Neve Shalom-Wahat el Salam onora i turchi che salvarono gli armeni (Gariwo 27.10.15)

Il giorno 2 novembre Yair Auron, storico, docente della Open University e fondatore di Gariwo-Israele, inaugurerà il convegno internazionale Genocide: History and Memory dedicato in particolare alla memoria del genocidio armeno del 1915. La conferenza, a cui partecipano esperti di tutto il mondo, sarà seguita il giorno 4 novembre da un incontro con il Presidente israeliano Reuven Rivlin e dalla piantumazione di alcuni alberi al Giardino dei Giusti di Neve Shalom-Wahat el Salam (Oasi di pace in ebraico e arabo), villaggio cooperativo nato da famiglie israeliane e palestinesi che hanno avuto parenti salvati da persone del popolo nemico durante le fasi più cruente del conflitto mediorientale e desiderano superare le ostilità, costruendo dal basso una possibile pace tra i due popoli. Gli alberi saranno dedicati a turchi che salvarono armeni durante il Metz Yeghern, il “Grande Male” nel quale cent’anni fa perirono un milione e mezzo di armeni. Abbiamo intervistato Dyana Shaloufi-Rizek, cofondatrice di Gariwo-Israele e direttrice del Museo di Neve Shalom-Wahat el Salam, dove vengono custodite le testimonianze di questo “processo di pace in miniatura”.  Continua

Gli scontri tra Azerbaigian e Armenia aumentano di intensità (Tricolore 25.10.15)

“A cent’anni dalla prima guerra mondiale, nell’indifferenza di tutti, in Europa si continua a morire. Una guerra di logoramento, fisico, psicologico ed umano. Si deve resistere al freddo: l’inverno è lungo, e la temperatura scende a venti gradi sotto zero. Un conflitto che vede opporsi da più di vent’anni Azerbaijan ed Armenia per il controllo di questa regione e di altri sette distretti, zone cuscinetto strategiche. Per gli abitanti di questa regione contesa, che gli armeni chiamano Artsakh, si tratterebbe di una liberazione lungamente attesa: un torto storico operato da Stalin negli anni venti quando, occupandosi di definire le nazionalità della nascente Unione Sovietica, diede all’Azerbaijan questo lembo di terra a larga maggioranza armena. Con la dissoluzione dell’URSS, esplose un conflitto fra le due repubbliche sovietiche, che nel frattempo procedevano verso l’indipendenza….continua

Povoletto nella Lista dei giusti in Armenia (Messaggeroveneto.it 26.10.15)

POVOLETTO. Il Comune di Povoletto sarà inserito, in Armenia, nella Lista dei giusti per la memoria del “Grande male”, assieme agli altri che hanno adottato risoluzioni simili.

L’ha annunciato, nell’ultima seduta consiliare, il sindaco Andrea Romito leggendo una lettera dell’ambasciatore armeno in Italia, Sargis Ghazaryan, l’altro sabato in visita ufficiale a Povoletto. È stata la prima visita di un ambasciatore estero al Comune. «Ho appreso – si legge nella missiva – che il 15 settembre scorso il consiglio comunale di Povoletto ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione presentata dal gruppo consiliare Lega nord di solidarietà al popolo armeno per il riconoscimento della verità sul genocidio. È un risultato che va oltre il mero iter amministrativo e fa del consiglio comunale di Povoletto un incontro di uomini giusti». Continua

Genocidio armeno, il nipote degli aguzzini confessa (Lastampa.it 25.10.15)

Il genocidio armeno è stato riconosciuto nella sua realtà storica dal Papa e dal Parlamento europeo, ma la Turchia ancora lo nega, e chi ne parla e ne scrive in quel Paese rischia il processo e la galera. Hasan Cemal, uno dei più autorevoli giornalisti politici del suo Paese, sfida il codice penale con il suo libro «1915: genocidio armeno», tradotto e pubblicato in italiano da Guerini (con prefazione di Antonia Arslan).

