Dossier articoli sul genocidio armeno di Osservatorio Balcani e Caucaso (2015)

Il 24 aprile 2015 si ricordano i cento anni trascorsi dal primo grande genocidio del XX secolo, il Metz Yeghern, che in lingua armena significa “il Grande Male”. In questo dossier OBC raccoglie articoli e interviste e iniziative su questo anniversario… Continua

Gli rubarono Strangers in the Night, ha fatto fortuna con i sigari ( La Stampa 29.12.15)

La straordinaria vicenda di Avo Uvezian, il vero autore della hit di Frank Sinatra, che grazie al tabacco ha recuperato i soldi perduti.

Certe volte la vita ricompensa i torti subiti, e insegna a rimettere i debiti degli altri, così come lei ripaga i tuoi. Prendete ad esempio la storia di Avo Uvezian, dei suoi sigari, e di una delle canzoni più famose di sempre.

Avo, che il New York Times ha scovato a Orlando per raccontare la sua singolare vicenda, è nato nel 1926 a Beirut da genitori di origini armene. Il Libano era già allora un porto di mare frequentato da rifugiati, commercianti, avventurieri di ogni genere, e Uvezian era cresciuto imparando le lingue e la musica. Suonava il piano e aveva creato un gruppo jazz, con cui si esibiva in tutto il Medio Oriente, dalle coste del Mediterraneo fino all’Iran, dove era diventato uno degli intrattenitori personali dello Scià.

Dopo la guerra, nel 1947, si era trasferito a New York e aveva cominciato a frequentare la prestigiosa Juilliard School of Music. Voleva affinare le sue capacità e diventare compositore. Verso la metà degli anni 60 si era costruito ormai un repertorio di tutto rispetto, e un amico che conosceva Frank Sinatra lo aveva presentato a The Voice, per fargli sentire uno dei suoi pezzi migliori intitolato Broken Guitar. «Sinatra – ha raccontato Avo al N.Y. Times – lo aveva ascoltato e aveva detto: la melodia mi piace, ma devi cambiare le parole». Il compito di riscrivere i versi era stato affidato ai professionisti della casa discografica, che avevano aggiustato anche il titolo. Il brano così era diventato Strangers in the Night, registrato nel 1966 e diventato in breve il numero 1 di tutte le classifiche di vendita. … Continua

La sabbia aspra della memoria (Osservatorio Balcani e Caucaso 28.12.15)

“Ero partito con una guerra in tasca e ne portavo una nuova negli occhi”. Genocidio armeno e guerra civile in Siria, tragedie che si intrecciano nei ricordi e nei vicoli stretti di Burj Hammoud, quartiere armeno di Beirut

In quel 2012 le notti di Beirut passavano roventi, dolciastre. I primi echi della guerra civile siriana soffocavano la città in un’afa di morte che permeava tutto, il tono della voce, l’umore della gente. Ma dentro allo scantinato di Rafi, davanti al mezzobusto di Lenin e a un vecchio ventilatore, il tempo conservava il ritmo precedente alla fretta del mondo, il tempo del racconto, dove i silenzi fanno più ombra dei fatti e le pause più delle parole.

Nella sua fabbrica polverosa nasceva “Dal Caucaso a Beirut”, un reportage, una rincorsa a piedi della fiumara di anime che cento inverni prima aveva scavato il fondovalle della storia armena rendendola per sempre arida….Continua

Armenia: divieto su tv, radio e altri mezzi di pubblicizzare il gambling online (gioconews.it 24.12.15)

L’Armenia vieta la pubblicità sui giochi online su tv, radio e altri mezzi limitandola ai centri di gioco e agli hotel a 4 stelle.

L’Armenia ha deciso di introdurre nuove norme in materia di pubblicità sul gioco d’azzardo online vietandone qualsiasi forma su tv, radio e altri mezzi di comunicazione del paese. Secondo Armenpress, 91 parlamentari hanno votato a favore della legge presentata dal governo della Republic of Armenia, ‘Gambling and Casinos’ and ‘Advertising’.

