Sabato 5 novembre, a Modena,
presso il Teatro San Carlo, via San Carlo 5, alle ore 18,30.
Cerimonia di premiazione del
PREMIO ALESSANDRO TASSONI
poesia, narrativa, teatro, saggistica
Undicesima edizione, Modena, Anno 2016
a cura dell’Associazione Culturale Le Avanguardie e della rivista Bollettario,
in collaborazione con il Comune di Modena e la Biblioteca Estense Universitaria
Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e dell’Università di Modena e Reggio Emilia – Facoltà di Lettere e Filosofia –
Giuria
Annalisa Battini, Augusto Carli, Nadia Cavalera (presidente), Francesco Muzzioli, Sandro Sproccati, Giorgio Zanetti
Biancamaria Frabotta (honoris causa),
Franco Buffoni e Gabriella Uluhogian
i vincitori dell’undicesima edizione
Sono state ultimate tutte le operazioni relative all’Undicesima Edizione del Premio Alessandro Tassoni.
Di seguito i libri vincitori per la sezione A.
NARRATIVA:
Franco Buffoni, Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos, Milano 2016)
SAGGISTICA:
Gabriella Uluhogian, Gli Armeni (Il Mulino, Bologna 2015)
Per la Sezione POESIA (Studenti Scuole Superiori):
Pietro Barani; Daniele Borsari; Carolina Piricò (pari merito).
Vincitrice dell’honoris causa (alla carriera) la poeta Biancamaria Frabotta, dal lungo impegno rinomato e qualificato. Fondamentale, inoltre, per la storia della poesia italiana, l’antologia da lei curata della poesia femminile italiana dal dopoguerra ad oggi, “Donne in poesia” (Savelli, Roma, 1976).
La cerimonia di premiazione è fissata per sabato 5 novembre, a Modena, presso il Teatro San Carlo, via San Carlo 5, alle ore 18,30..
La serata , allietata dai musicisti Claudio Bergamini (clarinetto) e Cristina Blarzino (arpa),
sarà condotta da Andrea Ferrari.
L’omaggio al Tassoni con letture tratte dal Canto XI canto della “Secchia rapita” e dal corpus delle poesie, sarà ad opera dell’attrice Barbara Corradini e di Nadia Cavalera.
A dare voce alle poesie vincitrici della Sezione Studenti: Edoardo Buffagni
La presidente
Nadia Cavalera
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Biografie degli autori e i libri vincitori
Biancamaria Frabotta (honoris causa)
Biancamaria Frabotta, nata a Roma nel 1946, è docente di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza” (imminente la pensione).
Negli anni Settanta ha partecipato al movimento femminista con ampia attività pubblicistica. Dal 1981 al 1983 è stata redattrice della rivista femminile “Orsa minore”. Dal 1989 al 1991 è stata redattrice della rivista “Poesia”. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesia: “Il rumore bianco” (Feltrinelli, Milano, 1982) “Appunti di volo e altre poesie” (La Cometa, Roma, 1985) “Controcanto al chiuso” (Rossi § Spera Editori, Roma, 1991) “La viandanza” (Mondadori, Milano, 1995, Premio Montale 1995) “High Tide”, Dublin, Poetry Ireland LTD, 1998 (versioni inglesi di poesie tratte da “La viandanza”) e “Terra contigua” (Empirìa, Roma, 1999).
Nel 1994 è iniziata la collaborazione con l’artista Giulia Napoleone con cui ha realizzato i libri d’arte “Controcanto al chiuso” (monologo teatrale con due incisioni di G. Napoleone, Edizioni della Cometa, Roma, 1994) “Ne resta uno” (sedici haiku con sei incisioni di G.Napoleone, Il Ponte, Firenze, 1996) e la cartella “Sopravvivenza del bianco” (con sei maniere nere di G. Napoleone, Scheiwiller, Milano, 1997). Ha inoltre pubblicato un romanzo, “Velocità di fuga”, Reverdito, Trento, 1989 (Premio Tropea 1989).
Per il teatro ha scritto la trilogia “Trittico dell’obbedienza”, Sellerio, Palermo, 1996. Nell’ambito di un’ampia opera saggistica ha curato l’antologia della poesia femminile italiana dal dopoguerra ad oggi, “Donne in poesia” (Savelli, Roma, 1976), ha pubblicato “Letteratura al femminile” (De Donato, Bari, 1980) e “Giorgio Caproni, il poeta del disincanto” (Officina edizioni, Roma, 1993).
Ha partecipato nel 2004 a “Il cammino delle comete” e nel 2005 agli Incontri di Sarajevo.
