Bagnacavallo: inaugurate due mostre di artisti armeni alla presenza dell’ambasciatore Ghazaryan (Lugonotizie.it 13.10.15)

Si è svolta sabato 10 ottobre, al convento di San Francesco a Bagnacavallo, l’inaugurazione delle mostre Segni e parole e Loss of relevance, dedicate a due importanti artisti di origini armene: Alice Tachdjian e Norayr Kasper.

Un pubblico molto numeroso ha seguito gli interventi del sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni, di Sargis Ghazaryan, ambasciatore della Repubblica d’Armenia in Italia, che ha patrocinato l’iniziativa, del curatore delle mostre Carlo Polgrossi e dell’artista visuale Norayr Kasper. Alcuni momenti di intensa commozione hanno accompagnato il ricordo di Alice Tachdjan, cittadina bagnacavallese di origine armena, scomparsa nel 2008 che con il proprio impegno ha contribuito a sensibilizzare la comunità sulla drammatica vicenda del genocidio degli armeni, di cui quest’anno ricorre il centenario.

Alla cerimonia hanno partecipato il viceprefetto vicario Antonio Giannelli, il consigliere regionale Mirco Bagnari, l’assessore provinciale alla Cultura Paolo Valenti, assessori e consiglieri comunali di Bagnacavallo. Segni e parole propone dipinti a olio e alla nacre (smalti per unghie) con figure umane, fiori o paesaggi in immagini che vanno dal figurativo all’informale di Alice Tachdjian (1934-2008), nata a Parigi nel 1934 da genitori armeni scampati al genocidio del 1915 e in seguito accolti in Francia.

“Immagini liquide ove tutto ciò che è rappresentato – scrive Carlo Polgrossi – sembra muoversi ed espandersi oltre il supporto che lo contiene. Una sorta di totale modernità espressionista ottenuta con colori dai toni quattrocenteschi”. Continua

“Spirito d’Armenia”: a palazzo Torriani inaugura la mostra fotografica di Graziella Vigo (Udine.diariodelweb.it 13.10.15)

UDINE – Dal 17 al 23 ottobre palazzo Torriani ospiterà la mostra fotografica di Graziella Vigo: «Spirito d’Armenia». Promossa dall’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia nella cornice degli eventi e commemorazioni  del 2015, con il supporto del Comune, della Camera di Commercio e di Confindustria Udine , la mostra è un invito al pubblico friulano a scoprire questo Paese, la sua storia, la sua tradizione, la sua cultura e i suoi paesaggi indimenticabili.

La mostra
Scattate tra l’Armenia contemporanea, il Nagorno Karabakh, e la Venezia del Collegio Armeno Moorat-Raphael a Dorsoduro e dell’isola di San Lazzaro degli Armeni col Monastero Mechitarista, le immagini di Graziella Vigo portano il visitatore a esplorare un mondo nuovo. È un invito a scoprire la vera essenza dell’Armenia: dai monasteri millenari, nascosti nel fondo delle valli, scavati nella roccia delle montagne, apparentemente vuoti e deserti, ma sempre vivi e aperti al culto della Chiesa cristiana più antica del mondo, alle immagini ingenue delle Madonne, fino agli khachkar, le croci di pietra, sbalzate, ricamate, incise nella caratteristica pietra rossa e grigia. Senza dimenticare l’Armenia contemporanea che emerge vivida nelle fotografie delle cerimonie più sacre, dei momenti di vita quotidiana, dei mestieri perduti, dei bambini vestiti a festa per il primo giorno di scuola, del mercato e dei contadini dal volto antico. E poi ancora il lavash, il tipico pane armeno, le focacce del Karabakh, la vendemmia e i panorami pieni di sole o sotto la neve. Il frutto del melograno è il simbolo di un Paese che ha resistito a secoli di invasioni, di usurpazioni e di massacri, qualche volta sconfitto ma mai vinto, ieri come oggi proiettato verso il futuro. Continua

Armeni: io, turco, denuncio il Genocidio (Avvenire 13.10.15)

