Torino: Omaggio al popolo armeno con “Voci e immagini per l’Armenia” (Agenparl.com 05.10.15)

In occasione del centenario del genocidio degli Armeni, l’Associazione Solidale di volontariato AS.SO. nell’ambito del progetto “Armenia oggi, tra passato e futuro” organizza a Palazzo Cisterna, sede della Città metropolitana di Torino, “Voci e Immagini per l’Armenia” .

L’evento è costituito da due giorni (8 e 9 ottobre) di dibattiti e incontri con scrittori, intellettuali e studiosi della cultura armena e da un’esposizione di opere allestita al piano nobile di Palazzo Cisterna fino a sabato 17 ottobre.

La mostra “Immagini per l’Armenia” si inaugura giovedì 8 ottobre alle ore 17. In esposizione opere di Zareh Matafian, unico superstite della sua famiglia al genocidio del 1915, e Marina Mavian, presidente di Casa Armena, che con 12 pittori italiani renderanno omaggio al popolo armeno.

La mostra ad ingresso gratuito è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 18,00 e sabato 17 ottobre dalle ore 10,00 alle ore 12,00.

Giovedì 8 ottobre alle ore 10,30 i lavori iniziano con gli interventi di Antonia Arslan, Sonya Orfalian, Donatella Taverna, Aldo Ferrari moderati Vasken Berberian.

Il 9 sempre alle ore 10,30 sono previsti le riflessioni di Claude Mutafian, Gérard Dédéyan, Antonia Arslan, Vasken Berberian.

L’evento è patrocinato oltre che dalla Città metropolitana di Torino anche da Compagnia di San Paolo, Società Reale Mutua di Assicurazioni e Consiglio Regionale del Piemonte.

Per informazioni associazionesolidaleas.so@gmail.com

Una ferita ancora aperta (Internazionale.it 04.10.15)

Si è svolto al cinema Apollo il dibattito “Una ferita ancora aperta”, sul genocidio degli armeni avvenuto il secolo scorso. Hanno dialogato Antonia Arslan, scrittrice armena, Cengiz Aktar, scrittore e politologo turco, Bernard Guetta, giornalista francese. Ha moderato l’incontro Andrea Pipino, di Internazionale.
La discussione sul genocidio armeno è ancora aperta. Di fatto si è trattato del primo genocidio del Novecento che ha causato la cancellazione di una comunità da un luogo geografico. Più di un milione furono gli armeni uccisi. Per costruire una monarchia monolitica, secondo i governanti dell’epoca, era necessario allontanare le componenti alloctone, a cominciare dagli armeni.Con questa tragedia la Turchia non ha ancora fatto i conti. Dapprima ha negato il genocidio, poi ha detto che gli armeni erano stati puniti per essersi ribellati all’autorità turca, infine sono stati messi in discussione i numeri e si è detto che non esiste univocità di vedute tra gli storici sul dramma. Perché dopo un secolo è ancora necessario parlare del genocidio? Perché la Turchia se vuole diventare un paese moderno e democratico deve fare i conti con quella tragedia. La società turca, da circa 10-15 anni, ha iniziato a parlarne. Soprattutto l’editoria e i giovani studenti turchi e curdi hanno iniziato dei dibattiti, e la società sta rimettendo in discussione questo tabù. Le tesi negazioniste sono ancora presenti, ma vengono sempre discusse. Il silenzio che avvolge ancora il genocidio armeno, non è solo turco, ma comune a tante altre tragedie avvenute in altri Stati. Il silenzio è umano, ma l’aspetto turco è la molteplicità storica di popoli presenti in Turchia . Continua

Dalla Germania: l’anima di una patria non muore mai (Il sussidiario.net 04.10.15)

LIPSIA — Dieci giorni con Anna, Ani, Arusyak, Elen, Genia, Meline, Siranusch e la loro insegnante Ruzana, un piccolo gruppo di armene di Yerevan nella nostra scuola, nella Sassonia-Anhalt. Il ministero dell’Educazione organizza dal 2006 questo gemellaggio, che mi ha visto più volte in Armenia e come ospite di diversi piccoli gruppi qui in Germania.

Le ragazze armene sono del tutto “globalizzate”, hanno tutte uno smartphone, alcune anche un Apple, e nel bus, mentre raggiungevamo le città importanti della nostra regione, si comportavano esattamente come i nostri e le nostre giovani quindicenni quando si incontrano e stanno insieme. Aveva un bel da fare la collega Ruzana a richiamarle, invitandole a godere della bella natura e a osservare le cose mentre raggiungevano Lipsia, la città in cui è sepolto J.S. Bach, la città della chiesa di San Nicola, simbolo della caduta del Muro; e poi Dresda, la città della ricostruita “Frauenkirche” dopo i bombardamenti del 1945; Weimar, la città di Goethe, maestro della natura e dell’abitare nel mondo ed Erfurt con il grandioso duomo cattolico, in cui — mi ha detto Ruzanna — lei e le studentesse si sono sentite come a casa, come in un chiesa della loro confessione apostolica-armena. E lo avevano pensata l’una separata dall’altra.