NARRATIVA:
Franco Buffoni, Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos, Milano 2016
È veramente acceso lo sguardo sul mondo in questi racconti appassionati. Che si parli di un amore consumato dietro la saracinesca chiusa di una pizzeria, di una ragazza sensuale che attraversa un ponte di Londra a grandi falcate e chiede a un passante “can you give me fire”, che si tocchi il problema delle farmacie di turno e delle indicazioni sull’autostrada per Gravellona Toce, corpo e mente sono felicemente allerta, per godere, per cogliere la bellezza, ma anche per denunciare la stortura, la meschinità, l’affronto. Il mondo si percorre in lungo e in largo, da Tunisi al Lago di Lugano, con gli occhi pieni di domande, il cuore predisposto alla sorpresa. I ladri arrivano all’ora del lupo, ma ci si può difendere; una seduta burocratica si trasforma in un reading se si evoca il ‘sublime clandestino’; e Pasolini non è morto invano. Politica e amore, sesso e letteratura si fondono in un racconto di racconti trascinante, come accade in effetti nella vita, e basta un attimo perché ragionamenti ed emozioni diventino poesia.
Franco Buffoni (Gallarate, 1948) è un poeta, traduttore e docente universitario di letteratura italiano.Dal 1989 è direttore della rivista sulla teoria e pratica della traduzione poetica «Testo a fronte» e dal 1991 è curatore dei Quaderni italiani di poesia contemporanea, pubblicati ogni due anni. È professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate presso l’Università degli studi di Cassino. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e romanzi. Le sue opere sono state incluse in varie antologie di poesia italiana contemporanea. Ha tradotto tra gli altri John Keats, Donald Barthelme, Robert Fergusson, George Gordon Byron, Samuel Taylor Coleridge, Rudyard Kipling, Oscar Wilde, Seamus Heaney e William Butler Yeats.
Già vincitore in passato di una edizione, dal 2010 presiede la giuria del premio letterario Giuseppe Tirinnanzi.
SAGGISTICA:
Gabriella Uluhogian, Gli Armeni (Il Mulino, Bologna 2015)
Si ricordano gli armeni quasi solo per il terribile genocidio patito nel 1915 e per le polemiche di cui tuttora questo è oggetto. Ma quella armena è una storia molto più ricca e antica: la storia di un territorio ponte fra Oriente e Occidente e di un popolo millenario che ha conservato e tramandato una cultura fortemente identitaria. Ricco di informazioni, il libro ripercorre la storia armena dalle origini più antiche a oggi, presentando anche un quadro generale della religione, della lingua, della letteratura.
Gabriella Uluhogian
Ha insegnato per più di trent’anni Lingua e Letteratura Armena nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. I suoi interessi, di tipo storico-filologico, vertono principalmente sulla letteratura armena classica e sulle traduzioni in armeno di testi greci classici e patristici. Parallelamente la sua ricerca è indirizzata allo studio dei documenti che testimoniano le secolari relazioni tra gli Armeni e l’Italia. È autrice di più di cento articoli di carattere scientifico riguardanti appunto la letteratura armena, gli antichi manoscritti e la presenza degli Armeni in Italia. Tra le numerose pubblicazioni si ricorda l’edizione critica della versione armena delle Regole di San Basilio di Cesarea (Peeters, 1993); in collaborazione con M. Bais e L.D. Nocetti ha curato la traduzione italiana dello storico armeno P‘awstos Buzand: P‘awstos Buzand Storia degli Armeni (Mimesis, 1997); nel volume Un antica mappa dell’Armenia. Monasteri e santuari dal I al XVII secolo (Longo, 2000) presenta un documento rimasto ignorato per secoli nella Biblioteca Universitaria di Bologna. La mappa, compilata da un intellettuale armeno di Costantinopoli nel 1691 e commissionata dal conte bolognese Ferdinando Marsili, rappresenta i monasteri, i santuari e i luoghi di culto sparsi sui territori abitati dalle comunità armene. Da annoverare è anche il Catalogo dei manoscritti armeni delle biblioteche d’Italia (Istituto Poligrafico dello Stato, 2010). Ha curato numerose pubblicazioni tra le quali si ricorda: Armenia, impronte di una civiltà (Skira, 2012) in collaborazione con B.L. Zekiyan e V. Karapetian; volume edito a seguito della mostra omonima presentata a Venezia in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della stampa del primo libro in lingua armena, avvenuta appunto a Venezia nel 1512. È, inoltre, membro effettivo di numerose associazioni scientifico-culturali nazionali e internazionali quali Association internationale des Etudes Arméniennes (AIEA), l’Associazione Padus-Araxes, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Armena, l’Accademia Ambrosiana.