Per scrivere questo libro, seduto di fronte al computer, mi son detto: mi sa che nella mia vita non posso non fare il bilancio del passato. Mi si son destati nell’animo strani sentimenti, interrogativi.
Chissà se scrivere un libro simile può essere opportunismo oppure ostentare eroismo? Chissà se qualcuno potrebbe giudicarmi in questo modo? Oppure, si potrebbe, ogni anno in certe date, aggirarsi nei corridoi dell’“Agos” con espressioni tristi sul viso, partecipare ogni 19 gennaio alle manifestazioni, alle celebrazioni commemorative di Hrant Dink… Chissà se gli armeni volevano
condividere i loro dolori con «il nipote di Cemal Pascià»?
Ma dopo, mi sono ricordato di quel mattino a Yerevan, quando il sole nasceva tra la nebbia colorando di porpora tutt’intorno. Deponendo tre garofani bianchi sul Monumento del genocidio armeno avevo sussurrato tra me e me: «Caro Hrant, mi hanno portato qui i tuoi dolori; cerco di provarli nel mio cuore, di capire i dolori tuoi e dei tuoi antenati, e li condivido. Riposa in pace fratello mio» Continua

Venturina: abbiamo visitato l’Armenia nel 100° anniversario del genocidio (corriereetrusco.it 12.10.15)

Venturina (LI) – Dopo Giordania, Turchia, Polonia, Israele, Spagna, Portogallo, quest’anno la parrocchia della «Sacra famiglia» di Venturina Terme ha scelto una meta euro-asiatica per il suo pellegrinaggio annuale all’estero. Da martedì 15 settembre per otto giorni il gruppo, del parroco don Gianfranco Cirilli ha visitato l’Armenia, dove quest’anno si celebra il centesimo anniversario del genocidio del 1915 il cui museo è stato visitato nell’escursione del primo giorno.
Tappe del pellegrinaggio sono state Kiev, per proseguire poi verso la capitale Yerevan. Nel programma erano previste le visite di diversi monasteri sparsi nelle vicinanze della Capitale: così Gegahrd, Khor Virap, Gosbavank, Sanahin e Haghpat e sono stati toccati nel pellegrinaggio anche i siti archeologici delle antiche capitali di Dvin e Echmiadzin.
Riportiamo a qualche giorno dal ritorno della comitiva un interessante reportage di Fiorenzo Bucci. Continua

Centenario del genocidio armeno, a Mozzo incontro con Antonia Arslan (Bergamonews.it 11.10.15)

La notte del 24 aprile 1915 ebbe inizio il “Metz Yeghern”, che in lingua armena significa “Grande Male”.

Il genocidio armeno è stato il primo del Novecento, nonché uno dei più dimenticati. Così cent’anni fa un popolo vivace, fecondo e ricco di una cultura (cristiana) millenaria fu spazzato via dalla propria terra con una furia tale da lasciare intere generazioni senza parole. “Molte fedi sotto lo stesso cielo” non vuole dimenticare ciò che accadde cent’anni fa e dedica una sezione della rassegna proprio al ricordo del genocidio dimenticato.

Ospite d’onore della sezione è la scrittrice italiana d’origine armene Antonia Arslan, che incontrerà il pubblico al cineteatro di Mozzo (via San Giovanni Battista 6), lunedì 12 ottobre, alle 20.45. Titolo dell’appuntamento “Nelle piaghe del massacro, storie e volti di armeni”. Antonia Arslan è una scrittrice e saggista italiana di origine armena. Continua

JUNIOR EUROVISION 2015, Armenia: Mika e la sua “Love” con Aram Mp3 guest star (eurofestivalnews.com)

Manca sempre meno allo Junior Eurovision Song Contest 2015: ieri vi abbiamo fatto ascoltare i brani di Georgia e Macedonia, oggi è il turno dell’Armenia.

Il paese caucasico salirà sul palco della Armeec Arena di Sofia in Bulgaria con Mika (ebbene sì, proprio come il collega giudice di X Factor!), al secolo Michael Varosyan, 12enne non sconosciuto in patria. Ha infatti già preso parte alle selezioni nazionali per lo Junior Eurovision sin dal 2012.

mikajesc2015

Il brano che canterà si intitola Love, un pezzo trascinante e retrò, sospeso fra pop e funky-soul, che si farà di certo notare nel baby contest europeo aperto a ragazzi dai 10 ai 15 anni.

Nel video di Love una guest star: Aram Mp3, personaggio di fama nazionale, quarto classificato per l’Armenia all’Eurovision Song Contest 2014 con Not alone.

