Armeni: premier belga riconosce genocidio in parlamento (Giornale del popolo, 18.06.15)

Il Belgio ha riconosciuto come genocidio la strage degli armeni tra il 1915 ed il 1917. “Ritengo che i tragici avvenimenti del 1915-17 perpetrati dall’ultimo governo dell’Impero Ottomano debbano essere definiti come genocidio”, ha detto il premier Charles Michel.

 La dichiarazione, fatta in parlamento in risposta a una interrogazione parlamentare di due deputati della maggioranza, definita “storica” da molti parlamentari, anche dell’opposizione, è stata accolta dalla Camera con un lungo applauso ‘bipartisan’.  (continua a leggere)

L’Azerbaigian potenza bastarda: tra arresti, petrolio… (L’Espresso, 18.06.15)

Dal finestrino dell’aereo, arrivando di notte, la città sembra un’enorme piattaforma appoggiata in mare aperto. Uno spazio illuminato di rosso, intorno al quale regna il buio quasi assoluto. Baku sorge su una lingua di terra che si allunga di poco nel Caspio, e la differenza tra lei e tutto il resto dell’Azerbaigian è come quella fra il giorno e la notte.

Grazie ai soldi del petrolio, la piccola repubblica del Caucaso negli ultimi cinque anni è diventata una potenza regionale. E ha scelto di trasformare la sua capitale in una sorta di vetrina sul mondo: grandi alberghi, boutique d’alta moda, pratini all’inglese, marciapiedi immacolati, il museo nazionale disegnato da Zaha Hadid, tre torri firmate Norman Foster con tanto di bandiera nazionale riprodotta sulle vetrate da migliaia di luci a led. (continua a leggere)

Messina, il genocidio armeno verrà ricordato all’università (strettoweb.it 16.06.2015)

Giovedì 18 giugno alle ore 16,00 l’Aula Cannizzaro dell’Università di Messina, in Piazza Pugliatti, ospiterà una conferenza del Prof. Antonio Matasso in occasione del centenario del Medz Yeghern, il Genocidio armeno perpetrato dalla Turchia ottomana durante la Prima guerra mondiale. Nel corso dell’iniziativa sarà presentata una ricostruzione storica della presenza degli armeni a Messina attraverso i secoli e verrà anche ricordata l’Operazione Nemesis, organizzata dal partito socialista armeno Dashnak a partire dal 19 giugno 1920, per colpire i responsabili del Genocidio. Interverranno anche altri docenti universitari, insieme a rappresentanti della comunità armena ed ebraica. Continua

L’ambasciatore armeno scrive a monsignor Bellini: “Grazie per aver commemorato il genocidio” (Gonews 16.06.2015)

L’Ambasciatore della Repubblica dell’Armenia, Sargis Ghazaryan, ringrazia mons. Renato Bellini di Vinci per l’invito alla celebrazione liturgica nella Chiesa di Vinci avvenuta venerdì 12 giugno per commemorare il Centenario del genocidio degli Armeni. In una lettera indirizzata a mons. Bellini (v. allegato) l’Ambasciatore è molto riconoscente per l’ampia attività svolta dalla parrocchia per ricordare un milione e mezzo di Armeni trucidati dai Turchi. In effetti si tratta di un percorso iniziato nel 2014 con un viaggio organizzato dal 22 al 28 aprile nella stessa Armenia, che ha consentito di conoscere un bellissimo territorio situato alle pendici del Monte Ararat, la storia del primo paese al mondo divenuto cristiano, una popolazione ben attaccata alle sue origini, dei resti archeologici antichi e significativi. Il 27 febbraio 2015, invece, è avvenuta la proiezione del film “La masseria delle allodole” di Paolo e Vittorio Taviani, mentre venerdì 6 marzo 2015 è stato svolto un incontro con la prof.ssa Antonia Arslan sul tema ”Un popolo dimenticato: cent’anni fa il genocidio degli Armeni” Continua

Armenia, soldato russo trovato morto vicino base militare di Gyumri (sputniknews.com 15.06.2015)

