “La Georgia ha una grande funzione logistica per l’Europa e l’Italia: si affaccia sul Mar Nero e non è in guerra con Armenia e Azerbaigian, tramite questo Paese gli altri due Stati del Caucaso hanno un contatto verso l’Europa”, ha detto Cirielli che poi ha fornito uno spaccato della situazione in Georgia. “La Georgia ha due regioni occupate dalla Russia e sono molto spaventati dalla Russia. Per questo motivo vorrebbero entrare quanto prima nell’Unione europea e nella Nato – ma soprattutto nell’Ue – e chiedono l’aiuto dell’Italia per ottenere lo status di candidato all’adesione. Chiedono che l’Italia li sostenga in quest’iniziativa e noi lo facciamo di cuore”, ha detto il viceministro.
Riepilogati gli aspetti salienti del suo tour, il viceministro ha tracciato uno spaccato dello stato dell’arte della regione e delle prospettive future. “Il Caucaso è importantissimo per l’energia viste le forniture di gas e petrolio che riceviamo dall’Azerbaigian ed è la porta dell’Oriente, per questo storicamente l’Italia – prima l’Impero romano, poi le Repubbliche marinare, poi il Regno d’Italia – ha sempre visto nel Caucaso una zona importante per i nostri commerci e traffici economici”, ha spiegato Cirielli. “Vogliamo aiutare i Paesi a garantire la loro stabilità e a crescere economicamente. E in tal senso ci sono buone prospettive: io ne ho parlato con il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e penso che prossimamente che il ministro prenderà delle iniziative politiche importanti. Vogliamo dare una mano concreta”, ha concluso il viceministro degli Esteri.