La maschera della verità: il libro di Pinar Selek sulle tracce del popolo armeno (Italiamagazineonline.it, 5.06.15)

di Antonietta Molvetti

Tra il 1914 e il 1918 un numero non definito di Armeni, storicamente stanziati in Anatolia, furono vittime, per mano del governo ottomano, di feroci massacri, che costrinsero i decimati superstiti ad una dolorosa diaspora intorno al mondo. Ancora oggi, a cento anni da quel 24 Aprile del 1915 inizio della strage, sul primo caso di genocidio della storia moderna pesa il grave negazionismo del governo di Ankara.

Mark Twain disse: “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe”.
Come spesso accade, anche nel caso dell’olocausto armeno, è stata la letteratura a dotare la verità del paio di scarpe necessario a incamminarsi verso la luce. Lo ha fatto attraverso una serie di romanzi coraggiosi, che hanno dato voce ai racconti di drammatiche vicissitudini personali e familiari, già a pieno titolo pagine di storia. Continua

Dazebaonews.it Midem 2015 la novità 40 concerti gratuiti dal rock, al pop, al soul e l’Armenia paese d’onore (06 giugno 2015)

CANNES – ll mercato internazionale della musica si riunisce a Cannes da quasi 50 anni, un mondo che va dalla produzione musicale fino a  tutti i professionisti della musica a livello internazionale.

La novità di quest’anno oltre alla data non più invernale, ma dal 5 all’8 giugno, sarà l’apertura al pubblico, con una quarantina di  concerti gratuiti di musica jazz, pop, rock, che si svolgeranno in un evento fino a quest’anno dedicato rigorosamente solo alla filiera musicale. L’Armenia è  il paese d’onore del Midem 2015, ad alzare  il sipario oggi le immagini dei celebri volti armeni  Michel Legrand, Sergey Paradzanov,  Jansen,  Charles Aznavour, Cher, Andre Agassi,  solo per citarne alcuni che  hanno salutato l’apertura del Midem 2015 alla presenza del Ministro della cultura armena Hasmik Poghosyam. Il Midem vuole  commemorare il centesimo anniversario del’inferno del genocidio armeno, i quasi 2 milioni di vittime innocenti, i più di mille intellettuali  massacrati, tra cui giornalisti , scrittori, preti, poeti e parlamentari. Sarà a Cannes anche il Presidente della  Repubblica armena Searzh Sargsya per ricordare gli orrori del passato per guardare avanti e costruire il futuro di un popolo disperso nel mondo, ma che non vuole disperdere la sua cultura e la sua identità. Continua


Armenia diretta interessata al conflitto in Siria

Vivereassisi.it – Assisi, uno sguardo sull’Armenia nel chiostro della basilica (04 giugno 2015)

Si apre ad Assisi, nella splendida cornice del Chiostro Sisto IV della Basilica di San Francesco d’Assisi, la mostra fotografica “Gli Armeni e l’Armenia”.

La mostra, patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, sarà inaugurata sabato 6 giugno ore 11 alla presenza dell’Ambasciatore della Repubblica d’Armenia in Italia Sargis Ghazaryan e rimarrà aperta fino al 27 ottobre prossimo.
L’autore Garen Kokciyan, armeno nato a Istanbul, arriva in Italia 40 anni fa e qui studia e costruisce la sua vita di adulto. Nel 2009 compie il suo primo viaggio in Armenia, dove tocca con mano quella storia e quella cultura a lui tanto vicine eppure così lontane.  Nelle 60 fotografie esposte, i monasteri, le chiese e i siti archeologici, assieme ai paesaggi e alle scene di vita quotidiana dell’Armenia contemporanea, emergono prepotentemente con colori vividi, con prospettive ardite. Nelle fotografie di Garen Kokciyan l’osservatore non vede solo immagini, ritrova anche i codici identitari – la lingua, la religione e la scrittura – che sono la forza, la coesione e la resilienza del popolo armeno, quel popolo che il 24 aprile di quest’anno ha commemorato il centenario del suo genocidio nell’Impero Ottomano. Perfettamente incastonata tra gli affreschi con le Storie di San Francesco, l’esposizione è un invito ad avventurarsi nel “paese delle pietre urlanti” (come definì l’Armenia il poeta russo Osip Mandel’stam), e a guardare al futuro con spirito di pace e riconciliazione. Continua

Il Fatto Quotidiano – Antonia Arslan, “cantastorie” degli armeni: “Canto le terribili memorie di mio nonno” (04 giugno 2015)

Ha ricevuto il “Premio Ostana: scritture in lingua madre”, e la cittadinanza del comune occitano dove si tiene la manifestazione, ai piedi del Monviso. Il suo ultimo romanzo, Il rumore delle perle di legno, è ambientato a Padova negli anni del fascismo e del dopoguerra, e ruota sempre intorno all’abisso oscuro del destino armeno.

La “cantastorie” del popolo armeno che risponde al nome di Antonia Arslan è autrice di diversi testi, narrativi e saggistici, sul Medz Yeghern, Il Grande Crimine – così gli armeni chiamano i massacri perpetrati dai turchi nel 1915 -, per i quali riceve il “Premio Ostana: scritture in lingua madre”, e la cittadinanza del comune occitano dove si tiene la manifestazione, ai piedi del Monviso. Ma qui a Ostana, sulla figura di questa donna minuta e dolce ma molto tenace e determinata, incombe piuttosto la sagoma dell’Ararat… Continua

Larena.it – Genocidio armeno Le foto di Monzoni narrano un silenzio (03 giugno 2015)

