Eastjournal.net – IRAN: Gli armeni, cristiani all’ombra di un minareto. (12 mar 2015)

Avendo avuto il piacere (e il privilegio) di viaggiare l’Iran in lungo e in largo negli ultimi anni, ho sempre cercato di scovare le comunità armene delle città in cui mi trovavo, con l’aiuto di mappe o chiedendo ai locali. Spesso con successo, e si può dire che non vi sia virtualemente città dell’Iran che non porti traccia, ancora oggi, di questa importante presenza. Un patrimonio vasto e esteso, che va dal Golfo Persico fino ai confini con Azerbaigian e Armenia, e si compone di un gran numero di testimonianze.
Luoghi di culto, naturalmente, come gli splendidi complessi monastici del nord iscritti dall’UNESCO nella lista del patrimonio dell’umanità o le 13 chiese seicentesche di Nuova Giulfa, a Isfahan. Queste certo le più famose, ma ogni comunità – non solo nelle città ma anche in diversi villaggi – ne costruì in passato almeno una e molte sono ancora presenti, anche se non sempre attive. E poi teatri, scuole, dormitori, centri ricreativi e culturali. Visitarli è un’esperienza che ripaga abbondantemente dello sforzo e del tempo perduto. A volte, si deve vincere anche la diffidenza delle comunità locali, ma alla fine la cortesia e l’ospitalità armena (e iraniana) finiscono per avere la meglio.

…Continua

Askanews – Putin parteciperà a commemorazione massacri in Armenia. Ne ha parlato oggi con il leader di Erevan, Serzh Sarkisian. (12 mar 2015)

Roma, 12 mar. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin parteciperà alle cerimonie per i 100 anni dei massacri subiti dagli armeni sotto l’Impero ottomano, che si terranno in Armenia. L’ha comunicato oggi il Cremlino. L’Armenia commemora quello che considera un genocidio, avvenuto durante la prima guerra mondiale, il 24 aprile.

“Volerà a Erevan” ha detto il portavoce di Putin Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda su cosa intendesse fare Putin in quell’occasione. Peskov ha spiegato che il presidente russo ha discusso la questione col presidente armeno Serzh Sarkisian oggi.

L’Armenia afferma che gli ottomani uccisero un milione e mezzo di persone. La Turchia, erede della tradizione ottomana, respinge il termine “genocidio” e parla di mezzo milione di morti, uccisi dalla guerra o dalla fame.

La Russia è tra i 20 paesi al mondo che riconoscono l’esistenza di un genocidio armeno.

La telefonata di Putin a Sarkisian s’è svoltya mentre impazzano le speculazioni sullo stato di salute del presidente russo. Peskov ha assicurato che va tutto bene e ha definito le notizie su un’eventuale malattia del leader “follia di marzo”.

 

Sanremonews.it – Sanremo: Antonia Arslan ai Martedì Letterari con il libro “Il Calendario dell’Avvento”. (12 mar 2015)

Martedì 17 marzo al Teatro dell’Opera alle ore 16.30 Antonia Arslan presenta il libro “Il calendario dell’Avvento”. Piemme) Partecipa il dott. Matteo Moraglia. Intervento musicale della Scuola Ottorino Respighi.

Dicembre è lo scrigno di ogni festa futura. Se ne contano i giorni, uno per uno. Quattro sono le settimane dell’Avvento, quattro le candele che si devono accendere sul davanzale della finestra, una per ogni domenica. Mentre l’anno e la luce del giorno precipitano verso il buio, quelle piccole luci coraggiosamente dichiarano una speranza. Alfa e Omega, principio e fine, nascita e morte. E in mezzo il respiro di un’attesa”. La parabola esistenziale di ciascuno di noi è fatta di piccole e grandi sospensioni: la trepidazione per una nascita, la fiducia in una nuova stagione, la realizzazione di un progetto, la preghiera per una guarigione, il desiderio di un ritorno. Aspettare non è mai atto passivo.

Come per i bambini, che a Natale non riescono a star fermi, l’attesa è movimento, creazione, passione. Questo vogliono rappresentare le storie di questo piccolo libro, familiari e fantastiche, che attingono a tradizioni diverse, occidentali e orientali, seguendo un ritmo musicale, sensibile, per declinare quel senso della vita che tutti cerchiamo e che risuona nella voce del verbo “attendere”.