Nella parrocchia cattolica di Eisenberg (Turingia), dove sono state invitate dal parroco ad incontrare degli insegnanti di tedesco in pensione per leggere insieme delle favole dei fratelli Grimm, le ragazze hanno presentato uno spettacolo di musiche e danze occidentali e armene, nel quale si vedeva bene che sotto il sostrato globalizzato è riconoscibile la grande anima della loro patria. Nel 1915-1918 erano ragazze come queste che furono costrette a lunghe marce, durante il genocidio, fino alla città di Aleppo, per fare un nome di triste attualità odierna. Una grande anima sofferente, quella del loro popolo, ma piena di vita. Continua

San Marino commemora il centenario del genocidio Armeno (smtvsanmarino.sm 03.10.15)

Mercoledì 30 settembre, nella bellissima location di Palazzo Graziani nella Repubblica di San Marino si è svolta la commemorazione del Centenario del Genocidio degli Armeni nella cornice di un evento organizzato dall’ing. Epifanio Troìna, con il Patrocinio della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura della Repubblica di San Marino nella persona di S.E. Giuseppe Maria Morganti e dell’Ambasciata della Repubblica di Armenia presente con l’Ambasciatore Sargis Ghazaryan.
La giornalista Letizia Leonardi ha presentato la versione italiana del romanzo-verità di Achod Malakian (Henri Verneuil) “Mayrig”, edito da Divinafollia, già presentata alla Fiera Internazionale del Libro di Torino.
L’evento era impreziosito dai suggestivi scatti dedicati all’Armenia della fotografa Graziella Vigo che ha impreziosito questo evento con i suoi suggestivi scatti dedicati all’ARMENIA “la vita, i luoghi, le emozioni di una Terra Sacra”.
Un ringraziamento particolare va a Vostan Andriassian, alla Comunità Armena di Bologna e a Kartez Keops.
Sono intervenuti il Rabbino Capo Luciano Meir Caro e l’Archimandrita della Chiesa Armena Apostolica in Italia Hayr Tovma Khachatryan.
Prosegue dunque il cammino nel solco della nobile tradizione sammarinese, che si arricchirà ben presto di una nuova grande manifestazione che riguarderà famosi personaggi tanto cari a San Marino e all’Armenia. Continua


Centenario: a San Marino la commemorazione del Genocidio Armeni (libertas.sm 03.10.15)

Nagorno-Karabakh: il tempo congelato (Osservatorio Balcani e Caucaso 02.10.15)

Gli scontri tra Azerbaijan e Armenia aumentano di intensità, non solo sulla frontiera del Karabakh. Reportage dalla linea del fronte

A cent’anni dalla prima guerra mondiale, nell’indifferenza di tutti, in Europa si continua morire nelle trincee. Giovani in piedi con in braccio un fucile – spesso un vecchio Kalashnikov – in attesa di un possibile attacco. Settimane, a volte mesi, senza che si spari un colpo, poi all’improvviso arriva una granata, un razzo o un colpo di mortaio. Spesso succede di notte.

Barattoli vuoti di latta, presi dal rancio dei soldati, corrono lungo la linea di contatto insieme al filo spinato per segnalare col rumore un’eventuale incursione. Un pastore tedesco, che vedo legato a una catena in una trincea, serve per lo stesso motivo. E poi le mine, frequenti lungo l’interminabile frontiera, segnalate da una “M” scritta in grande per evitare che le reclute inesperte finiscano vittime di questi ordigni infami.

Una guerra che è soprattutto di giovani e l’improvvisazione è tanta: dopo pochi mesi di addestramento si è spediti dritti in prima linea. Una guerra di logoramento, fisico, psicologico e umano. Si deve resistere al freddo: a queste latitudini l’inverno è lungo, e si scende tranquillamente a venti gradi sotto zero. Si deve resistere alla fatica e alla stanchezza: l’addestramento, le marce senza fine, anche nel fango e nella neve, e poi ore e ore passate in piedi, schierati o di vedetta. Si deve resistere alla tensione, alla solitudine, e al nonnismo dei commilitoni e degli ufficiali.

