Turchia verso la guerra civile (Agoravox, 03.07.15)

Le recenti elezioni in Turchia hanno scosso il quadro politico del paese a causa della sconfitta del partito islamico di cui è esponente il presidente della repubblica Erdogan. I risultati sono stati i seguenti: AKP (islamico-nazionalista): 40,87 %; CHP (social-democratico): 24,95; MHP (nazionalista): 16,29%; HDP (curdo-socialista-ambientalista): 13,12 %.

Essendo, quello turco, un sistema proporzionale, il partito al governo AKP non riesce a governare da solo come ha fatto finora e quindi sono iniziate le trattative con gli altri partiti. Proviamo ad elencare i possibili scenari dopo questo terremoto elettorale che ha immediatamente fatto crollare la borsa e la valuta turca a causa dell’instabilità che presto si potrebbe creare nel Paese… (continua a leggere)

 

 

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Turchia, via i social dalle scuole (Corriere della Sera, 02.07.2015)

Perché la Turchia non deve entrare nell’Unione europea (Wakeupnews.eu 03.07.15)

Mai come in questo momento il futuro dell’Europa è stato in bilico. Quello che sta accadendo in Grecia, infatti, sta tenendo tutti con il fiato sospeso. In più, ormai in moltissimi paesi europei ci sono forze politiche che fanno dell’uscita dall’Unione europea il loro punto forte. In tutto questo sembra inutile parlare dei paesi che dovrebbero far parte dell’Unione europea. Ma considerando quello che sta accadendo a pochi chilometri dalle coste di Italia e Grecia, si tratta invece di una questione di importanza vitale. Alla luce dei recenti fatti è del tutto fuori ogni logica prendere anche solo in considerazione l’idea di far entrare la Turchia nell’Unione europea.
PROTESTE E ARMENI – Il motivo non sono le proteste in Piazza Taksim del 2013. Come hanno dimostrato le cosiddette primavere arabe, le proteste non necessariamente portano ad una situazione migliore. Il problema non è neanche il fatto che fino al 2004 in Turchia era prevista la pena di morte. In Francia, uno dei paesi fondatori della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la pena di morte è stata prevista fino al 1981. E per quanto grave possa essere, non è un problema neanche la negazione, da parte di Erdogan, delle responsabilità della Turchia nel genocidio degli armeni. Se i leader dei paesi europei ci avessero tenuto veramente a ricordare gli armeni morti cento anni fa non avrebbero aspettato le parole di Papa Francesco per parlare di quel genocidio, ma lo avrebbero fatto in prima persona. Continua

Parliamo dell’indistruttibile popolo Armeno (Mondoliberoonline 03.07.15)

Si e’ parlato del “genocidio” del Popolo Armeno. Ci sono state polemiche sull’uso della parola “genocidio”. C’e’ un pensiero popolare comune in Italia che gli Armeni non esistano piu’, e che quindi non ci sia molto da capire su un Popolo del quale non sia sa’ nulla e che non esiste. Niente di vero! Il Popolo Armeno esiste! Esiste la memoria del suo passato tra gli Armeni viventi nel mondo, collegati fra loro, comunicanti fra loro la forza, la loro Tradizione, la loro Cultura e importantissimo la loro Filosofia che si chiama “TSEGHA KRON”. A tale riguardo abbiamo raccolto questa intervista esclusiva ed integrale di una acculturata rappresentante della Comunita’ Armena di Bologna, la dott.ssa Amaliya Melkonyan alla quale abbiamo rivolto alcune domande, al principio di un lungo cammino che Mondoliberonline diretto dal Direttore F. Tassinari fara’ con il Popolo Armeno, in Sua difesa e in difesa della Liberta’ di Pensiero per rispetto della essenza stessa del nostro giornale.

– Dott.ssa Lei era presente in Vaticano quando Sua
Santita’ parlo’ del “genocidio Armeno”. Cosa ci dice a tale importante riguardo?

Grazie alla volontà misericordiosa del Signore, noi, la comunità armena di Bologna, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare con le nostre preghiere alla Santa Messa celebrata nella Basilica di San Pietro il 12 aprile 2015 in ricordo delle vittime del Genocidio
Armeno avvenuto negli anni 1915-1923 , quando fu decisa eliminazione
della nostra etnia presente nell’area della penisola anatolica (Turchia) fin dal VII secolo a.c.
In occasione della Messa per i fedeli di
rito armeno, Papa Francesco, citando la dichiarazione congiunta di papa Giovanni Paolo II e Karenin II risalente al settembre 2001, definisce l’eccidio che l’Impero Ottomano perpetrò ai danni
degli Armeni nel 1915 come «il primo genocidio del XX secolo».
Siamo stati molto contenti che il Papa
abbia riconosciuto ed accettato il genocidio come orrore agli occhi del mondo, ma purtroppo ancora oggi solo 21 Statihanno riconosciuto questa tragedia storica.
Nonostante tutto dopo le dichiarazioni del Vaticano il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni come ha fatto la Germania con gli ebrei.