I tribunali turchi puniscono chi offende (genericamente) l’identità di quella nazione, e lo fanno sulla base di un articolo 301 che è un esempio di come una legge non va scritta: è vaghissimo nel definire il presunto reato, e lascia ai giudici la decisione (più o meno arbitraria) di punire o non punire chi vogliono loro, per quello che pare a loro. Anni fa un turco illustre, cioè il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, che aveva osato denunciare il genocidio armeno, è stato processato sulla base di questo articolo 301 ma poi assolto perché il suo processo aveva creato un gravissimo imbarazzo alla Turchia a livello internazionale. Quanto a Hasan Cemal, per ora non è stato neanche incriminato, e questo potrebbe essere visto in positivo, come indicazione che le maglie della censura si stiano allentando; ma purtroppo una tale interpretazione sembra un po’ troppo ottimistica, dato che in Turchia succede proprio il contrario, cioè la libertà di espressione è sempre più compressa, si oscurano reti tv e siti internet, e la Freedom House ha declassato il Paese da «parzialmente libero» a «non libero» dal punto di vista della libertà di stampa. La Turchia ha il record mondiale di giornalisti in galera per reati d’opinione.  Continua….

Armin T. Wegner: il fotografo del genocidio armeno che si oppose all’Olocausto (Aleteia.org 24.10.15)

La storia distribuisce a volte strani destini. Può capitare a un uomo di assistere al massacro di innocenti, di diventare testimone non solo di un genocidio, ma addirittura di due, e di dover scegliere da che parte stare. E’ accaduto ad Armin Theophil Wegner, un militare, uno scrittore e un difensore dei diritti umani tedesco.

Nato nel 1886 in una rigida famiglia prussiana, Armin è sensibile alle lettere, all’arte, compone poesie e si propone di diventare scrittore, ma sceglie di arruolarsi nell’esercito come paramedico per “tenere il timone della mia vita nelle mie proprie mani”.

Tra il 1914 e il 1915, mentre è in corso la Prima Guerra Mondiale, il giovane sottotenente del Corpo sanitario tedesco si trova nel distaccamento presso la Sesta Armata dell’Impero ottomano, di cui la Germania è alleata, dislocato lungo la ferrovia per Baghdad, tra la Siria e la Mesopotamia. Qui assiste alle marce della morte del popolo armeno: giovani e anziani, donne e bambini, trascinati nel deserto dell’Anatolia per morire di stenti, condannati dall’ideologia nazionalista del governo dei Giovani Turchi. Continua…

A Torino convegno e presentazione del libro L’Armenia, gli armeni. Cento anni dopo (Tricolore 23.10.15)

Sin dalla sua fondazione nel 1985 l’Associazione Internazionale Regina Elena è sempre stata vicina alla comunità armena. Per l’anno del centenario dell’inizio del genocidio, il Generale Ennio Reggiani aveva preparato un programma che si è svolto interamente con il suo successore Ilario Bortolan e che si è concluso il 22 ottobre a Torino.
Dopo le solenni celebrazioni, in particolare a Parigi, Napoli, Milano, Roma e Venezia, il sodalizio intitolato alla “Regina della Carità” ha organizzato, con il Centro “Pannunzio”, un convegno presso Palazzo della Cisterna a Torino. L’incontro non è stato quello abituale limitato troppo spesso alla storia, ma una parte importante è stata dedicata alla diaspora grazie alla Prof. Maria Immacolata Macioti, che ha presentato il suo ultimo libro dal titolo L’Armenia, gli armeni. Cento anni dopo (Ed. Guida). Il volume è già stato presentato in molte città e a Napoli, il 19 maggio scorso, presso lo Spazio Guida, è intervenuto anche il Comm. Rodolfo Armenio, Presidente del Comitato nazionale per il riconoscimento del Genocidio Armeno dell’Associazione Internazionale
Regina Elena Onlus…. Continua

L’ambasciatore dell’Armenia questa mattina a Casa Cervi (Gazzettadireggio.it 23.10.15)

GATTATICO. Il Genocidio Armeno, perpetrato dall’Impero Ottomano nel cuore della prima guerra mondiale, un secolo fa, è ancora oggi una ferita aperta, perché tocca nervi scoperti della coscienza collettiva, aree del mondo ancora tormentate dall’instabilità, e uno dei popoli più antichi della terra, legato all’identità spirituale e culturale delle nostre comunità.