La pubblicità del gioco online e dei casinò e di altri tipi di giochi, la potranno effettuare direttamente i centri di gioco o in punti vicino alla frontiera del Paese o in alberghi che hanno un rating minimo di 4 stelle. Il legislatore ha detto che il cambiamento delle regole in questo modo contribuirà a formare un approccio unificato per la pubblicità del gioco d’azzardo in Armenia, così come proteggere i cittadini dai danni legati alle ludopatie.

Il teatro foggiano conquista Turchia, India e Armenia con la Piccola compagnia impertinente. “Grande orgoglio” (immediato.net 22.12.15)

“Checkpoint Charlie” è tutto ciò che la guerra significa. Ed è deliberatamente sarcastica la visione che si vuol far emergere all’interno dello spettacolo: una caserma scombinata, un’improbabile sfilata di modelle senza volto, una rivisitazione surreale della seconda guerra mondiale. E’ uno spettacolo complesso e plurale, una produzione della Piccola compagnia impertinente di Foggia che, con otto repliche, andrà in scena nel teatro di via Castiglione 49, come secondo appuntamento della stagione 2015/2016 targata Piccola compagnia impertinente. Uno spettacolo che rappresenta l’esistenza stessa del conflitto. Una presenza storica e materiale del continuo desiderio di potere, che porta ad una semplice riflessione: perché tutto il meglio che l’uomo crea deve necessariamente nascere dallo scontro? Un interrogativo, una riflessione corale, svariati punti di vista: tutti raccolti nello spettacolo che i prossimi 23, 26, 27, 28, 29 e 30 dicembre, e 1 e 2 gennaio andrà in scena al Piccolo teatro impertinente di Foggia. 

IL PROGETTO. “Checkpoint Charlie” è uno spettacolo in pieno ‘Stile Pci’: in scena quattordici attori che raccontano la guerra attraverso capitoli, flash, quadri di diverso registro e stile, ma tutti in grado di stimolare una riflessione sulla natura del conflitto umano. Uno spettacolo originale nella forma e pregno di contenuti nella sostanza, che è stato selezionato in tre festival internazionali (Izmir International Theatre Festival – Turchia; High fest, international theatre festival of performing arts – Armenia e Quadir Ali Baig Theatre festival – India) in paesi dove lo spettacolo avrebbe potuto creare problemi viste le differenze culturali e, soprattutto, religiose. Un grande orgoglio per la compagnia che conferma la propria volontà ad acquisire un respiro internazionale attraverso le sue nuove produzioni. Sul palco, gli attori della Scuola di Teatro della Piccola compagnia impertinente Rita Cancellaro, Giulia Cerrone, Franco Chierici, Luca Citarelli, Umberto J. Contini, Michele Correra, Serena de Lillo, Chiara Gioiosa, Laura Manuali, Alfonso Pedone, Giammarco Pignatiello, Francesco Saggese, Ilaria Scarano e Luciano Veccia. Ideazione e regia a cura di Pierluigi Bevilacqua, costumi di Monica Raponi. Continua

I paesi del Csto al fianco di Mosca contro la Turchia e contro l’Isis (Isecoloditalia.it 21.12.15)

È necessaria un’ampia coalizione per combattere l’Isis e altre organizzazioni terroristiche: lo ha dichiarato il presidente armeno Serzh Sargsian, a Mosca, dopo un vertice dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto): un’alleanza militare tra repubbliche ex sovietiche guidata dalla Russia, paragonabile ad una ‘Nato dell’Est’. L’Armenia detiene la presidenza di turno della Csto. La Csto – di cui fanno parte Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan – ha sottolineato che la lotta all’Isis è una priorità e che aumenta la minaccia alla sicurezza dei paesi dell’Asia centrale. I paesi della Csto, inoltre, sostengono la Russia nella vicenda dell’aereo russo abbattuto dagli F-16 turchi al confine tra Siria e Turchia. E proprio dei rapporti tra Mosca e Ankara si è occupato il vertice dell’Organizzazione che già lo scorso settembre aveva messo in guardia sui rischi di un potenziamento degli armamenti dei paesi Nato nell’Europa dell’Est, voluto dagli Stati Uniti al fine di accerchiare la Russia di Putin. Che sia partita, in quell’area, una corsa agli armamenti è dimostrato anche dall’annuncio di Mosca che, la scorsa estate, si è detta pronta a installare basi aeree sui territori dei paesi Csto. La Russia ha attualmente basi aeree in Kirghizstan e Armenia, e ha in programma di realizzare una base per i propri jet da combattimento in Bielorussia nel 2016.