– ci parli della Filosofia Armena…

L’ideologia armena contiene due concetti che sono ‘tseghakron’ e ‘taronism’. Il ‘tseghakron’ è stato ideato da Garegin Nzdhe nel 1930 e rappresenta l’aspirazione continua degli armeni a unirsi per mantenere le proprie radici rafforzando cosi la nostra identità, i nostri ideali e la moralità che si sono sviluppati durante il corso della storia del nostro popolo. L’intento di questo percorso ideologico è salvare la nostra ricca cultura, l’unicità della lingua, la religione che un punto di riferimento per ogni armeno e che è stata tramandata attraverso i nostri antenati dalla nascita del cristianesimo. Il ‘taronismo’ invece è un complesso di caratteristiche nazionali degli armeni che comprende il volere di difendere la propria terra, la propria storia con capacità di affrontare gli ostacoli e far coltivare i valori antichi e veri nella generazione attuale per un futuro migliore dei nostri figli. Tali due ideali che promuoviamo all’interno della nostra comunità aiutano ad ogni armeno che vuole venire in Italia o che è già stabilito qui a ritrovarsi con i propri connazionali per condividere e ricordare il ricco passato trovando insieme la via retta migliorando se stessi ed il prossimo.

– ci parli del Suo Popolo, dei suoi desideri, dei suoi sentimenti, della sua forza…
– cosa puo’ dare all’Umanita’ il Popolo Armeno che pur senza terra e’ vivo piu’ che mai…

A queste domande la dott.ssa Amalia lascia rispondere un Suo stimatore del quale riportiamo per intero il pensiero: niente e’ meglio dell’altrui testimonianza!

– Mi chiamo Vincenzo Giordano, il mio interesse per l’Armenia ed il suo popolo è nato grazie all’incontro avuto con Amalia Melkonyan.
Anche se la mia conoscenza sul popolo armeno non è ancora completa, ritengo comunque possibile rispondere al quesito in oggetto in base alle mie esperienze avute in merito.
Il popolo armeno rappresenta il primo popolo cristiano sulla terra. Grazie a questa lunghissima storia che li caratterizza, oggi sono da considerarsi come un popolo nazionalista, rispettosi delle proprie origini, della loro terra natìa e delle proprie tradizioni. Questi elementi che li contraddistinguono sono un qualcosa che hanno insito nei loro animi, è praticamente nel loro DNA. Continua

Transnistria e Armenia: i prossimi focolai (Analisidifesa.it 02.07.15)

In un precedente articolo di “Analisi Difesa” si è accennato alla delicata situazione che si sta venendo a creare nell’autoproclamata -ma non riconosciuta- “Repubblica Moldava di Prednestrovia” (PMR), più nota come Transnistria.Si tratta di un piccolo territorio di circa 4 mila chilometri quadrati, all’incirca delle dimensioni del Molise, a forma di striscia, e che si trova interamente racchiuso tra Moldavia ed Ucraina, con una popolazione di mezzo milione di abitanti proporzionalmente suddivisi pressoché in eguale misura tra moldavi, ucraini e russi.

La Transnistria ha proclamato la sua indipendenza alla fine del 1990 provocando un conflitto locale, conclusosi nel 1992 con un accordo tripartito tra la stessa PMR, la Moldavia e la Federazione Russa, garantito dallo schieramento di una forza di interposizione a leadership russa.

Successivamente, nel 1993, i negoziati sono ripresi con la partecipazione anche di OSCE ed Ucraina, quest’ultima in veste di garante assieme alla Russia, fino ad arrivare alla situazione attuale, sostanzialmente basata sul mantenimento del precario status quo originario. Continua


 

Armenia, maxi prestito della Russia per acquisto armi (Corrierequotdiano 02.07.15)

Duecento milioni di dollari per comprare armi sofisticate russe. E’ il prestito, 13 anni con un tasso del 3%, che Mosca ha concesso all’Armenia. E’ quanto riferisce il viceministro della Difesa armeno Ara Nazaryan sottolineando che dopo l’acquisto di armi russe, nel 2013 da parte dell’Azerbaijan, “l’Armenia deve ristabilire l’equilibrio militare nella regione”. Nonostante anni di negoziati, l’Azerbaijan e l’Armenia non hanno firmato un accordo di pace definitivo. Il prestito russo viene visto da alcuni osservatori come una concessione, dopo quasi le due settimane di proteste a Erevan contro l’aumento delle tariffe dell’energia elettrica, societa’ detenuta dalla Russia.

