ATS – Erdogan sfida armeni su genocidio (19 mar 2015)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sfidato la comunità armena a “mostrare i documenti” che confermino il genocidio perpetrato dalle forze ottomane nel 1915 e 1916 contro centinaia di migliaia di armeni, che la Turchia rifiuta di riconoscere.
Il 14 aprile a Erevan sarà celebrato, in presenza di capi di stato e di governo stranieri, il centenario dell’inizio del massacro degli armeni in Turchia, che secondo gli storici fece oltre 1,5 milioni di morti e costituì il primo genocidio del XX secolo. Continua

Adnkronos – Armenia: Due mostre a Torno in ricordo del Genocidio dei 100 anni fa. (19 mar 2015)

Torino, 18 marzo 2015 L’Armenia: crocevia di culture, avamposto del cristianesimo al confine fra mondo russo e Medio Oriente e teatro del primo genocidio del ventesimo secolo. Il Paese del Caucaso meridionale sarà il protagonista di due mostre storico-fotografiche che saranno inaugurate sabato 21 marzo alle 12 nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte in piazza Castello a Torino: “Armenia oggi fra passato e futuro” e “Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia” . L’occasione è il centesimo anniversario dello sterminio della popolazione armena, avvenuto fra il 1915 e il 1917 ad opera dell’impero Ottomano. Un genocidio non riconosciuto ufficialmente da diversi Stati. Le due esposizioni fanno parte di un fitto programma di eventi, organizzati. Continua

2duerighe.it – Seconda parte: Emanuele Aliprandi, esperto del Nagorno Karabakh – Gli interessi politici e internazionali. (18 mar 2015)

Domanda: in questa guerra vincono gli interessi geostrategici ed economici? La vita umana sottoposta ad interessi internazionali?
Risposta: Per capire questa guerra va fatto un passaggio fondamentale, è necessario chiarire due equivoci di fondo. Primo il Nagorno Karabakh attuale non è frutto di una guerra, ma nasce da un processo giuridico democratico legale, come dimostrano le cronache di allora. Secondo, gli Armeni non hanno occupato il territorio: quando l’Unione Sovietica si disgrega e dopo i tragici fatti dell’87-88, dopo un breve periodo di quiete, la tensione rinasce nel 1990, solo ed esclusivamente per problemi politici interni all’Azerbaijian. Il 30 Agosto del 1991 la Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaijian esce dall’URSS e commette un grande errore politico e giuridico. Nel mese di aprile del 1990, infatti, era stata varata una legge per salvare il salvabile e per far si che ci fosse maggiore trasparenza nei processi di scomposizione dell’Unione Sovietica. La legge consentiva a regioni facenti parte di Repubbliche ex sovietiche, e che volevano staccarsi dall’URSS, se c’era una regione autonoma ben identificabile, questa poteva decidere se seguire o meno la Repubblica nella secessione: quindi il Nagorno era leggittimato da una legge sovietica a seguire la sua strada. Il 30 Agosto l’Azerbaijian dichiara di uscire. Gli Armeni del NK si trovano servita su di un piatto d’argento un’occasione d’oro e dichiarano subito non voler seguire l’Azerjaigian. Gli Azeri insistono affermando che non vogliono avere più niente a che vedere con l’Urss. La logica e la correttezza vuole a questo punto che se rinunci all’esperienza sovietica, rinunci anche al “regalo” di Stalin di qualche decennio prima, cioè rinunci al Nagorno Kharabakh. Anche la Corte Costituzionale di Mosca respinge le pretese dell’Azerbaijian, che si attivò per costringere il Nagorno a restare con Baku: non avevano più nessun potere decisionale su questa questione (nov. 1991), e per leggerezza o presunzione, o forse perché pensavano che mai il Karabakh si sarebbe permesso di richiedere la sua indipendenza. Se invece, seguendo percorsi giuridici validi, avessero sottratto l’autonomia al NK tolto prima della scissione, avrebbero potuto essere nel giusto. Il Soviet del NK decide, e aveva tutto il diritto di farlo, di rimanere con Mosca. Il Referendum per l’autonomia del NK viene votato da tutta la popolazione armena sotto i bombardamenti: il successo del referendum fu a maggioranza schiacciante, certificato anche da osservatori internazionali. Il 26 Dicembre ci sono le elezioni politiche, il 6 gennaio 1992 nasce nuovo il nuovo Stato, che però non viene riconosciuto. Neanche dall’Armenia che non può precludere la sua possibilità di trattativa futura con la Comunità internazionale potendo sembrare “aggressore”. Continua

