Tempi.it – Turchia, mega-evento il 24 aprile per «boicottare il centenario del genocidio armeno». Invitati tutti i paesi. Renzi cosa farà? (30 mar 2015)

«Erdogan vuole sabotare il centenario del genocidio armeno». Serzh Sarksyan, presidente dell’Armenia, non ha risparmiato critiche e ha attaccato esplicitamente il presidente della Turchia perché «cerca di ostacolare la celebrazione del centenario del massacro».
IL GENOCIDIO. Il 24 aprile 1915 cominciò la campagna dei Giovani turchi, che sterminarono il popolo cristiano armeno, che abitava quella terra da prima dell’arrivo dei musulmani, uccidendo almeno un milione e mezzo di persone. L’obiettivo era quello di ridurre in ogni regione di almeno il 90 per cento la popolazione armena, colpevole agli occhi dei nazionalisti di non essere turca. Così, in poco tempo, gli armeni furono decimati passando da due milioni ai 60 mila circa odierni.

«1915, ANNO BENEDETTO». La Turchia non ha mai ammesso l’esistenza del genocidio, che ha preceduto quello degli ebrei ad opera dei nazisti di appena 30 anni, e secondo un recente sondaggio solo per il 9,1 per cento dell’attuale popolazione turca si è trattato di genocidio. continua

Arabpress – Turchia-Armenia: ai confini della realtà (30 mar 2015)

Anadolu (26/03/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo.
Tra i vari testi dello scrittore turco Hrant Dink, ucciso nel 2007, c’è un libro il cui titolo potrebbe sintetizzare la questione turco-armena, “due popoli vicini, due vicini lontani”. Rigidità più o meno forzate dei capi di stato a parte, secondo Dink sarebbe più produttivo avere come obiettivo aiutare l’Armenia di oggi e il suo popolo che ridurre la delicata questione alle campagne per il riconoscimento internazionale di un genocidio che risale a più di un secolo fa. Una causa giusta e condivisibile, ma che non può costituire l’unica base delle relazioni tra due popoli che avrebbero tutto da guadagnare se decidessero di ricostruire i loro antichi legami. Anche in termini di rispetto dei diritti fondamentali. Continua

Novaratoday.it – Voci di Donna: Novara incontra Antonia Arslan (30 mar 2015)

“Voci di donna”, rassegna d’incontri dedicati alla letteratura al femminile organizzata da Libreria Lazzarelli e Libreria La Talpa, in collaborazione con Centro Novarese di Studi Letterari, Biblioteca Civica Negroni e Circolo dei Lettori di Torino e patrocinata da Comune di Novara e Provincia di Novara, con il supporto della casa editrice Interlinea e il contributo di Novara Mamma, apre il nuovo mese con un incontro di straordinaria intensità.
Giovedì 2 alle 18, alla Biblioteca Civica Negroni, Antonia Arslan presenterà due delle sue opere più significative: “La masseria delle allodole” (Rizzoli) e il recentissimo “Il rumore delle perle di legno” (Rizzoli). L’ingresso è libero e gratuito. Continua

Avvenire – L’anniversario «Il 24 aprile preghiera per gli armeni» Di Andrea Riccardi (28 mar 2015)

La passione di Gesù ricorda che la sofferenza del Maestro non è un fatto isolato, ma continua tra i suoi discepoli. Questo è avvenuto in modo particolare nel XX e nel XXI secolo. È una realtà dolorosa di cui i cristiani hanno fatto fatica a prendere coscienza. Infatti una simile coscienza non solo chiedeva solidarietà per i perseguitati, ma anche una nuova concezione del cristianesimo nella storia. Soprattutto domandava che la storia del cristianesimo non fosse ridotta al nostro perimetro.

C’è stata (e rimane) una resistenza a ricordare in modo ravvicinato un martirio che svela il vero volto del cristianesimo e ridimensiona drammi e problemi dei cristiani del benessere. L’amnesia ha spesso anestetizzato la coscienza cristiana lungo il Novecento. Dimenticare tante sofferenze ci ha reso insensibili a molti altri dolori. Eppure questi anni sono stati un vero “secolo del martirio”.
Il Novecento si è aperto con la strage di massa dei cristiani nell’impero ottomano durante la Grande Guerra. Continua

Legnanonews – La storia dell’Armenia e del genocidio al Centro culturale San Magno (28 mar 2015)

Molti hanno letto la “Masseria delle allodole” il romanzo di Antonia Arslan ( i fratelli Taviani ne hanno anche tratto ispirazione per il loro film) a cui va riconosciuto il merito di aver suscitato una certa attenzione verso le vicende del popolo armeno.
Tuttavia ancora poco noti sono i fatti reali; i dati relativi agli avvenimenti storici sono per lo più materia per specialisti per studiosi impegnati nella ricerca storica.
Ricorrendo quest’anno il centenario del genocidio degli Armeni il Centro culturale San Magno ha promosso una conferenza per approfondirne la conoscenza.
È stato affidato il compito di far luce su questo episodio storico, lasciato nell’oblio, se non perfino da alcuni negato, al Professor Giorgio Vecchio, ordinario di Storia contemporanea all’Università di Parma. Continua

Arezzoweb.it – Massimo Lippi celebra la patria di Vighen Avetis (27 mar 2015)