Armenia: dal genocidio alla rinascita culturale (Comune.livorno.it 02.07.15)

In occasione del centenario del genocidio armeno l’Associazione Calibiza Arte Nuova, in compartecipazione con il Comune di Livorno, la Banca di Credito Cooperativa di Castagneto Carducci, l’Associazione Ippogrifo e l’Associazione Livorno delle Nazioni, ha organizzato una mostra/convegno che si è svolta nella Sala degli Archi in Fortezza Nuova, dal 22 al 28 Maggio 2015.
L’omaggio reso al popolo armeno è iniziato a livello di Amministrazione Comunale, con la presentazione di una mozione, prima discussa in Commissione 7 (Cultura), e poi approvata all’unanimità in sede di Consiglio Comunale, mozione che successivamente è stata tradotta in lingua armena e pubblicata sul sito ufficiale del Matenadaran, Istituto di Manoscritti e Documenti Antichi di Yerevan.
Tale mozione impegnava Sindaco e Giunta ad esprimere piena solidarietà al popolo armeno nella sua lotta per il riconoscimento della verità storica e per la difesa dei suoi diritti inviolabili; a porre in essere ogni possibile iniziativa volta a diffondere i drammatici trascorsi storici della popolazione armena istituendo tavoli di lavoro che studino tutte le possibili strategie di sensibilizzazione della cittadinanza a questo problema; a cercare un partenariato e una cooperazione anche progettuale con eventuali città e realtà armene per un condiviso sviluppo economico e una comune crescita sociale. Continua

Il Papa: Bédros, voce attenta delle sofferenze del popolo armeno (Radio Vaticana 01.07.15)

Era profondamente radicato sulla Roccia che è Cristo. Riteneva che il tesoro più prezioso che il vescovo è chiamato ad amministrare, sia la fede derivante dalla predicazione apostolica e Sua Beatitudine si è generosamente prodigato per la sua diffusione, in particolare favorendo la formazione permanente del clero affinché, anche in contesti difficili, i ministri di Dio rinnovassero la loro adesione a Cristo, unica speranza e consolazione dell’umanità.

Il messaggio letto dal card. Sandri
E’ il ricordo che Papa Francesco traccia di Nèrsos Bédros XIX Tarmouni, patriarca di Cilicia degli armeno cattolici, spentosi il 25 giugno scorso per un arresto cardiaco. Il messaggio è stato letto ieri dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in occasione dei funerali del patriarca nella cattedrale di Sant’Elia a Beirut, in Libano.

Il patriarca si è speso per la giusta commemorazione delle sofferenze del popolo armeno
Francesco, rattristato dalla notizia della scomparsa del Patriarca,  ricorda l’incontro con lui in occasione della commemorazione delle vittime del Metz Yeghern (il Grande Male) e della proclamazione a Dottore della Chiesa di San Gregorio di Narek, nella Basilica di San Pietro, lo scorso 12 aprile. Sua Beatitudine, si legge ancora nel messaggio, si è speso affinché la giusta commemorazione delle sofferenze subite dal popolo armeno nel corso della sua storia divenisse un’azione di grazia a Dio,  considerando l’esempio dei martiri e dei testimoni,  ottenendo al tempo stesso, da Lui, il balsamo della consolazione e della riconciliazione, il solo che può guarire le più profonde ferite delle anime e dei popoli.

Francesco invita tutti a raccogliere l’eredità di Bédros XIX
Il patriarca, conclude il Papa, ha potuto gioire, con tutto il popolo armeno, della elevazione a Dottore della Chiesa di San Gregorio di Narek, auspicando che la spiritualità di questo grande santo possa divenire un esempio per pastori e fedeli. Francesco invita quindi tutti a raccogliere l’eredità di Bédros XIX, implorando allo stesso tempo lo Spirito Santo di continuare a rinnovare il volto della Chiesa armeno cattolica, e affidando al Signore le fatiche legate ai limiti e alle fragilità della condizione di essere pellegrini in cammino verso la Patria eterna.

