VENEZIA – fino al 19/12 – “Armenia.Una civiltà di frontiera” nuovo ciclo di conferenze sulla storia e la cultura armena.

“Armenia.Una civiltà di frontiera”

Nuovo ciclo di conferenze sulla storia e la cultura armena,

che si svolgerà dal 31 ottobre al 19 dicembre

—————————

Martedì 31 ottobre

Marco Bergamo e Aldo Ferrari Civiltà del vino dall’Armenia all’Italia

Martedì 14 novembre

Giampiero Bellingeri e Aldo Ferrari Tra Venezia e l’Oriente. La grammatica poliglotta del Padre Mechitarista Minas Bzhshkian

Martedì 28 novembre

Gianni Dubbini e Giampiero Bellingeri Oltre l’Ararat e l’Arasse: sulle orme di un viaggiatore veneziano in Turchia, Armenia e Persia

Martedì 5 dicembre

Irina Marchesini Rivoluzione e scrittura. La riforma ortografica nell’Armenia sovietica

Martedì 12 dicembre

Aldo Ferrari La cultura russa e l’Armenia

Martedì 19 dicembre

Sona Haroutyunian Traduzione culturale: alcune riflessioni sulla diaspora italo-armena

Gli incontri si svolgeranno dalle 17.30 alle 19 presso l’aula 6 di Rio Nuovo, Dorsoduro 3861, Calle Larga Foscari, 30123, Venezia

Scarica la locandina in pdf

PADOVA – 27 novembre – 3 dicembre 2017 – DESSARAN FESTIVAL settimana della cultura armena (II Edizione)

DESSARAN FESTIVAL

settimana della cultura armena II Edizione

Padova, 27 novembre – 3 dicembre 2017

Dessaran: in armeno, l’orizzonte, il confine di ciò che vedi

Armenia: un centro irradiante, da cui si sono diramate tante strade del mondo

Dopo lo straordinario successo della prima edizione, torna anche nel 2017 la settimana dedicata alla cultura armena con 7 giorni di eventi speciali – tra cui ricordiamo i concerti degli artisti internazionali Tigran Hamasyan e Hakob Khalatyan e due nuovi reading di parole, musiche e immagini ispirate all’Armenia – in cui verranno esplorati orizzonti: non limitandoci solo a quelli dell’antichissima cultura armena, ma toccando anche le tante civiltà che ad essa si sono intrecciate nei millenni della sua esistenza.

Uno scambio fruttuoso e allegro di saperi, cognizioni, suggestioni antiche e moderne: una rassegna che va dalla musica ai reportage fotografci, dai reading alle proiezioni di flm, dai viaggi alla rafnata cucina.

Scarica QUI la brochure e il programma della manifestazione

ROMA – 17 e 18 novembre 2017 – “Cultura costituzionale”. Un convegno sotto l’egida della Chiesa Cattolica a Roma

Il Presidente della Corte Costituzionale della Repubblica di Armenia e le volontà di organizzare il primo convegno internazionale del Centro di Cultura Costituzionale di Yerevan a Roma.

Il 17 e 18 novembre 2017, al Pontificio Istituto Orientale, si terrà il Convegno internazionale “The International Conference On “Challenges of Spiritual and Legal Behavior of Contemporary Individual and Imperatives of Their Overcoming” organizzato dal Centro internazionale di studi di diritto costituzionale “Cultura costituzionale” di Yerevan (Armenia).

Il presidente della Corte Costituzionale della Repubblica d’Armenia è il Prof. Gagik Harutyunyan da più di due decenni. Attualmente, è l’unica carica politica nella Repubblica che non è a rinnovo, ma soggetta solo alla scadenza dell’età. Il presidente, sia per la sua personalità che per la carica che ricopre, è una delle figure di maggiore spicco nella Repubblica e, nel suo campo di costituzionalista, è riconosciuto internazionalmente. E’ da anni membro attivo e partecipe della Commissione di Venezia (per i Diritti Umani). E’ autore di più di duecento articoli scientifici e di diversi volumi sia sul diritto e, in particolare, il diritto costituzionale in genere, sia sugli sviluppi storici e le peculiarità della percezione del diritto nel pensiero armeno, partendo dalle sue radici bibliche ed elleniche. Egli, come altri intellettuali armeni, venne profondamente colpito dalla visita del Papa in Armenia, soprattutto da alcune idee, assai profonde, sfuggite non solo ai media ma anche ad altri intellettuali, forse meno attenti a questa visita, tutto sommato ad un paese “marginale”, che il Santo Padre espresse in quella circostanza. La visita è stata il movente decisivo per la realizzazione di un’idea che maturava da tempo nel pensiero del Prof. Harutyunyan: quella di fondare a Yerevan un Centro internazionale di studi di diritto costituzionale, chiamato “Cultura costituzionale”.