La clip ruota attorno alla fantasiosa Cupid Incorporated, azienda guidata da Mika con un grande obiettivo, spargere amore e felicità nel mondo. Il protagonista è naturalmente il giovane cantante che, assieme ai suoi colorati colleghi, lavora duramente ogni giorno per assicurare che tutti siano felici.

http://eurofestivalnews.com/2015/10/10/junior-eurovision-2015-armenia-mika-e-la-sua-love-con-aram-mp3-guest-star/

L’Armenia mostra i suoi tesori (messaggeroveneto.gelocal.it 09.10.15)

Inserire Palazzo Torriani nel flusso attivo e dinamico della vita culturale e sociale di Udine e del territorio. È questo il motivo che sta alla base dell’apertura alla cittadinanza della mostra fotografica “Spirito d’Armenia”, a cura di Graziella Vigo, che sarà allestita nel salone d’onore al primo piano della sede degli industriali, in largo Carlo Melzi 2, da domenica 18 sino a venerdì 23 ottobre. Un’iniziativa fortemente voluta dal presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon, supportata dall’ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia e sostenuta dal Comune di Udine oltre che dalla Camera di commercio cittadina. «Palazzo Torriani è uno degli edifici più interessanti della città – spiega Matteo Tonon – e con questa mostra offriamo la possibilità a tutte le persone, studenti inclusi, di coglierne la bellezza architettonica e la valenza storica, e al tempo stesso di apprezzare un’illustre fotografa del panorama internazionale scoprendo l’intrecciarsi di tradizioni, cultura e religione che caratterizza Italia e Armenia». Continua

Inaugurano domani a Bagnacavallo due mostre di artisti armeni allestite al convento di San Francesco (Lugonotizie.it 09.10.15)

Saranno inaugurate alle 16 di sabato 10 ottobre al convento di San Francesco a Bagnacavallo le mostre Segni e parole e Loss of relevance, dedicate a due importanti artisti di origini armene: Alice Tachdjian e Norayr Kasper. All’inaugurazione interverrà, accanto al curatore Carlo Polgrossi, al sindaco Eleonora Proni e all’assessore alla Cultura Enrico Sama, Sargis Ghazaryan, ambasciatore della Repubblica d’Armenia in Italia, che ha patrocinato l’iniziativa.

Sarà presente inoltre il viceprefetto vicario Antonio Giannelli. Segni e parole propone dipinti a olio e alla “nacre” (smalti per unghie) con figure umane, fiori o paesaggi, in immagini che vanno dal figurativo all’informale di Alice Tachdjian (1934-2008), nata a Parigi nel 1934 da genitori armeni scampati al genocidio del 1915 e in seguito accolti in Francia.

“Immagini liquide ove tutto ciò che è rappresentato – scrive Carlo Polgrossi – sembra muoversi ed espandersi oltre il supporto che lo contiene. Una sorta di totale modernità espressionista ottenuta con colori dai toni quattrocenteschi”. Continua

Ipotesi di viaggio in Messico, Armenia e Kosovo per Papa in 2016 (Askanews.it 08.10.15)

Città del Vaticano, 8 ott. (askanews) – Armenia, Messico, nonché altri paesi del Sud America. Kosovo, Polonia, magari Francia. Sono le mete – non certe né tanto meno ufficiali – dei possibili viaggi di Papa Francesco nel corso del 2016.

Il progetto di un preannunciato viaggio del Papa in Messico, forse a settembre, “comincia ad essere concreto”, ha detto nei giorni scorsi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, commentando le voci, rimbalzate dalla conferenza episcopale messicana, di un viaggio di Francesco nel 2016 nel paese sudamericano. “Rispondendo a una domanda che mi è stata fatta – ha dichiarato il gesuita – ho detto che il Papa desidera andare in Messico, come ben sappiamo perché lo ha detto egli stesso diverse volte in connessione con il viaggio negli Stati Uniti. Ho detto che vi è un progetto per fare questo viaggio nel prossimo anno e che per questo progetto sono cominciati passi concreti. Ho detto che se il Papa va in Messico naturalmente intende andare a onorare la Vergine di Guadalupe nel suo Santuario. Ho detto che questo non è un annuncio ufficiale del viaggio perché non ho date né una agenda da comunicare. Dico che si tratta di un progetto che comincia ad essere concreto”.