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Santo Volto: più antica icona di Cristo, chiesa di San Bartolomeo degli Armeni Genova (Genovatoday 01.07.15)

„La storia del Santo Volto, il lino dipinto a tempera considerato il primo ritratto di Cristo. La reliquia è esposta all’adorazione dei fedeli permanentemente, negli orari di apertura della chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, a Castelletto“.

Santo Volto: più antica icona di Cristo, chiesa di San Bartolomeo degli Armeni Genova
Si chiama Santo Volto ed è il lino dipinto a tempera ritenuto il più antico ritratto di Cristo, nonostante le sue origini siano ancora fonte di discussione tra gli studiosi. Più noto ai genovesi come “Santo Mandillo”, termine dialettale proveniente dal greco mandylion, è custodito nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, che si trova in piazza San Bartolomeo degli Armeni nel quartiere di Castelletto.

Ma qual è la sua storia? Secondo un’antica tradizione del III sec.d.C. Abgar, re di Edessa in Armenia, malato di lebbra ed avendo udito delle qualità taumaturgiche di Gesù che predicava in Palestina, mandò il pittore Anania perché raffigurasse il suo volto. Continua

Armeni: rare immagini domani a Bologna (Ansa 01.07.15)

(ANSA) – BOLOGNA, 1 LUG – Saranno proiettati domani con altri filmati sul genocidio armeno alla Cineteca di Bologna, per Il Cinema Ritrovato, 4 minuti di immagini rarissime, testimonianze quasi a caldo scovate nella capitale Erevan grazie a studi con gli archivi armeni. Sono frammenti di ‘Armenia. Cradle of Humanity’, girati dal 1919 al 1923 tra la popolazione sopravvissuta. Esodi e povertà, bambini, donne e uomini in cerca di rifugio: un mosaico che la Cineteca cerca di ricostruire, in assenza di documenti diretti.


 

A Bologna rivive una delle tragedie più drammatiche del ‘900: il genocidio armeno. Un filmato, inedito e risalente al 1923 che mostra alcuni rifugiati armeni scampati al genocidio del 1915, verrà proiettato in occasione del Festival “Il cinema ritrovato”. Negli ingialliti fotogrammi – circa quattro minuti senza sonoro e senza didascalie, che si aprono con il titolo “Armenia, la culla dell’umanità all’ombra del monte Ararat” – si vedono dei bambini stipati su alcune imbarcazioni turche, insieme a colonne di rifugiati ammassati sulle strade e a famiglie accampate in decine di carri ferroviari. “Nelle immagini si nota un palazzo molto noto di Istanbul in cui dopo la guerra aveva trovato sede un orfanotrofio in cui le forze britanniche aveva radunato gli orfani armeni. E in effetti si tratta degli orfani evacuati da Istanbul”, spiega Marianne Lewinsky, commissario artistico del Festival. Per commemorare il centenario del primo genocidio del XX secolo, il Festival di Bologna ha deciso di rendere omaggio al cinema armeno proiettando alcuni film tra cui “L’onore” del 1925 e “Naapet”, del 1980: la storia di un sopravvissuto ai massacri. Continua

Armenia, scoppia la protesta anti-rincari (rivistaeuropae.eu 01.07.15)

Un’ondata di proteste si è scatenata nella capitale dell’Armenia, Yerevan. Tutto è iniziato venerdì 19, giugno, quando il Parlamento armeno ha approvato un aumento del costo dell’elettricità del 17%. Nel corso del weekend, centinaia di cittadini hanno tenuto un sit-in in Piazza della Libertà e hanno chiesto di incontrare il Presidente Serz Sargsyan.
Le proteste in Armenia
Il lunedì successivo la folla si è diretta verso il palazzo presidenziale a pochi metri dal quale è stata bloccata dalla polizia. I manifestanti hanno quindi deciso di trascorrere la notte nel vicino Viale Baghramyan. Un dirigente della polizia ha proposto ai manifestanti un incontro di alcuni loro rappresentanti col Presidente, a patto che sgomberassero il viale, ma la proposta è stata rifiutata. Nel corso della notte la polizia ha caricato la folla e ha arrestato 237 persone. Decine di manifestanti e giornalisti pacifici e inermi sono stati malmenati da poliziotti e persone senza divise, con ogni probabilità agenti in borghese.
Già dal giono dopo la protesta però è ripresa e ha ottenuto il sostegno di molti esponenti della società civile e di alcune forze politiche di opposizione. I manifestanti hanno creato barricate per proteggersi da eventuali attacchi della polizia, che fortunatamente non hanno avuto luogo. I leader dei manifestanti hanno rifiutato di incontrare esponenti governativi fino a che non venisse revocato l’aumento dei prezzi dell’elettricità. Continua