La Città di Reggio Emilia, Istoreco e l’Istituto Cervi hanno voluto segnare questo importante centenario con una rassegna di eventi, incentrati sulla mostra di Armin T. Wegner, militare paramedico tedesco che ha documentato come pochi le sofferenze dell’Esodo armeno dopo la persecuzione. La conclusione di questo ciclo è il convegno dedicato al Yetz Meghern, il “Grande Male”, che si svolgerà oggi alle 10 a Casa Cervi, alla presenza degli studenti di quinta superiore. Insieme a Gabriella UIuhogian, studiosa della cultura e storia armena, e a Giorgio Vecchio, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Parma, sarà presente in visita ufficiale l’ambasciatore della Repubblica d’Armenia Sargis Ghazaryan. Continua…

Solidarietà al popolo armeno, a cento anni dal genocidio: il consiglio comunale approva l’odg (Ravennanotizie.it 23.10.15)

Presentato da Livia Molducci, è stato votato all’unanimità. Previste per l’11 novembre attività commemorative organizzate dall’università

Approvato all’unanimità un ordine del giorno di “solidarietà al popolo armeno in occasione del centenario del Genocidio degli Armeni” Nella seduta di ieri il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con il quale ha espresso “piena solidarietà al popolo armeno in occasione del centenario del Genocidio degli Armeni”.

Il documento è stato illustrato dalla presidente del consiglio comunale Livia Molducci, che ha ricordato che quest’anno ricorre il centenario del Genocidio degli Armeni e che per l’11 novembre la sede di Ravenna dell’Università di Bologna ha organizzato una iniziativa commemorativa. Pertanto la presidente ha ritenuto opportuno sottoporre al consiglio comunale una risoluzione nella quale si esprimesse solidarietà, prima dell’11 novembre.
Alberto Ancarani (Forza Italia) ha annunciato l’adesione e il voto favorevole del proprio gruppo, facendo però in generale appello a un principio di coerenza, dal momento che in altre occasioni è stato ritenuto inopportuno trattare in consiglio comunale temi di livello internazionale.
Paolo Guerra (Lega Nord Romagna) ha dichiarato voto favorevole dicendo di ritenerlo un doveroso contributo istituzionale del consiglio all’appuntamento organizzato dall’Università. Continua…

Il genocidio degli armeni: un massacro dimenticato (Alessandrianews.it 23.10.15)

ALESSANDRIA – Si terrà sabato 24 ottobre alle 10 all’auditorium del Marengo Museum il convegno Un massacro dimenticato: il genocidio degli armeni dai giovani turchi ad Armin T. Wegner.

Un giorno nel 1965 Johanna, una studentessa universitaria tedesca in cerca di un’occupazione a Roma, legge sul Messaggero un’inserzione: “Poeta tedesco ricerca segretaria tedesca”. Poco dopo essere stata assunta, il sedicente poeta le detta una lunga lettera in difesa degli ebrei che sostiene di aver scritto e spedito a Hitler nel 1933, e le chiede di inviarla a centinaia di indirizzi tedeschi, fra cui quelli di alcuni giornali. Johanna è convinta di avere di fronte un millantatore, ma dovrà ricredersi quando, tornata in Germania, si metterà a indagare sul suo datore di lavoro, ripercorrendo così passo passo la vita di Armin T. Wegner, scrittore e strenuo difensore dei diritti umani, riconosciuto dagli armeni come “giusto” per essere stato uno dei primi a denunciare il dramma del loro popolo: il genocidio del 1915-16. Quello stesso riconoscimento Armin lo aveva ricevuto nel 1967 anche in Israele, con un albero nel giardino dei giusti di Yad Vashem, proprio per la lettera al Führer e la denuncia delle leggi antisemite. Gabriele Nissim ne ha ricostruito la straordinaria vita, anche sulla base delle tante lettere custodite negli archivi di famiglia. Sono sue le uniche fotografie esistenti al mondo dello sterminio.  Continua

Armenia, gli ultimi sopravvissuti (nationalgeographic.it 22.10.15)

FOTOGALLERIA Una fotografa ha rintracciato gli ultracentenari scampati al genocidio del 1915. E ha fatto loro rivedere la terra perduta dal blog PROOF

di Coburn Dukehart fotografie di Diana Markosian  Vai al sito e vedi le foto con i commenti