Futuroquotidiano.it – Serra Yilmaz a teatro con “La Bastarda di Istanbul”: una storia che commuove turchi e armeni. (17 mar 2015)

“Abbiamo bisogno di convivere, di ritrovarci e di risolvere tutto questo insieme. Turchi e armeni, in realtà siamo simili, troppo simili: quando sono venuti a teatro degli amici armeni ci siamo commossi da entrambe le parti, perché questa è la nostra storia, una storia comune”. Serra Yilmaz, attrice turca che in Italia ha svolto gran parte della sua carriera, personaggio simbolo dei film del regista, suo connazionale, Ferzan Ozpetek, ha un tono tranquillo e rilassato, il volto disteso di chi ha appena fatto il pieno di applausi e di abbracci. L’affetto di un pubblico che la segue e che ha sempre fatto il tutto esaurito al Teatro di Rifredi di Firenze da più di undici anni, prima con lo spettacolo “L’ultimo Harem” e oggi con “La Bastarda di Istanbul”. Angelo Savelli ha portato quest’anno in scena, in esclusiva mondiale, l’omonimo best seller della scrittrice turca Elif Shafak: una storia quasi tutta al femminile, che tocca un tema ancora scottante per la Turchia, la questione del genocidio armeno. Continua

Tempi.it – Ogni realpolitik ha un limite. Mica si può snobbare il genocidio armeno per non disturbare la Turchia, vero Renzi? (16 mar 2015)

All’inaugurazione della mostra sul “popolo dell’Arca” non c’era il governo. Perché? L’alleanza con Erdogan in chiave anti-Isis è una ragione seria. Ma sufficiente?

 

Giovedì scorso si è inaugurata una mostra importante. Per la bellezza, la forza, ma anche per il dolore che vi è raccolto e trasformato in oro e in fiori. Si chiama “Armenia. Il popolo dell’Arca”. La sede è il Vittoriano (fino al 3 maggio, bisogna andarci), dunque il cuore della memoria patria, se è concesso questo aggettivo solenne in tempi di disincanto. C’erano le autorità della Repubblica d’Armenia, la ministra della Cultura di Yerevan, signora Hasmik Poghosyan. Nes-su-no del governo italiano. Perché?

Quest’anno si celebra il centenario del genocidio del popolo armeno a opera dei turchi-ottomani. La Turchia ha esercitato una fortissima pressione perché l’Italia non desse segno di accorgersene: vittoria turca. Già nei mesi scorsi una risoluzione per consentire nelle scuole italiane il ricordo di questo eccidio e l’inserimento nei libri di testo scolastici di questa persecuzione iniziata sotto il Sultano già nel 1895 era stata frenata dal Partito democratico ma non solo. Si diceva: la Turchia è troppo importante nella guerra allo Stato islamico per inimicarcela. Continua

Rivista Confronti – A cento anni dal genocidio – Marzo 2015

Maria Immacolata Macioti

Nel 1915 vengono sospese le garanzie fondamentali nei confronti degli armeni e imposta una politica panislamica per rafforzare l’identità musulmana. A distanza di cento anni, grazie alla documentazione e agli studi usciti nel frattempo, la negazione del genocidio da parte del governo turco diventa sempre meno credibile. Continua

Adnkronos.com – Armenia, Charles Aznavour in udienza dal Papa mercoledì a 100 anni da genocidio. (14 mar 2015)