Il Centro è stato ufficialmente fondato lo scorso anno a Yerevan e la fondazione ne fu celebrata con un convegno internazionale dal 19 al 21 ottobre 2016. Sono trentanove i soci fondatori, di cui molti presidenti delle Corti costituzionali di altri paesi, più un socio che è un ente di diritto pubblico.

Partendo dalla constatazione della crisi profonda che attraversa la società contemporanea e il concetto stesso di diritto per la dominante visione del convenzionalismo etico, il Prof. Harutyunyan è convinto che non si può restare spettatori di tale situazione e che un rimedio valido non potrà venire se non ispirandosi alla grande tradizione filosofica e religiosa di un valore assoluto, superiore alla contingenza umana. Questo in sostanza l’obiettivo che egli si prefigge sia con la fondazione del Centro di Cultura costituzionale di Yerevan, sia con la serie di convegni, di alto livello, internazionali che vorrebbe promuovere in collaborazione con enti e istituzioni d’indiscussa credibilità. Mosso da questo pensiero, a seguito del Convegno “di fondazione” dell’anno scorso a Yerevan, egli desiderava che il secondo si organizzasse a Roma sotto l’egida della Chiesa Cattolica. Il progetto venne accolto positivamente, pensando proprio al Pontificio Istituto Orientale come ramo accademico della Congregazione per le Chiese Orientali, quale istituzione pontificia dotata dell’unica Facoltà al mondo in Diritto Canonico Orientale, che ne potesse assumere la responsabilità organizzativa in coordinamento con Yerevan.

Questi i tre punti cardine del pensiero del Prof. Harutyunyan, propulsori delle tematiche che verranno trattate dai relatori del Convegno (allegato programma):

  1. Il ruolo della cultura costituzionale nella formazione dell’identità spirituale dell’individuo moderno;
  2. I valori religiosi nel sistema assiologico delle Costituzioni contemporanee;

  III.         Le sfide presenti della deformazione del comportamento umano legale e spirituale e gli imperativi per come superarle. 

In Allegato:

CASSANESE – Approvato il documento sul genocidio armeno (31.10.17)

Unanimità al Consiglio comunale di lunedì a Inzago.

Approvato l’ordine del giorno

E’ stato votato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal consigliere di opposizione Angela Valtorta. Lunedì sera il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno relativo al riconoscimento del genocidio armeno. E’ stato l’unico punto che ha messo d’accordo tutti. Nei precedenti, infatti, non sono mancate discussioni tra la maggioranza e il gruppo Inzago bene comune.

Un percorso iniziato durante la fiera

Durante la sagra cittadina si era tenuta una mostra sul tema. Il circolo sociale Giacomo Matteotti l’aveva organizzato con il patrocinio di Consolato onorario della Repubblica d’Armena in Italia, Casa Armena – Hay Dun e Comune. C’erano stati anche la proiezione del film “La masseria delle allodole” e una conferenza. Gli eventi erano stati partecipati e apprezzati.

Nuove iniziative all’orizzonte

L’approvazione del documento si inserisce proprio nel percorso iniziato durante la fiera. L’assise si è trovata concorde nell’auspicare che non restino solo parole sulla carta. Tra le proposte ci sono iniziative nelle scuole. Inoltre, l’ordine del giorno verrà spedito ai consolati armeno e turco. A portare avanti le cose sarà Antonio Alberto Samakovlija, che aveva proposto e supportato, con la collaborazione del circolo Matteotti e dell’Amministrazione comunale, l’organizzazione della mostra sul genocidio armeno.