“ Questo vogliono rappresentare le storie di questo piccolo libro, familiari e fantastiche, venete e orientali, seguendo un ritmo musicale e sensibile, che sia come una compagnia nel cammino…Per declinare quel senso della vita che tutti cerchiamo e che risuona nella voce del verbo “attendere”. Anonia Arslan.

Antonia Arslan (Padova, 1938) è una scrittrice e saggista italiana di origine armena. Continua

Eurofestivalnews.com – Eurovision 2015, ecco “Don’t deny”, la canzone armena. Si completano i Genealogy (12 mar 2015)

Dopo diverse settimane di attesa è stato presentato oggi l’intero progetto artistico che porterà l’Armenia a Vienna. Come vi avevamo pre-annunciato, quest’anno l’Armenia ha deciso di puntare su un gruppo vocale del tutto nuovo (di fatto creato appositamente per l’Eurovision Song Contest 2015) i cui membri si esibiranno sul palco della Wiener Stadthalle con Don’t Deny, ballata a più voci che ricorda l’anniversario del genocidio degli armeni. Continua

 

Eastjournal.net – IRAN: Gli armeni, cristiani all’ombra di un minareto (12 mar 2015)

di Simone Zoppellaro

Avendo avuto il piacere (e il privilegio) di viaggiare l’Iran in lungo e in largo negli ultimi anni, ho sempre cercato di scovare le comunità armene delle città in cui mi trovavo, con l’aiuto di mappe o chiedendo ai locali. Spesso con successo, e si può dire che non vi sia virtualemente città dell’Iran che non porti traccia, ancora oggi, di questa importante presenza. Un patrimonio vasto e esteso, che va dal Golfo Persico fino ai confini con Azerbaigian e Armenia, e si compone di un gran numero di testimonianze.
Luoghi di culto, naturalmente, come gli splendidi complessi monastici del nord iscritti dall’UNESCO nella lista del patrimonio dell’umanità o le 13 chiese seicentesche di Nuova Giulfa, a Isfahan. Queste certo le più famose, ma ogni comunità – non solo nelle città ma anche in diversi villaggi – ne costruì in passato almeno una e molte sono ancora presenti, anche se non sempre attive. E poi teatri, scuole, dormitori, centri ricreativi e culturali. Visitarli è un’esperienza che ripaga abbondantemente dello sforzo e del tempo perduto. A volte, si deve vincere anche la diffidenza delle comunità locali, ma alla fine la cortesia e l’ospitalità armena (e iraniana) finiscono per avere la meglio. Continua…

Rainews.it – Cento anni fa il genocidio degli Armeni. (11 mar 2015)

11 marzo 2015 Era il 24 aprile del 1915, quando ebbe inizio il primo genocidio della storia del Novecento, quello degli Armeni. Un milione e mezzo di persone sterminate per omogeneizzare etnicamente il territorio del nascente stato turco. Una mostra al Vittoriano di Roma racconta l'”Armenia, il popolo dell’arca”, non solo il massacro ma la storia e la cultura dalle origini. Servizio di Tommaso Ricci per il Tg2 . VAI al Servizio del Tg2

 

Espresso.repubblica.it – Reportage- Nagorno Karabakh, la polveriera del Caucaso. (11 mar 2015)

C’è sempre più tensione nella regione armena dell’Azerbaijan, autoproclamata indipendente nel 1992 e mai riconosciuta da nessuno Stato. Nel 2014 ci sono stati più di 70 morti e un elicottero abbattuto: è il bilancio più grave dal cessate il fuoco del 1994. Intanto la spesa militare dell’Azerbaijan cresce in modo vertiginoso. E i tweet del suo presidente Ilham Aliyev sono sempre più aggressivi …Continua

 

Huffingtonpost.it – Il genocidio armeno raccontato dal cinema e dalla fotografia. (9 mar 2015)

Il 24 aprile 2015 ricorrerà il centenario del genocidio del popolo armeno. In quel giorno del 1915, infatti, circa settecento armeni di Costantinopoli furono trucidati per volere de I Giovani Turchi, movimento politico nazionalista che intendeva far diventare l’Impero Ottomano un paese organizzato intorno a una forma di governo di tipo costituzionale. Questo spaventoso evento diede avvio a quello che può essere considerato il genocidio armeno che porterà alla scomparsa tragica e violenta di circa un milione e trecentomila persone.