Questa è la guerra del Nagorno-Karabakh, per come l’ho vista due settimane fa in una base di reclute nei pressi di Martuni, e sulla prima linea del fronte a pochi chilometri da lì.  Continua

Il Cardinal Sandri visita il Mausoleo del “Metz Yeghern” (Tricolore 01.10.15)

Il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha preso parte
come rappresentante del Papa alla cerimonia di consacrazione del Santo Myron

Si è conclusa la visita del cardinale Leonardo Sandri in Armenia. Culmine del viaggio del prefetto della
Congregazione per le Chiese orientali, iniziato lo scorso 23 settembre, è stata la visita al Mausoleo delle
vittime del Metz Yeghern, il Grande male, rinnovato ed inaugurato nell’aprile scorso a Yerevan.
Al Porporato è stato chiesto di introdurre la preghiera, che egli ha rivolto – citando l’Apocalisse – ai fratelli
che ora sono nell’abbraccio del Padre Celeste, dopo aver attraversato la Grande Tribolazione e aver
lavato le proprie vesti nel sangue dell’Agnello. Sandri ha quindi chiesto a Dio il dono sospirato della pace
per l’Armenia e per il Medio oriente, in particolare la Siria e l’Iraq, dove ancora una cieca violenza semina
morte e violenza. Continua

Genocidio armeno, il primo film turco (Avvenire 30.09.15)

nverno 1915. I piccoli Bedo e Maryam, fratello e sorella, trascorrono felici le loro giornate in un villaggio armeno dell’Anatolia correndo nei boschi e giocando nella loro colombaia segreta. Il giorno prima di Pasqua, disobbedendo ai genitori che hanno proibito loro di allontanarsi da casa, vanno a vedere come sta Bachig, il piccolo uccello ferito che avevano salvato e curato. Al loro ritorno tutto è cambiato: la mamma e il nonno sono spariti, la casa è vuota, il villaggio completamente deserto. Apprenderanno soltanto in seguito che in loro assenza, tutti gli abitanti sono stati deportati o costretti all’esilio dai soldati ottomani. Che proprio in quei giorni è in corso quello che gli armeni chiameranno Medz Yeghern, il ‘Grande Ma-le’, una delle più gigantesche tragedie del XX secolo. Continua

“Un colpevole oblio” Tavola della pace ricorda il genocidio armeno (Bergamonews.it 30.09.15)

In occasione del centenario del genocidio del popolo armeno, Tavola della Pace di Bergamo-Rete della pace e Associazione Le Piane di Redona promuovono “Armenia: un colpevole oblio”, rassegna di incontri, dibattiti e iniziative culturali a tema al Cineteatro Qoelet di via Leone XIII, 22 a Bergamo.

La rassegna prenderà il via venerdì 2 ottobre alle 20,45 e proseguirà con gli altri incontri tutti i venerdì del mese di ottobre (9, 16, 23 e 30, sempre alle 20,45).

Il primo appuntamento, venerdì 2 ottobre, sarà dedicato alla cultura armena. L’incontro, dal titolo “Racconti dal regno delle pietre urlanti”, vedrà la presenza di Baykar Sivazliyan, docente di lingua e letteratura armena alla Statale di Milano e presidente del Consiglio degli Armeni in Italia. Nella stessa serata Candelaria Romero leggerà alcune favole e leggende e Giovanni Bertocchi e Maurizio Andreoletti suoneranno brani di musica armena con flauto e chitarra. Continua

Esce in Armenia l’opera omnia di Gourguen Mahari lo scrittore armeno che denunciò il genocidio e il GULAG (Gariwo.it 30.09.15)

Pubblichiamo di seguito l’intervista che il filosofo francese Gérard Malkassian ha realizzato con Grigor Adchémian, figlio del grande autore armeno di opere, per ora note solo al pubblico francese, come Il filo spinato in fiore e Gli orti in fiamme. I romanzi, le poesie e gli scritti autobiografici del padre, Gourguen Mahari, stanno per essere pubblicati in Armenia in quindici volumi. Emerge la vicenda di un uomo e di un artista che ha saputo testimoniare la verità, sempre con un’ironia che è stata per lui un’ancora di salvezza, su un mondo scomparso, la città armeno-ottomana di Van distrutta nel genocidio, e sui campi siberiani a cui fu condannato dal conformismo di politici e scrittori di regime durante l’era sovietica.

L’articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2015 di Nouvelles d’Arménie Magazine”. Continua

LIBRO E MOSTRA X L’ARMENIA: testimonianze sammarinesi di un genocidio (smtvsanmarino.sm 30.09.15)

In occasione della cerimonia d’investitura della nuova REGGENZA presentato a PALAZZO GRAZIANI il libro di testimonianze MAYRIG del regista Verneuil – Malakian a 100 anni dal genocidio armeno in Turchia

MAYRIG (significa mammina ed è ancora oggi una parolina dolce usata in lingua armena) è il titolo del libro-verità del noto regista di successo franco armeno ,Heny Verneuil, morto nel 2002 il cui vero nome era Achod Malakian che ha scritto una autobiografia romanzata della sua famiglia fuggita a Marsiglia durante il primo conflitto mondiale. Continua