Vai al sito

Santa Sede-Armenia: card. Sandri, “cammino costellato da tanti punti luminosi. Non c’è alternativa alla pace” (SIR/ACISTAMPA/RADIOVATICANA 21.09.17)

Relazioni tra Santa Sede e Armenia: 25 anni ricchi di punti luminosi (Radio Vaticana)

di Amedeo Lomonaco

“Ogni passo è stato preparato da incontri e dialoghi che hanno consentito di stabilire legami profondi di stima e di amicizia che hanno reso più bello e più ricco, umanamente e spiritualmente, il rapporto diplomatico”. Così, ieri, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, durante la celebrazione eucaristica nel 25.mo delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Repubblica di Armenia, presso la Chiesa di San Nicola da Tolentino del Pontificio Collegio Armeno. Hanno concelebrato mons. Boutros Maryati, arcivescovo armeno cattolico di Aleppo (Siria), mons. Giorgio Chezza, della nunziatura apostolica in Italia, padre Lorenzo Lorusso, sotto-Segretario del Dicastero orientale, il rettore del Collegio armeno e altri presbiteri.

Il cammino durante i 25 anni di relazioni diplomatiche – ha detto il porporato – è ricco di punti luminosi. Tra questi, i viaggi apostolici di San Giovanni Paolo II nel 2001 e di Papa Francesco lo scorso anno, le sette visite dei Presidenti della Repubblica armena in Vaticano. “Consideriamo queste pagine di amicizia – ha affermato il card. Sandri – come un vero dono di Dio”. Tra i punti luminosi, anche “la creazione dell’Ordinariato per i fedeli armeno cattolici in Europa Orientale, con sede in Armenia, a cui tanto contribuì la stima e l’amicizia tra san Giovanni Paolo II e il Catholicos Vasken”.

Il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha ricordato, in particolare, l’annosa questione del territorio del Nagorno-Karabakh, conteso da Armenia e Azerbaigian. “Nel suo viaggio di ritorno dall’Armenia – ha detto il card. Sandri – il Santo Padre Francesco salutava con speranza l’incontro avvenuto tramite il Presidente russo tra i Presidenti armeno ed azero; ci associamo al medesimo auspicio pensando all’analoga occasione, poche settimane fa, che ha visto incontrare nuovamente con Sua Santità Kyrill di Mosca il Catholicos Patriarca Karekin II e lo Sheikh dell’Islam azero: insieme diciamo con forza che non c’è alternativa alla pace, e va posto termine ad ogni dolore e sofferenza, a maggior ragione quando essa colpisce la popolazione civile inerme”.


“Un cammino costellato di tanti punti luminosi, come stelle del cielo, ciascuno dei quali segna una tappa dei nostri incontri”: così il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha definito i 25 anni delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Armenia e la Santa Sede. Celebrando ieri sera a Roma una messa per l’anniversario il porporato ha rievocato, tra le altre cose i viaggi apostolici di san Giovanni Paolo II nel 2001 e di Papa Francesco nel 2016 in Armenia e le sette visite dei presidenti della Repubblica in Vaticano. “Ciascuno di questi eventi – ha detto il prefetto – dischiude in chi li ha vissuti una memoria grata: ogni passo è stato preparato da incontri e dialoghi che hanno consentito di stabilire legami profondi di stima e di amicizia che hanno reso più bello e più ricco, umanamente e spiritualmente, il rapporto diplomatico. Consideriamo queste pagine di amicizia come un vero dono di Dio, attraverso la disponibilità e l’accoglienza di noi uomini e di coloro che ci hanno preceduto: non potrebbe accadere che così, tra i discepoli dell’unico Signore e Maestro, Cristo Gesù”. Il card. Sandri ha ricordato “l’identità nuova della comunità armena” di cui parte “costitutiva e inseparabile” è la fede in Cristo. “Una eredità – ben lungi dall’essere soltanto un vanto del passato – che mette in moto il cuore e la vita degli uomini e delle donne armene anche in questo tempo, come quelle di noi tutti. Rimaniamo fedeli alla vocazione di essere uomini e donne di speranza: memori del passato, ma con le radici nel futuro di Dio: ed esso non può che esser un futuro di giustizia, di riconciliazione e di pace”. E a proposito di pace il prefetto ha ricordato che “nel suo viaggio di ritorno dall’Armenia, il Santo Padre Francesco salutava con speranza l’incontro avvenuto tramite il presidente russo tra i presidenti armeno ed azero; ci associamo al medesimo auspicio pensando all’analoga occasione, poche settimane fa, che ha visto incontrare nuovamente con Sua Santità Kyrill di Mosca il Catholicos Patriarca Karekin II e lo Sheikh dell’Islam azero: insieme diciamo con forza che non c’è alternativa alla pace, e va posto termine ad ogni dolore e sofferenza, a maggior ragione quando essa colpisce la popolazione civile inerme. Idealmente sogniamo e desideriamo che le colombe lanciate da Papa Francesco e dal Catholicos Karekin II al monastero Khor Virap – che significa letteralmente “prigione in profondità”, rievocando la prigionia patita da san Gregorio l’Illuminatore, attraversino le profondità delle divisioni, degli odi e delle guerre, si librino nel cielo alto di Dio, e tornino recando in bocca un ramoscello di pace per tutte le popolazioni del Caucaso e dell’Anatolia”.