Il XX secolo iniziò, dunque, con un vergognoso crimine contro l’umanità che ha anticipato di circa venticinque anni la Shoah, ovvero lo sterminio, durante la seconda guerra mondiale, di sei milioni di ebrei europei da parte dei nazisti. Il problema riguardante il massacro che dovettero subire gli armeni all’inizio del Novecento è che ancora oggi sussistono forti sacche di negazionismo. La Turchia non ha formalmente riconosciuto il genocidio armeno e cerca da sempre di sminuire la portata della tragedia restringendo in modo arbitrario e cospicuo il numero dei morti complessivi.

Non c’è dubbio, dunque, che un tale agghiacciante misfatto debba essere al centro di un lavoro sulla memoria, sia a livello socio-politico che a livello artistico-creativo. In campo cinematografico non si contano molte opere sulla materia. Mi vengono in mente, tra le altre, quelle forse più significative: Ararat (2002), del canadese Atom Egoyan (nato a Il Cairo, in Egitto, da genitori armeni), La masseria delle allodole (2007), di Paolo e Vittorio Taviani e The Cut (2014), del turco-tedesco Fatih Akin.

Per quanto riguarda la fotografia, ricordo una mostra a Milano presso il Civico Museo Archeologico, allestita ormai una ventina di anni fa. Si trattava di ottanta immagini scattate dal tedesco Armin T. Wegner (e non solo) negli anni 1915-1916, periodo in cui la deportazione degli armeni e il loro massacro stava assumendo proporzioni spaventose.  Continua

Newsbiella.it – La dolce bellezza del melograno.(9 mar 2015)

Teatro Sociale pieno ieri sera per l’esibizione del pianista biellese Andrea Manzoni e della soprano armeno-ameicana Rosy Amoush Svazlian

A due canzoni dall’inizio del concerto che si è svolto ieri sera al Teatro Sociale Villani, il pianista Andrea Manzoni, protagonista della serata insieme alla soprano armeno-americana Rosy Anoush Svazlian, prende il microfono e mostrando un melograno racconta che questo frutto in armeno si dice Nur ed è da esso che il progetto dei due artisti ha preso il nome. Il melograno è infatti il simbolo dell’Armenia, indica speranza, rigenerazione e abbondanza, e inoltre Manzoni spiega: “La cosa bella è che il melograno rispecchia tantissimo gli armeni: sono persone dolci, passionali e meravigliose come i chicchi rossi del frutto ma allo stesso tempo possono essere molto aspre come la sua membrana bianca”.
Un modo, quello del pianista, di iniziare ad accompagnarci passo dopo passo all’interno dell’Armenia e di conseguenza della sua musica antichissima. Infatti in questo viaggio alla scoperta della musica armena Manzoni ha dichiarato di aver incontrato diversi ostacoli: la difficoltà è stata soprattutto comprendere a fondo delle sonorità così lontane dalla cultura occidentale e insieme una lingua, di derivazione aramaica, così diversa dalla nostra. E come in tutto, per comprendere ciò che abbiamo di fronte non possiamo non dare uno sguardo alle nostre spalle, alla Storia e il musicista si è assunto anche questo compito.
Sappiamo che il “Nur project” è stato proposto in occasione del centenario del genocidio armeno, a proposito di questo Andrea tra un brano e l’altro racconta “ Le dinamiche del genocidio sono state molto simili a quelle relative agli ebrei. Nel 1915 i turchi, volendo questa nazione indipendente, senza armeni e curdi, hanno cominciato a prendere tutto il compartimento culturale ovvero scrittori, giornalisti, poeti, pittori, musicisti, che vennero portati via dalla loro patria e sterminati; così facendo hanno tolto il cuore ed il cervello di una nazione. Successivamente hanno preso tutti gli uomini di sesso maschile con il pretesto di farli combattere contro i Russi, e, giunti al confine, li hanno disarmati e sterminati, sono rimaste solo donne, bambini ed anziani. Con lo sterminio sono state eliminate 1.500.000 persone. L’Europa entrava in questo anno nella prima guerra mondiale quindi era nel caos e non poteva pensare a ciò che stava succedendo in Turchia, Hitler più avanti ha potuto compiere lo sterminio degli ebrei anche grazie al fatto che nessuno aveva più memoria di quanto successo in Armenia”.
Ma veniamo alla musica, la vera protagonista della serata. I brani che sabato sera sono stati presentati all’uditorio sono in parte di alcuni dei compositori più importanti del continente euroasiatico, come Komitas, Berberian, Kanachan, e in parte di anonimi perché purtroppo gran parte della musica tradizionale armena è stata tramandata oralmente. Il concerto ha mantenuto intatti della musica armena principalmente la linea melodica ed il testo, dal momento che i brani sono stati riarrangiati per renderli più moderni e più vicini al sentire occidentale. Le canzoni sono composizioni di breve durata che trattano temi come l’amore, la natura e gli animali. Il concerto è stato molto piacevole, un connubio di vecchio e nuovo, e la voce di Rosy è stata in grado di arrivare al cuore dell’ascoltatore, soprattutto per quanto riguarda i brani dalle melodie più malinconiche. Insomma piano e lirica, Italia ed Armenia, Oriente ed Occidente sono stati legati dai due artisti con successo creando un’ora e mezza di emozioni nella sala del teatro, che per l’occasione era piena.