Papa Francesco in persona ha accennato alla sua idea, poi tramontata con la scelta di andare a Cuba, di visitare il Messico prima del recente viaggio negli Stati Uniti, ricalcando in qualche modo le orme dei migranti che passano dal sud al nord America: “Io – ha raccontato ai giornalisti sul volo dall’Avana a Washington – pensavo di entrare negli Stati Uniti passando per il Messico, inizialmente, la prima idea era Ciudad Juarez, la frontiera del Messico… Ma andare in Messico senza andare alla “Guadalupana” (la Madonna di Guadalupe, ndr.) sarebbe stata uno schiaffo! Ma è una cosa passata…”.

Si inseguono poi, senza trovare conferma ufficiale o ufficiosa, le voci di altri paesi che, oltre al Messico, il Papa potrebbe toccare: Cili, Uruguay, Perù nonché – ma il tema, all’avvicinarsi delle elezioni presidenzial di dicembre prossimo, è molto delicato – il suo paese d’origine, l’Argentina.

E’ praticamente scontato, a luglio, che Francesco andrà in Polonia per presiedere la Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Cracovia. Se della Spagna non si sa nulla, è nell’aria da tempo – ma anche qui senza conferme – l’ipotesi di un viaggio in Francia, alla quale lo stesso Francesco aveva accennato di ritorno da Strasburgo: “Si deve andare a Parigi certamente, no? Poi, c’è una proposta di andare a Lourdes… Io ho chiesto una città dove non sia andato mai alcun Papa, per salutare quei cittadini. Ma il piano non è stato fatto”.

L’agenzia stampa francese I.Media rivela, inoltre, che “a inizio anno Papa Francesco potrebbe recarsi in Armenia”, sottolineando che negli ultimi mesi due cardinali della Curia romana, Kurt Koch e Leonardo Sandri, si sono recati in questo paese a maggioranza cristiana. Il Papa aveva suscitato l’irritazione della Turchia per aver presieduto una messa, il 12 aprile scorso a San Pietro, nel quale aveva parlato del “genocidio” degli armeni nel centenario di quegli eventi nel 1915. Il presidente armeno Serz Sargsyan, così come i due catolicos armeni, il cattolico e l’ortodosso, presenti a quella cerimonia, hanno riferito nei mesi scorsi di avere invitato il Papa. Dopo l’Albania (2014) e la Bosnia Erzegovina (2015) – è sempre una notizia ipotizata da I.Media – Francesco potrebbe recarsi in Kosovo, paese indipendente dalla Serbia e sede di importanti monasteri ortodossi.

Continua

“IL GRANDE MALE” LA FORZA DEL TEATRO CIVILE PER RIEVOCARE IL GENOCIDIO POCO CONOSCIUTO DEL POPOLO ARMENO

ROMA – Sarà in scena al Teatro India dal 19 al 21 ottobre IL Grande Male, uno spettacolo civile dedicato al centenario del genocidio armeno; testo e regia di Sargis Galstyan. In scena Stefano Ambrogi, Jonis Bascir, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Sarghis Galstyan, Andrea Davì, Marine Galstyan, Lorenzo Girolami, Claudia Mancinelli, Luca Basile, Arsen Khachatryan. Lo spettacolo è realizzato dalla compagnia InControVerso (ensemble artistico molto apprezzato da pubblico e critica, che ricordiamo anche per l’ottimo spettacolo “A Porte Chiuse” andato in scena a Roma al Piccolo Eliseo), realizzato in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia.

Berlino, 1921. Lo studente armeno Soghomon Tehlirian è sotto processo per aver ucciso con un colpo di pistola Talaat Pasha, uno degli organizzatori del genocidio, rifugiato nel 1919 in Germania sotto falso nome, per sfuggire ad una condanna a morte per “crimine di lesa umanità” a danno delle popolazione armene residenti nell’Impero Ottomano.
Dopo due giorni di processo è Talaat – del quale vengono ricostruite le atroci gesta e attraverso le drammatiche rivelazioni dei sopravvissuti chiamati a deporre – ad essere condannato moralmente: le prove a suo carico sono talmente terrificanti che Tehlirian viene assolto per l’omicidio da lui compiuto.