SIR


È la storia la protagonista dell’omelia del Cardinale Sandri. Non potrebbe essere altrimenti. L’Armenia è una nazione antichissima, dalla forte tradizione cristiana radicata in una particolare predilezione per il libro, con una fede che si è preservata grazie a 36 soldati, le lettere dell’alfabeto che il geniale monaco Mashtoz codificò per dare al popolo una tradizione e una storia.

Il Battesimo dell’Armenia, celebrato da Giovanni Paolo II nel suo viaggio, costituì per la nazione una “identità nuova” e una eredità – racconta il Cardinale Sandri – “ben lungi dall’essere solo un vanto del passato”, perché “è la potenza stessa di Dio ricevuta nel Battesimo che ci spinge, ci mette fretta”.

Insomma, Caritas Christi urget nos, e non è un caso che il Cardinale ricordi, tra queste opere di carità, l’ospedale di Ashots, al confine con la Georgia e al limite della città di Gyumri martoriata dal terremoto del 1988. È chiamato “l’ospedale del Papa”, e fino all’ultimo, durante la visita di Papa Francesco in Armenia nel giugno 2016, si era sperato che il Papa potesse vedere questa struttura tra le montagne. Una struttura che è arrivata molto prima delle relazioni diplomatiche, a testimonianza che la carità sempre precede.

Il Cardinale Sandri ripercorre, nell’omelia, i “punti luminosi” del rapporto diplomatico tra Santa Sede e Armenia, citando “i Viaggi Apostolici di San Giovanni Paolo II nel 2001 e di Papa Francesco lo scorso anno, le sette visite dei Presidenti della Repubblica in Vaticano, inaugurate con S.E. Ter Petrosyan nel 1992, poi le due, nel 1999 e nel 2005 di S.E. Kocharyan, e infine le quattro (2011,2013,2014,2015) dell’attuale Presidente, S.E. Sargsyan; la grande celebrazione dell’aprile 2015 e la proclamazione di San Gregorio di Narek Dottore della Chiesa Universale, l’invio di un Rappresentante Speciale del Santo Padre alla consacrazione del Santo Myron a Ethchmiadzin, ogni sette anni, le visite dei Catholicos Vasken, Karekin I e II ai Papi, senza dimenticare la creazione dell’Ordinariato per i fedeli Armeno cattolici in Europa Orientale, con sede in Armenia, a cui tanto contribuì la stima e l’amicizia tra san Giovanni Paolo II e il Catholicos Vasken”.

Sono passi “preparati in incontri e dialoghi” che hanno consentito “di stabilire legami profondi di stima e di amicizia e che hanno reso più bello e più ricco, umanamente e spiritualmente, il rapporto diplomatico”.

Il Cardinale Sandri guarda a Echmiadzin, la sede del Patriarcato Apostolico di Armenia, che è “cuore irradiante della fede e del popolo armeno”. Significa “Discese l’unigeto” e la sua costruzione “è quasi una rappresentazione plastica della professione di fede ascoltata dall’apostolo Paolo”.

L’Armenia terra cristiana, l’Armenia terra di incontro, dove si cerca di costruire la pace nella Regione, e a tal proposito il Cardinale cita l’incontro tra il Patriarca Kiril di Mosca, il Catholicos Karekin II e lo Sheikh dell’Islam azero che si è svolto qualche giorno, e che porta a dire con forza “che non c’è alternativa alla pace, e va posto termine ad ogni dolore e sofferenza, a maggior ragione quando essa colpisce la popolazione civile inerme”.