L’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (Csto) è un’alleanza difensiva creata il 15 maggio 1992 da sei nazioni appartenenti alla Comunità degli Stati Indipendenti. Pur se fondata da Stati dell’ex Unione delle Repubbliche Socialistiche Sovietiche è aperta alla adesione di altri Stati. Gode inoltre dello status di osservatore all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Gli Stati membri si impegnano ad intervenire militarmente in caso di aggressione contro un proprio membro firmatario, in quanto sarebbe percepito come un’aggressione contro tutti. Continua

Fondazione Ananian, lunedì al San Marco presentazione della biografia di Gregorio Anian (Triesteprima.it 20.12.15)

Fondazione Ananian, lunedì al San Marco presentazione della biografia di Gregorio Anian

Pubblicato in occasione del 150esimo anniversario della morte di Gregorio Ananian, il volume Da Costantinopoli a Trieste, che segue il filo rosso della biografia di questo insigne personaggio appartenente alla comunità armena di Trieste, non è un mero strumento commemorativo, ma intreccia anzi alla narrazione dei dati biografici del filantropo armeno un’indagine efficace sul clima politico e religioso di alcune delle principali città europee d’età moderna. Di fatto il nome di Ananian, legato all’omonima Fondazione di stipendi scolastici, istituita per testamento nel 1857 e tuttora attiva, s’intreccia a un ampio ventaglio di temi: dalla storia dell’Armenia e degli armeni negli Imperi ottomano e asburgico, all’identità complessa della Trieste cosmopolita del XIX secolo. Proveniente da un’agiata famiglia di Costantinopoli, Gregorio Ananian studiò, infatti, medicina a Padova e a Parigi, per poi tornare nella capitale ottomana ed esercitarvi il mestiere di ostetrico presso la corte del sultano Selim III. Costretto all’espatrio da intrighi di palazzo, giunse a Trieste nel 1815, partecipando alla vita cittadina in veste di consigliere comunale e distinguendosi per generosità e ampiezza di risorse nei campi del mecenatismo e della filantropia.

Ecco che Trieste si fa non solo sfondo della narrazione biografica, ma fattore determinante, in quanto città che nei secoli ha permesso a chi vi giungeva o vi cercava rifugio di vivere, lavorare e prosperare. Una città, insomma, che ha saputo introiettare le contraddizioni e gli opposti traendone forza, una città che non ha avuto paura di costruire la propria identità sul molteplice.

AUTORE: Luca G. Manenti, laureato in storia a Milano, è dottore di ricerca, cultore della materia e borsista in storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste. Si occupa di associazionismo, massoneria e minoranze religiose tra XVIII e XX secolo, con particolare riguardo all’area alto-adriatica. Oltre a diversi saggi, ha pubblicato il volume Massoneria e irredentismo. Geografia dell’associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste, 2015.