Gli atti processuali, dai quali nasce l’ispirazione e la scrittura dello spettacolo ”Il grande male”, sono una preziosa chiave per comprendere quell’immane tragedia che fu il genocidio armeno nel 1915: attraverso i dialoghi riportati fedelmente dalle testimonianze scritte e le immagini dell’epoca proiettate in scena si va a formare un vortice di informazioni documentate che guidano lo spettatore nel dramma degli avvenimenti di quegli anni, nel sistema della giustizia e portano luce su un capitolo dimenticato della storia dell’uomo. Attraverso la coralità di diciotto personaggi che intervengono nel processo avviene la ricostruzione documentata di molteplici aneddoti che vanno a formare un chiaro quadro del contesto politico nel quale il progetto genocidiaro venne messo in atto.

In ”Il grande male” vediamo i testimoni chiamati a deporre, una pluralità di voci che aiutano lo spettatore nella comprensione dei fatti storici: figure di anonimi turchi e curdi buoni, che vennero in soccorso ai deportati; Johannes Lepsius, responsabile della Deutsche Orient-Mission, che vuole dimostrare la precisa volontà genocidaria dei Giovani Turchi; il generale Otto Liman von Sanders, al cui comando erano le truppe tedesche inviate in Anatolia durante la Prima Guerra Mondiale, che invece cerca almeno in parte di scagionare il Governo ottomano.
Tutte queste testimonianze scorrono in un contesto, quello di Berlino nell’anno 1921, in cui gli orientali vengono giudicati tendenzialmente inclini all’illegalità e scarsamente consapevoli del valore della vita umana.
Perchè lo spettacolo “Il Grande Male”

Nel 1915 un milione e mezzo di armeni furono assassinati nell’Impero Ottomano seguendo un piano stabilito in anticipo ed eseguito metodicamente con lo scopo ultimo di distruggerne la civiltà. Come il giornalista francese scrisse “Nell’oriente sta morendo la nostra sorella, e sta morendo solo perché è la nostra sorella, il suo delitto è che ha condiviso i nostri sentimenti, ha amato quello che amiamo noi, ha pensato così come pensiamo noi, ha creduto a tutto quello in cui crediamo noi, ha valorizzato come noi la saggezza, la giustizia, poesia ed arte” Gli armeni furono così vittime di un genocidio che sarebbe diventato un riferimento funesto per coloro che vennero dopo. Da allora, i governi turchi che si sono succeduti hanno combattuto energicamente per far dimenticare questo triste episodio del passato del loro paese. Ancora oggi, soprattutto in Turchia, il semplice fatto di enunciare questa verità storica scatena, contro coloro che lo fanno, una violenta opposizione, minacce fisiche e in qualche caso perfino la morte. Il negazionismo alimenta il razzismo e l’odio contro gli armeni e altre minoranze non musulmane. Alcuni vorrebbero far credere che ammettere la realtà del genocidio armeno sia un attacco contro tutti i turchi e contro la stessa natura turca, quando di fatto si tratta di un attacco al negazionismo e di un passo avanti per la giustizia e la democrazia.

L’ultimo atto di un genocidio è la sua negazione
Elie Wiesel
La compagnia InControVerso

Viene fondata da Marine Galstyan e Sargis Galstyan in Italia. Si tratta di un nuovo gruppo di artisti professionisti del panorama culturale di teatro e danza in Italia, che è composto da attori, attrici, ballerini e ballerine giovani di nazionalità italiana e armena.
Punto di forza della compagnia è proprio il confronto tra culture e scuole d’arte di Paesi diversi. All’attivo ha la produzione dello spettacolo A porte chiuse, regia di Marine Galstyan, che è stato messo in scena in vari teatri tra i quali il Piccolo Eliseo e il Teatro Vittoria di Roma, il Manzoni a Pistoia.

Teatro India
lungotevere Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)
ingresso disabili via Luigi Pierantoni 6
biglietti: intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2 (cral e convenzionati) – 14 euro – Orario spettacoli ore 21,00

________________________________
Maya Amenduni – @Comunicazione
Ufficio Stampa per Compagnia InControVerso
Maya Amenduni
+39 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com
Federica Guidozzi
+39 3477749976
Federica.guidozzi05@gmail.com

 

Continua