E allora – conclude il Cardinale – “idealmente sogniamo e desideriamo che le colombe lanciate da Papa Francesco e dal Catholicos Karekin II al monastero Khor Virap – che significa letteralmente ‘prigione in profondità’, rievocando la prigionia patita da san Gregorio l’Illuminatore – attraversino le profondità delle divisioni, degli odi e delle guerre, si librino nel cielo alto di Dio, e tornino recando in bocca un ramoscello di pace per tutte le popolazioni del Caucaso e dell’Anatolia”.

ACISTAMPA

A cavallo del vento, esce la seconda edizione del libro di Sonya Orfalian.

Esaurito a un paio danni dalla prima pubblicazione, viene oggi riproposto in una nuova edizione ampliata il volume di Sonya Orfalian A cavallo del vento – Fiabe d’Armenia (Argo Editrice). Il libro raccoglie alcune delle più belle e significative fiabe della antica tradizione armena, che in questa rinnovata edizione aumentano di numero e vengono accompagnate da unampia postfazione di Corrado Bologna.

La messa a testo delle fiabe armene raccontate da Sonya Orfalian è in certa misura ‘epocale’, giacché distingue e nel contempo collega due stati incommensurabili: quello dell’oscillazione orale, secolare, infinitamente frammentata e imprendibile, e quello della fissazione per iscritto, che stabilizza e cristallizza il testo in una ‘forma’ invariabile. (C. Bologna, Leggendo A cavallo del vento).

Novità Editoriale: Storia del Karabagh. Dall’antichità fino all’indipendenza. Di Gregorio Zovighian

 L’Artzakh, antico nome, ancora in uso fra gli armeni, della regione orientale dell’Armenia, oggi più nota come Karabagh, o Nagorno Karabagh, da un quarto di secolo è una repubblica indipendente, sebbene non riconosciuta internazionalmente. Ciò ha dato origine ad una dura contrapposizione fra Karabagh ed Armenia, da un lato, e Azerbaigian, dall’altro. Per una miglior comprensione dei motivi del contendere è necessario considerare questa controversia nel più ampio contesto dei rapporti armeno-azeri e degli avvenimenti, dell’Armenia, dell’Azerbaigian e del Karabagh, ad essi correlati, dando il dovuto spazio alla storia dei secoli, anche remoti, di questa regione, in quanto utile premessa per la comprensione degli avvenimenti più recenti.

 

la nuova guida sull’Armenia “Armenia e Nagorno Karabakh” Morellini Editore

Un territorio affascinante tutto da scoprire, dai paesaggi montani agli antichi monasteri, dalla “Stonehenge” del Caucaso alla prelibata gastronomia. La guida più aggiornata a una delle nuove mete scoperte dagli italiani

E’ solo negli ultimi anni che gli italiani hanno iniziato a scoprire l’Armenia, affascinante e antichissimo Paese a cavallo tra Europa ed Asia, che grazie a un rinnovato impegno di promozione turistica, sta diventando una delle “nuove mete” che attirano l’attenzione dei viaggiatori italiani più attenti. La sua capitale Yerevan è una metropoli cosmopolita, dall’intensa vita notturna ma anche dai tanti eventi all’aria aperta. Culla del cristianesimo, il territorio armeno si sviluppa quasi sempre sopra i 1000 metri e ospita monasteri medievali abbarbicati sulla cima delle montagne: Sevanavank, Sanahin e, fra tutti, i complesso di Tatev, raggiunto in cima ai monti dalla più lunga teleferica del mondo. La guida di Mauro Morellini conduce inoltre alla scoperta del Nagorno Karabakh (chiamato oggi dai locali e dagli armeni Artsakh), una regione tuttora contesa tra Armenia e Azerbaijan, ma che è di fatto un’estensione dell’Armenia e custodisce tesori come il monastero di Dadivank e il sito archeologico di Tigranakert, fino alla stessa capitale Step’anakert.