Il legame tra l’Armenia e Cavriglia si rinnoverà domenica 29 marzo quando a partire delle 17 e 30 il Teatro Comunale di Cavriglia ospiterà “Armenia: oh materna voce del pianto e de la speranza”. Si tratta di un atto teatrale di Massimo Lippi, artista senese molto legato alla nostra terra, in cui verrà celebrata tra poesia e musica la patria di Vighen Avetis. Lo spettacolo vedrà un’esibizione musicale di assoluto livello grazie alla partecipazione di tre artiste di fama internazionale: le soprano Agnessa Gyurdzhyan (armena) e Klara Mitsova (ungherese) accompagnate al pianoforte da Lilit Khchatryan (armena). Continua

Huffingtonposte-it – Cento anni dal genocidio armeno. (27 mar 2015)

Hitler aveva avvertito: “Chi parla ancora oggi dell’annientamento degli armeni?” (Wer redet noch heute von der Vernichtung der Armenier?), secondo questa frase attribuitagli nel 1939 da Louis Lochner, capo dell’ufficio berlinese dell’Associated Press, e ripresa in un rapporto trasmesso a Londra, il 25 agosto del 1939 dall’ambasciatore britannico sir Nevil Henderson. A cento anni esatti dal genocidio degli armeni, possiamo rispondere: oggi sono pochi a parlarne, a scriverne, a ricordarsi di quell’immane carneficina.
Il prossimo 24 aprile, data della commemorazione, ci sarà un soprassalto istituzionale – qualche solenne dichiarazione, una cerimonia, un po’ di articoli – ma poi, verosimilmente, cadrà lo stesso silenzio che ha accompagnato finora questi mesi dell’anno del centenario del primo genocidio del Novecento. Peccato, perché si dovrebbe arrivare all’anniversario del 24 aprile preparati in quanto società collettivamente consapevole del suo dovere di memoria condivisa, e non commemorando un centenario con improvvisazione o addirittura come si timbrerebbe il cartellino dell’atto dovuto.
“Dovere” di memoria, ma anche, soprattutto, “interesse”. Potrebbe bastare l’attualità, la cruda cronaca di quanto accade anche agli armeni di Aleppo, o alle altre minoranze abbattute dal sedicente Stato Islamico, per convincersi che senza memoria siamo condannati a rivivere gli incubi del passato – la piccola grande verità detta tante volte, e mai capìta. Tanto più per una tragedia che ha fatto da apripista alla sequela di atrocità del secolo, una vicenda che ha fatto scuola, come le parole di Hitler tristemente confermavano. Continua

Futuroquotidiano.com – La scrittrice Arslan a Fq: “Racconto la forza delle donne armene per non dimenticare la diaspora” (26 mar 2015)

Un vero e proprio best seller, arrivato alla sua 33° edizione, tradotto in tutto il mondo e portato sul grande schermo dai fratelli Taviani nel 2007. Forse per la prima volta nella storia della letteratura italiana, con il suo “La masseria delle allodole”, Antonia Arslan portò all’attenzione del grande pubblico la questione del genocidio armeno. Dall’anno in cui uscì il romanzo, finalista al premio Campiello e vincitore del Premio Stresa di narrativa 2004, si cominciò a parlare di più del sistematico sterminio compiuto dall’Impero Ottomano ai danni degli armeni residenti sul suolo turco nel 1915. La letteratura, allora, venne in soccorso alla storia. Una storia troppo spesso trascurata se non addirittura ignorata, nonostante si trattasse del primo grande genocidio del ‘900, che spianò la strada alla ben più conosciuta shoah degli ebrei. Incontriamo la Arslan all’indomani dell’uscita del suo ultimo lavoro, “Il rumore delle perle di legno”, edito da Rizzoli, un libro dove ancora una volta, attraverso i ricordi della scrittrice e una saga familiare, prende corpo l’immagine viva del suo popolo, prima dopo e durante il genocidio. Antonia è una signora bionda, piccolina, energica, dalla voce cordiale ma ferma. Continua

Italian.cri.cn – Xi Jinping incontra il presidente dell’Armenia. (25 mar 2015)

Il 25 marzo presso la Grande Sala del Popolo a Beijing, il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il presidente armeno Serzh Sarkisyan.
Xi Jinping ha affermato che negli ultimi 23 anni sin dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche, Cina e Armenia hanno sempre portato avanti le loro relazioni all’insegna del rispetto e sostegno reciproci, svolto una cooperazione paritaria e di mutuo vantaggio, effettuato il coordinamento negli affari internazionali e regionali, e promosso lo sviluppo sano e stabile delle relazioni bilaterali.
Sarkisyan ha affermato a sua volta che l’Armenia considera la Cina come un buon amico, e desidera impegnarsi insieme alla Cina per promuovere il continuo sviluppo delle relazioni bilaterali e della cooperazione nei vari settori.

Aleteia.org – La Santa Sede non abbandonò il popolo armeno nel suo genocidio in Turchia (25 mar 2015)

Benedetto XV è stato l’unico governante o leader religioso a protestare per il crimine di massa contro gli armeni
In vista dell’Eucaristia che papa Francesco celebrerà il 24 aprile prossimo in commemorazione del “genocidio armeno”, assumono grande rilevanza ricerche come quella di padre Georges-Henry Ruyssen S.J., che si è immerso negli archivi della Congregazione delle Chiese Orientali e ha pubblicato quattro libri approfondendo questa triste vicenda, come ha ricordato La Civiltà Cattolica.

“Genocidio armeno” è la definizione che viene data al massacro di persone di origine armena in Turchia da parte dell’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923, con il tragico risultato di circa un milione e mezzo di morti e di milioni di sfollati di quell’etnia. Continua