Un soldato della base militare russa in Armenia è stato trovato morto a Gyumri, nel nord-ovest del Paese, dove è dislocata la maggior parte dei militari.
Il corpo del soldato è stato trovato al memoriale “Madre Armenia” vicino alla base con segni di violenza e ferite da accoltellamento, ha riferito Raffi Aslanian, procuratore della regione di Shirak.
Secondo i media locali, la vittima è Ivan Novikov, di stanza a Gyumri da circa 2-3 mesi. Attualmente presso il luogo del ritrovamento del cadavere sono al lavoro gli investigatori. Sul posto sono giunti anche i rappresentanti della base militare russa della città.
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A Gyumri hanno arrestato il sospetto assassino del soldato Ivan Novikov della base militare russa 102 in Armenia, riporta l’ufficio stampa del Distretto Militare Meridionale.
“Secondo le prime informazioni, il motivo dell’uccisione del soldato è stata una lite con un commilitone, che è attualmente è in stato di fermo e ammette la sua colpevolezza”, — riferisce l’ufficio stampa.
Questa mattina è stata resa nota la morte del soldato Ivan Novikov. Il suo corpo con ferite da arma da taglio è stato trovato vicino al monumento “Madre Armenia” a Gyumri. Novikov era una recluta: nella base militare russa in Armenia era in servizio da circa 2-3 mesi.

Belluno aderisce al progetto “Armenia: 100 anni dopo” (Lavocedelnordest, 15.06.15)

Belluno – Il Comune di Belluno aderisce e partecipa al progetto “Armenia: 100 anni dopo – Tradizioni di un popolo fra sacro, popolare e contemporaneo”, in collaborazione con il Circolo Culturale Bellunese e con il fondamentale supporto del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia. Partecipano anche i Comuni di Sedico e Sospirolo, la Fondazione Teatri delle Dolomiti e Scuole in Rete per un Mondo di Solidarietà e di Pace. Il progetto, che gode del prestigioso patrocinio dell’ambasciata Armena in Italia, si svilupperà da maggio ad ottobre con una serie di iniziative distribuite nel territorio provinciale, che si propongono di condividere, in occasione di una ricorrenza così significativa, la memoria del sacrificio del popolo armeno, di dare voce alla sua storia, alla sua letteratura, alla sua musica, alla religione, alle tradizioni. Sono previsti concerti, conferenze, corsi di avviamento alla musica, mostre fotografiche, proiezioni, in un comune disegno programmatico. Continua

Genocidio armeno e negazionismo, una questione aperta. parte ottava (Caratteriliberi – parte ottava 14.06.15)

Un elemento di forte frizione nella parabola armena, durante gli ultimi anni dell’Impero ottomano, è senz’altro la posizione assunta nei confronti del conflitto russo-turco. A prescindere dalla martellante propaganda di Costantinopoli, tesa a dimostrare il ‘tradimento’ armeno a prescindere da qualsivoglia riscontro di merito, il tessuto comunitario locale era diviso al suo interno da spinte contrapposte.

Le componenti indipendentiste valutavano come un’opportunità il fatto che le crescenti tensioni tra i due imperi avessero generato una concorrenza politica che si era poi tradotta in conflitto, benché quest’ultimo fosse infine incapsulato di un più generale confronto armato, a livello intercontinentale, per l’appunto la Prima guerra mondiale. Diverso era invece l’atteggiamento dei gruppi più tradizionalisti e conservatori, orientati in senso lealista verso i turchi. Il patriarcato di Costantinopoli si poneva su quest’ultimo piano. Sta di fatto che l’insediamento armeno in Anatolia costituiva da tempo oggetto di particolari attenzioni da parte di San Pietroburgo, considerandolo come la porta di accesso all’area mediterranea. È certo che la comunità armena di Russia, in particolare quella presente nell’area transcaucasica, avesse trovato autorevoli appoggi e rilevanti sostegni nello stesso inner circle zarista. Il quale ne sfruttava le aspettative per meglio favorire la propria penetrazione in territorio ottomano, utilizzando le aspirazioni nazionaliste non meno che gli stessi strumenti di propaganda religiosa della parte avversa. Ovviamente ribaltati, in questo caso, contro gli ottomani Continua

Armenia, i film della memoria (Avvenire, 14.06.15)