 

Benedici questa croce di spighe…Antologia di scrittori armeni vittime del Genocidio

Benedici questa croce di spighe…

Daniel Varujan – Siamantò – Rupen Sevag
Padre Garabed der Sahaghian – Ardashes Harutiunian
Krikor Zohrab – Rupen Zartarian l Dikran Ciögürian
Tlgadintzì – Hrant – Yerukhan – Kegham Parseghian

 

«Come una folgore improvvisa che taglia in due un paesaggio, come un terremoto inaspettato che apre voragini e scuote ogni cosa costruita dall’uomo, cosi siamo abituati a immaginare l’inizio del genocidio degli armeni, quella notte del 24 aprile 1915, quando furono arrestati uno dopo l’altro nella capitale Costantinopoli i principali esponenti della comunità armena nell’impero ottomano. Le ombre degli scrittori assassinati sono riemerse un poco alla volta: sono diventati personaggi reali, protagonisti del racconto infinito di quella tragedia incombente che venne realizzata giorno dopo giorno, con l’astuzia di tenere i prigionieri all’oscuro del loro destino. In questo libro per la prima volta in Italia sono raccolte le loro voci, assai differenti fra loro, come e giusto che sia: diverse sono le date e i luoghi di nascita, la provenienza famigliare, i loro studi, vocazioni e carriere: poeti e scrittori di romanzi e novelle, giornalisti, medici, farmacisti, uomini di chiesa, uomini politici. C’è di tutto, ma unico è l’amore per una patria divisa, drammaticamente minacciata, con forti differenze sociali al suo interno, eppure unita da un maestoso, articolatissimo linguaggio dalle antiche radici indoeuropee, da un alfabeto unico e originale e da una superba tradizione culturale, che si sviluppa con grande ricchezza a partire dal quarto secolo d.C.»

Dall’Invito alla lettura di Antonia Arslan


«BENEDICI QUESTA CROCE  DI SPIGHE…»
Antologia di scrittori armeni
vittime del Genocidio
Invito alla lettura di Antonia Arslan
 
A cura della Congregazione Armena Mechitarista
Edizioni Ares – pp. 240 – euro 18
IL LIBRO
Per la prima volta in un unico volume
un’antologia dei più importanti scrittori
armeni vittime del Genocidio.
Dall’Invito alla lettura di Antonia Arslan:
«Come una folgore improvvisa che taglia in due un paesaggio, come un terremoto inaspettato che apre voragini e scuote ogni cosa costruita dall’uomo, così siamo abituati a immaginare l’inizio del genocidio degli armeni, quella notte del 24 aprile 1915, quando furono arrestati uno dopo l’altro nella capitale Costantinopoli i principali esponenti della comunità armena nell’impero ottomano. Le ombre degli scrittori assassinati sono riemerse un poco alla volta: sono diventati personaggi reali, protagonisti del racconto infinito di quella tragedia incombente che venne realizzata giorno dopo giorno, con l’astuzia di tenere i prigionieri all’oscuro del loro destino. In questo libro per la prima volta in Italia sono raccolte le loro voci, assai differenti fra loro, come è giusto che sia: diverse sono le date e i luoghi di nascita, la provenienza famigliare, i loro studi, vocazioni e carriere: poeti e scrittori di romanzi e novelle, giornalisti, medici, farmacisti, uomini di chiesa, uomini politici. C’è di tutto, ma unico è l’amore per una patria divisa, drammaticamente minacciata, con forti differenze sociali al suo interno, eppure unita da un maestoso, articolatissimo linguaggio dalle antiche radici indoeuropee, da un alfabeto unico e originale e da una superba tradizione culturale, che si sviluppa con grande ricchezza a partire dal quarto secolo d.C.».
GLI SCRITTORI
Daniel Varujan – Siamantò – Rupen Sevag
Padre Garabed der Sahaghian – Ardashes Harutiunian
Krikor Zohrab – Rupen Zartarian l Dikran Ciögürian
Tlgadintzì – Hrant – Yerukhan – Kegham Parseghian
UNA POESIA
Il popolo armeno voleva vivere, voleva gettare sotto i suoi piedi le sue catene,
voleva frantumare i suoi legami, voleva pulire i suoi occhi e tuonare con la sua voce,
voleva vivere, voleva creare, voleva splendidamente rinascere;
perché anche lui era progenitore di bellezze, sentimenti e nazioni,
perché era orgoglioso del suo passato, del suo pensiero, della sua forza, della sua rossa gloria,
perché anche lui aveva alzato la sua aurea voce nella tempesta dell’antica umanità,
perché anche lui aveva cantato, anche lui aveva vinto, anche lui architettato e costruito metropoli.
Anche lui era stato tedoforo, seminatore, idealista, re ed eroe.
E ancora voleva vivere, abbellirsi e realizzarsi, voleva carpire la vita, la vita…
Siamantò
UFFICIO STAMPA
Per informazioni, presentazioni, richiesta di materiali:
Riccardo Caniato, 0229514202 int. 202, cell. 3333584110, riccardo.caniato@ares.mi.it
Alessandro Rivali, 0229514202 int. 204, cell. 3493344541, alessandro.rivali@ares.mi.it