Ne parleranno con l’autore:

Marco Dogo

Docente di Storia dell’Europa Orientale, Università degli Studi di Trieste

Giovanni Damiani

Presidente Fondazione Filantropica Ananian

 

 

Nagorno-Karabakh, conflitto non risolto. La parola al ministro degli Esteri Mirzoyan (Notizie Geopolitiche 20.12.15)

L’Unione Europea ha posto i propri interessi nella regione del Caucaso meridionale, la cui importanza è data dalla posizione strategica e dalle risorse energetiche e naturali. Sfortunatamente la stabilità e la sicurezza dell’area sono minacciate dal conflitto del Nagorno-Karabakh, il quale vede coinvolti la Repubblica del Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian e direttamente anche l’Armenia; seppur definito “congelato”, dopo le recenti tensioni e l’escalation di violenza registrata lungo la linea di confine negli ultimi tempi tale conflitto sta allarmando gli esperti per una possibile nuova esplosione e per le ripercussioni che potrà avere a livello regionale ed internazionale.
Dal 1992 al 1994 gli eserciti di Azerbaigian e Nagorno-Karabakh, sostenuto dall’Armenia, si sono fronteggiati in un conflitto concluso dal cessate il fuoco, il quale è stato seguito dalla creazione del ”Gruppo di Minsk” dell’Osce presieduto da Francia, Stati Uniti e Russia con l’obiettivo di favorire il processo di pace. Attualmente tale processo ed i negoziati sembrano aver raggiunto una situazione di stallo.
Per comprendere maggiormente tale conflitto e i motivi per cui la Repubblica del Nagorno-Karabakh promuova la propria indipendenza ed autonomia a livello internazionale, Notizie Geopolitiche ha incontrato Karen Mirzoyan, ministro degli Esteri del Nagorno-Karabakh.

Ministro Mirzoyan, in Italia ci sono differenti informazioni circa il conflitto del Nagorno-Karabakh e l’effettiva esistenza della Repubblica del Nagorno-Karabakh. Potrebbe essere molto importante per il pubblico italiano conoscere quali sono le ragioni e le motivazioni per le quali il vostro paese ha il diritto di essere indipendente e quali sono, secondo voi, gli interessi dell’Azerbaigian in merito a tale regione?
“Secondo il Diritto internazionale, e prima di tutto secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, tutti gli esseri umani sono nati liberi e hanno gli stessi diritti e libertà. Io credo che sia vero indipendentemente dal luogo dove essi siano nati: Roma, Parigi, New York o Stepanakert. Sfortunatamente mentre alcune persone possono esercitare il loro diritto liberamente, altre, come nel caso degli abitanti della Repubblica del Nagorno-Karabakh, devono lottare per conquistare il diritto a una vita dignitosa, anche oggi nel XXI secolo.Continua

La Rivista trimestrale “La Critica Sociologica” parla del genocidio armeno

LA CRITICA SOCIOLOGICA Rivista trimestrale fondata e diretta da Franco Ferrarotti, in occasione del centenario del Genocidio Armeno ha dedicato una parte del suo ultimo numero alla “Questione Armena”.

Riflessioni sul genocidio armeno
Introduzione
Marcello Flores, Studi storici e memorie sul genocidio armeno
Luigi Sandri, Il peso religioso della diaspora armena
Emanuela C. Del Re, La risoluzione del conflitto in Nagorno-Karabakh nel quadro degli equilibri internazionali
Maria Immacolata Macioti, L’Armenia, una periferia del mondo
Corrado Bologna, Leggendo A cavallo del vento. Fiabe d’Armenia raccontate da Sonya Orfalian

http://www.lacriticasociologica.it/

 

Diventare esploratori, otto mete imperdibili per il 2016 – C’è Anche l’Armenia (Rainews24 19.12.15)

Se cercate una vacanza rilassante, le mete citate in questo articolo non fanno per voi. Le proposte fatte da CartOrange, il più grande network italiano di consulenti di viaggio, hanno l’obiettivo di trasformare i turisti in esploratori e ‘l’evoluzione’ prevede un po’ di fatica. I posti suggeriti hanno il vantaggio di unire lo spettacolo della natura alla possibilità di contatto ravvicinato con gli animali e all’esperienza di interagire con la popolazione locale. Su questi criteri, i consulenti di viaggio hanno stilato una lista con otto proposte imperdibili per il 2016. Continua