Gonews.it – Il primo genocidio del ‘900 ignorato per quasi un secolo. Antonia Arslan e il massacro degli armeni per Vincincontri (9 mar 2015)

Il genocidio degli Armeni è il primo genocidio del ‘900. Questo lo sfondo storico che ha caratterizzato la serata di venerdì 6 marzo nell’incontro con la scrittrice Antonia Arslan a Vinci al Teatro della Misericordia. Quello attuato cent’anni fa ad opera dei Giovani Turchi non è un orrendo massacro, ma un vero e proprio genocidio perché pianificato e studiato per motivi essenzialmente politici e di logica di potere, un modello poi ripreso in epoche successive. Se nel corso dei decenni questo genocidio è stato volutamente dimenticato o ancora oggi viene negato dal Governo turco, i motivi hanno avuto origine diversa ma tutti hanno ignorato la verità dei fatti. Ne è prova che anche nei libri di storia delle nostre scuole solo da 5 o 6 anni si accenna a questa tragedia che ha causato circa un milione e mezzo di morti. La pubblicazione del libro di Antonia Arslan “La masseria delle allodole” nel 2004 ha fatto breccia su un muro di omertà e di opportunismo, venendo a contribuire notevolmente alla divulgazione di questa vicenda. Stampato in trentadue edizioni, tradotto in quattordici lingue ed onorato da vari premi letterari, “La masseria delle allodole” con la forza di un romanzo che, apparentemente innocuo, parla di lontane storie familiari reali ha avuto un effetto dirompente. La strada è stata, poi, percorsa dai fratelli Taviani che nel 2007 hanno girato il film omonimo “La masseria delle allodole”, moltiplicando la conoscenza della tragedia. Tra poco più di un mese, il 24 aprile ricorrerà il centesimo anniversario del genocidio. Lo stesso Papa Francesco, al quale il cantante novantenne di origine armena Charles Aznavour ha chiesto in questi giorni un’udienza, ha stabilito una celebrazione per gli Armeni il 12 aprile. La conferenza di Vincincontri, durante la quale è stato accennato anche al viaggio svolto proprio un anno fa da alcuni parrocchiani di Vinci in Armenia, è stata caratterizzata da un coinvolgimento pieno dei partecipanti alle sollecitazioni fornite da Antonia Arslan. Ecco perché la serata si è conclusa con un applauso interminabile!
http://www.gonews.it/2015/03/09/vinci-il-primo-genocidio-del-900-ignorato-per-quasi-un-secolo-antonia-arslan-e-il-massacro-degli-armeni-per-vincincontri/