 

VENEZIA – Agosto 2017 – Corso Estivo intensivo di lingua e cultura Armena

Il corso estivo intensivo di Lingua e Cultura Armena, promosso dall’Associazione culturale PadusAraxes, in collaborazione con lo “Studium Marcianum” di Venezia si svolgerà dall’1 al 18 di agosto; gli esami avranno luogo il 19 agosto.

ARRIVI: 30 e 31 luglio; PARTENZE: 20 e 21 agosto.

Le domande di partecipazione devono essere indirizzate PERSONALMENTE e PER ISCRITTO, indicando un NUMERO DI TELEFONO e un indirizzo di POSTA ELETTRONICA.

Il modulo da compilare si può scaricare dal sito: www.padus-araxes.com/SummerCourse /ApplicationForm.

I candidati DEVONO essere maggiorenni.

Il corso è suddiviso in quattro livelli: dai principianti assoluti ai progrediti.

Le lezioni si svolgono al mattino, dal lunedì al venerdì, per cinque ore di frequenza giornaliera.

LA FREQUENZA è obbligatoria. Alle lezioni si affiancano varie iniziative culturali, tra cui la visita al monastero mechitarista di San Lazzaro e al quartiere armeno di Venezia, la partecipazione alla Festa dell’Assunta e della Benedizione dell’uva a San Lazzaro e conferenze di ambito armenistico tenute da docenti universitari e specialisti della materia.

Saranno anche offerti, con accesso libero e in orario pomeridiano, CORSI di DUDUK e DANZA ARMENA.

Il contributo per la partecipazione al Corso è di 790 € o l’equivalente in altre valute.

Di questa somma 500 € DEVONO ESSERE VERSATI IN ANTICIPO, dopo aver ricevuto la lettera di accettazione, ENTRO IL 31 MARZO. Dopo questa data, l’acconto sarà di 550 € da versare entro l’ultima scadenza del 30 GIUGNO. Il saldo DOVRA’ ESSERE VERSATO IL GIORNO DELL’ARRIVO, pena di non poter accedere all’alloggio.

La somma versata NON SARA’ RESTITUITA per nessun motivo.

Viene applicata una riduzione del 10% a coloro che hanno già seguito il corso, per almeno due estati, con buon risultato, e ai loro parenti prossimi (genitori, fratelli, marito, moglie).

Gli assegni circolari, personali, o vaglia postali devono essere intestati esclusivamente ad ASSOCIAZIONE PADUS-ARAXES e indirizzati a: Associazione Padus-Araxes – c/o Centro di Documentazione della Cultura Armena, Loggia del Temanza, Corte Zappa, Dorsoduro 1602, I-30123 VENEZIA Eventuali spese postali o commissioni bancarie saranno completamente a carico del partecipante.

Viene messo a disposizione dei corsisti un ALLOGGIO a Venezia, in centro storico. Il COSTO DEL SOGGIORNO per l’intera durata del corso, dal 30 luglio al 20 agosto incluso, è di 910 € per stanza singola e di 790 € per stanza doppia, entrambe con bagno privato. Non sono possibili conteggi giornalieri durante questo periodo.

Coloro che desiderano arrivare prima o partire dopo le date fissate, devono provvedere personalmente a trovarsi una stanza per quei giorni.

L’alloggio è dotato di lenzuola, asciugamani, cucina in comune con frigoriferi e piano di cottura, lavabiancheria e connessione WI-FI.

I corsisti potranno accedere a locali convenzionati per un costo di circa 9 € a pasto da pagare sul posto.

Per qualsiasi INFORMAZIONE, inviate un’e-mail a: daniela@padus-araxes.com, in cc: benedettacon@gmail.com.

Nei casi urgenti potete chiamare il lunedì e giovedì mattina, dalle 10.30 alle 13.00 il cellulare n° + 39.347.4562981 (Daniela) e nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, alla sera, dalle 20.00 alle 22.00 oppure il cellulare n° + 39.349.0986027 (Benedetta).

In caso di assenza, lasciate un messaggio in segreteria, indicando nome e numero di telefono.