«Ho percepito subito il tormento di quel Paese e le sue ferite»
È un dramma del passato, di un secolo fa. Ma «Ferita armena», la mostra di immagini di Antonella Monzoni che viene inaugurata sabato alle 19 alla galleria Fiaf di Palazzo Pincini Carlotti, con introduzione di Fulvio Merlak, direttore del centro italiano per la fotografia d’autore (Cifa), contiene anche un richiamo all’attualità. Sono rececenti infatti le parole di papa Francesco sul «genocidio» degli armeni, che hanno innescato una crisi diplomatica tra il Vaticano e il governo turco. Le opere di Antonella Monzoni, esposte nelle sale affidate alla gestione del del gruppo «Lo Scatto», hanno la forza della Storia che non può essere negata, solo semmai maldestramente nascosta. Continua

Confronti – Se il nontiscordardimé simboleggia il genocidio degli armeni (giugno 2015)

di Luigi Sandri, inviato di Confronti a Erevan

Il 23 aprile a Erevan i due catholicos hanno proclamato santi i martiri dei massacri perpetrati dai turchi ottomani. Poi, il 24, rappresentanti delle nazioni de lmondo hanno ricordato l’inizio del «Metz Yeghern». Le reazioni furenti della Turchia a chi (papa compreso) ha fatto proprie le tesi armene. Le speranze del futuro.

Non una spada, quasi per annunciare vendetta contro i turchi; non una bilancia, per ribadire la volontà di pareggiare il Metz Yeghern (Grande Male) subìto; ma l’indzi mi Mornar, cioè il nontiscordardimé – un umile fiore che di per sé invita ad una memoria intima e profonda, e però mite e nonviolenta – è stato scelto dall’Armenia per simboleggiare il centenario dell’inizio, il 24 aprile 1915, del genocidio del suo popolo. Un nontiscordardimé stilizzato, con cinque petali viola-blu e il cuore giallo, piccolo sui baveri delle giacche degli uomini e sui tailleurs delle signore, ben evidente sui cruscotti delle macchine, gigantesco sui fianchi delle montagne, dominava ovunque nel paese caucasico, dalla capitale Erevan a sperduti villaggi. E là presente era anche il nostro gruppetto di Confronti, per partecipare alle celebrazioni. Continua

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Photorevolt.com – Mostra fotografica “Ferita Armena” di Antonella Monzoni (31 mag 2015)

Sarà inaugurata sabato 6 giugno 2015 alle ore 19.00 la mostra fotografica “Ferita Armena” di Antonella Monzoni presso Palazzo Pincini Carlotti in Garda (VR). La mostra resterà aperta da domenica 7 giugno a domenica 28 giugno 2015 nei fine settimana con il seguente orario: mattino 10.00 – 12.00 pomeriggio 16.00 – 19.00.

All’inaugurazione sarà presente l’autrice Antonella Monzoni; presentazione di Fulvio Merlak. L’entrata è libera.
L’Armenia è stata una scoperta per me. Ho sentito da subito il suo tormento, i territori che attraversavo si presentavano aspri, ostinati, rocciosi, un “regno di pietre urlanti” come lo ha definito Osip Mandel’stam. Continua

Bergamonews.it – Antonia Arslan e gli armeni Olocausto da ricordare: incontro a Bergamo (28 mag 2015)

Antonia Arslan è una donna minuta, attivissima, che ti dà sempre l’impressione di una vitalità straordinaria: cattedratica di rango, scrittrice brillante, acuta commentatrice sulle pagine periodiche, Antonia, però, è soprattutto armena.
Un’armena del tutto particolare, per la verità: l’accento veneto ed il brio fanno pensare più a qualche personaggio femminile di Goldoni che all’Asia, al mistero e alla tragedia. Continua

Artribune – Biennale di Venezia. L’Armenia di Mikayel Ohanjanyan (26 mag 2015)

Insieme a un gruppo di altri diciotto artisti e a una curatrice d’eccezione, Mikayel Ohanjanyan ha vinto il Leone d’oro per la Migliore Partecipazione nazionale alla Biennale di Venezia. Qui ci racconta il suo lavoro per la Repubblica Armena.
Le tue impressioni su questa esperienza in Laguna.
È stata una bellissima esperienza non solo per il premio, per il riconoscimento che abbiamo ricevuto, ma anche per il percorso che abbiamo fatto con la curatrice, Adelina von Fürstenberg. Da mesi e mesi aveva già iniziato a lavorare con tutti gli artisti singolarmente, e poi insieme: è stata una bellissima esperienza proprio sul piano personale.
Come hai conosciuto Adelina?
Ho avuto il piacere e l’onore di conoscerla nel 2011, sempre a Venezia, durante l’inaugurazione della mostra da lei curata Mediterraneo presso Ca’ Zenobio, l’ex collegio armeno a Venezia. Continua

Mondointasca.it – Arte armena alla Biennale di Venezia (26 mag 2015)

C’è tempo ancora fino al 31 ottobre per visitare Armenity, uno dei padiglioni più interessanti della Biennale Arte di Venezia. Lo spazio curato dalla repubblica dell’Armenia, a cento anni dal genocidio che ne ha segnato profondamente le sorti, ha vinto il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale.
Armenity è curato da Adelina von Furstenberg e presenta diciotto artisti, nipoti di alcuni superstiti sfuggiti al genocidio armeno nel 1915. La motivazione del Leone d’Oro ricorda che “ogni artista si confronta non solo con la sua località specifica, ma anche con il suo retaggio culturale” e che il padiglione “rappresenta la tenacia della confluenza e degli scambi transculturali”. Ha valore storico e simbolico anche la sede del padiglione, all’isola di San Lazzaro degli Armeni, nel monastero Mekhitarista. Il monastero ospita una biblioteca di importanti manoscritti per la cultura armena e viene ricordato, tra l’altro, perché Lord Byron lo scelse per studiarne la lingua.  Continua