«I ricordi non sono un peso, sono fame di passato». Artyom Manvelyan è un fisico armeno stretto nella disciplina sovietica. Il legame con la sua terra martoriata rimane però indissolubile e l’unico modo per onorarla è tenerne vivo il ricordo, non dimenticare, appunto, il passato. Fece impressione, nel 1966, questo protagonista forte e gentile irrompendo sugli schermi del Festival di Cannes. Il regista armeno Frunze Dovlatyan nel suo dimenticato Hello, It’s me sposava in pieno, infatti, quelle parole, quel desiderio, quel dovere morale e civile. I cittadini dell’Armenia sovietica non potevano fare altrimenti. Il comunismo aveva cancellato la loro storia, così come l’Impero ottomano aveva tentato di cancellarne l’esistenza, cinquant’anni prima. Ricorre quest’anno il centenario del genocidio armeno e giustamente nella sezione “Cinema di cento anni fa” il Festival del Cinema ritrovato di Bologna – dal 27 giugno al 4 luglio – apre uno squarcio su quel capitolo sconvolgente, proponendo film e sequenze rarissime, tra ritrovamenti inaspettati e nuovi restauri…  (continua)

I GIOCHI DELLA REPRESSIONE (raccolta – 14.06.15)

"Azerbaigian, terra di prigionieri politici"

“Azerbaigian, terra di prigionieri politici”

Ha preso il via venerdì  la prima edizione dei Giochi olimpici europei. I media di tutto il mondo, più che sulla qualità (piuttosto bassa a dire il vero) delle prestazioni sportive, hanno posto l’accento sulla repressione in Azerbaigian che nei giorni scorsi ha addirittura ordinato la chiusura della sede dell’Osce. I giornali parlano apertamente di “sportwashing” ossia del tentativo di lavare con un evento sportivo le colpe dei regime.  Oggi la notizia della rocambolesca fuga da Baku sull’aereo del ministro degli  Esteri svizzero del giornalista Emin Huseynov. Qui i link agli articoli più significativi apparsi sulla stampa italiana in questi giorni.

 

Armenia: tradizioni di un popolo fra sacro, popolare e contemporaneo Concerto del Trio Dabaghyan Chiostro di S.Pietro lunedì 15 giugno 2015 ore 20.45 (Adnkronos 13.06.15)

“Armenia: 100 anni dopo – Tradizioni di un popolo fra sacro, popolare e contemporaneo”, è un progetto storico culturale per ricordare il centenario del genocidio armeno, cui il comune di Belluno ha aderito in collaborazione con il Circolo Culturale Bellunese e con il fondamentale supporto del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia. Partecipano anche i Comuni di Sedico e Sospirolo, la Fondazione Teatri delle Dolomiti e Scuole in Rete per un Mondo di Solidarietà e di Pace. Il progetto, che gode del prestigioso patrocinio dell’ambasciata Armena in Italia, si svilupperà da maggio ad ottobre con una serie di iniziative distribuite nel territorio provinciale, che si propongono di condividere, in occasione di una ricorrenza così significativa, la memoria del sacrificio del popolo armeno, di dare voce alla sua storia, alla sua letteratura, alla sua musica, alla religione, alle tradizioni. Nella settimana di apertura dellprogetto, spicca a Belluno il concerto del Trio Dabaghyan che si terrà lunedì 15 giugno alle 20.45 nella splendida cornice del chiostro di S.Pietro. L’ingresso è gratuito, in caso di pioggia il concerto si terrà al teatro comunale. Il concerto sarà caratterizzato dalle sonorità del duduk, strumento eletto a simbolo della nazione armena. è tra gli strumenti a fiato quello più diffuso, a doppia ancia, costruito in legno d’albicocco e simbolo della tradizione musicale armena. Diffuso con denominazioni e alcune caratteristiche costruttive e stilistiche diverse anche tra le altre popolazioni transcaucasiche, il duduk è uno strumento dal timbro caldo, leggermente nasale e dalla sonorità fortemente evocativa, che accompagna i canti e le danze di tutte le regioni dell’Armenia, oltre che essere lo strumento privilegiato durante le cerimonie matrimoniali o funebri. Il solista viene di solito accompagnato da un secondo suonatore di duduk che tiene continuamente il bordone (dam), grazie ad una tecnica di respirazione circolare, e da un suonatore di dhol. Nel 2005, il duduk viene proclamato capolavoro rappresentativo della tradizione musicale armena all’interno del “Programma dei Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità” dell’Unesco, e quindi iscritto nel 2008 all’interno della nuova “Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”. Continua