Charles Aznavour, mercoledì prossimo, sarà in piazza San Pietro per l’Udienza generale del Papa. A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti vaticane, l’artista francese novantenne mercoledì potrà coronare il suo sogno, incontrando il Papa al termine dell’udienza. Aznavour è stato infatti ammesso al baciamano del Pontefice. Un incontro, quello tra il Papa e l’armeno più famoso al mondo, che assume ancora più significato visto che ricorrono i cento anni dal genocidio armeno.
In quell’occasione, Aznavour, sempre a quanto si apprende, proporrà a papa Francesco di fare un concerto in Vaticano per ricordare i cento anni dal genocidio. Un’idea che potrebbe trovare la sua realizzazione. Tra l’altro, fanno notare le stesse fonti, l’entourage argentino vicino a Francesco conosce benissimo le canzoni del ‘Frank Sinatra della Francia’.
Il prossimo 24 aprile ricorrerà, infatti, il centenario dell’inizio del massacro di un milione e mezzo di armeni in Turchia. Proprio nell’ambito delle commemorazioni, l’arcivescovo di Buenos Aires Mario Poli, nel corso di una messa celebrata nella cattedrale armena cattolica di Nostra Signora di Narek, aveva annunciato ai fedeli che il Papa, il prossimo 12 aprile, domenica della Divina Misericordia, avrebbe celebrato nella basilica di San Pietro una messa per ricordare i cento anni dall’inizio del genocidio armeno, iniziato il 24 aprile 1915 con un massacro a Costantinopoli. Nell’occasione ci sarà anche il Patriarca armeno.
Aznavour è un eroe nazionale per molti armeni che, nel tempo, gli hanno dedicato monumenti e onorificenze. E’ noto l’impegno dell’artista novantenne nei confronti dell’Armenia. Ora viene esaudito il suo desiderio di incontrare il Papa argentino. In quella terra, Aznavour è considerato un mito.

Torinotoday.it – Il Comune ricorda il genocidio del popolo armeno con mostre e concerti (13 mar 2015)

A cento anni dal genocidio del popolo armeno, avvenuto tra il 1915 e il 1917, Torino ospita per tutto il 2015 eventi dedicati alla sua memoria. Appuntamenti che fanno parte del progetto “Armenia oggi, tra passato e futuro”, ideato dall’Associazione AS. SO. L’Armenia ha sviluppato nei secoli un’identità peculiare: unico lembo cristiano tra mondi musulmani, ha dato vita ad una cultura, un’architettura e una musica particolari in cui Oriente e Occidente si fondono.

…Continua

Balcanicaucaso.org Diritti umani in Armenia: il rapporto Muižnieks. (13 mar 2015)

Andrea Oskari Rossini

12 marzo 2015

Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks, ha reso pubblico martedì il rapporto sullo stato dei diritti umani in Armenia. Al centro dell’attenzione la violenza contro le donne e l’indipendenza dei giudici. Intervista

Signor Muižnieks, perché il Commissario per i Diritti Umani si è recato in Armenia?

Il mio viaggio in Armenia è avvenuto nel quadro del programma ordinario di incontri che svolgo nei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa. Nel corso di queste visite identifico due o tre grandi questioni che voglio approfondire, relative allo stato dei diritti umani nel paese.

Che cosa ha trovato?

Ci siamo concentrati su due questioni: amministrazione della giustizia e diritti delle donne. Molto deve ancora essere fatto per rafforzare l’indipendenza del sistema giudiziario. C’è un generale problema di subordinazione dei magistrati, in particolare rispetto al presidente [della Repubblica], il cui ruolo è troppo rilevante nella nomina e revoca dei giudici. In Armenia c’è inoltre un generale problema di parzialità delle Procure, e di predominio delle Procure stesse all’interno del sistema. Devono essere rafforzate le prerogative della difesa nel quadro di un processo equo. Continua

 

2duerighe.it – Jacqueline Rastrelli intervista Emanuele Aliprandi, esperto del Nagorno Karabakh – Parte 1 (13 mar 2015)

La guerra dimenticata del Nagorno Karabakh: una pace giusta, una guerra inevitabile?
Artsakh è l’originario nome armeno della regione del Nagorno Karabakh: una traduzione, comunemente accettata, è “giardino nero di montagna”. Una terra che esiste ma non è riconosciuta, eppure, è da sempre una terra con i suoi abitanti, la sua storia millenaria, una storia che ha inizio molto prima che i paesi vicini, falsari della storia e creatori di identità fasulle, potessero avere un posto nella geografia del Caucaso.
Abbiamo incontrato Emanuele Aliprandi, autore del libro “Le ragioni del Karabakh” che, suo malgrado, è diventato uno specialista di quella parte di mondo sconosciuto.Continua