Alla vigilia del 106° anniversario del Genocidio Armeno il comune di Palestrina riconosce il genocidio armeno.

Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti i membri del Consiglio comunale di Palestrina per aver approvato, proprio alla vigilia del 106° anniversario della ricorrenza del genocidio del popolo armeno, una mozione con la quale oltre a riconosce le veridicità storica del Medz Yeghern manifesta la “proprio piena solidarietà al popolo armeno nella sua battaglia per la verità storica e per la difesa dei diritti umani”.

 “Il Consiglio Comunale esprime il proprio riconoscimento circa i fatti storici del genocidio del 1915 ed esprime la piena solidarietà al popolo armeno nella sua battaglia per la  verità storia e per la difesa dei diritti umani” si legge nella delibera della e votata all’unanimità dei presenti.

Tale atto è un ulteriore incoraggiamento per proseguire la battaglia della Memoria con la consapevolezza di avere al nostro fianco uomini e donne che hanno dimostrato coraggio e onestà intellettuale e che, come gli armeni, credono ancora nella verità e nella giustizia.

Un sincero GRAZIE

Consiglio per la comunità armena di Roma


 

Audio della seduta: https://www.comune.palestrina.rm.it/pagina100_consiglio-comunale-odg-e-audio.html?fbclid=IwAR2fD74jtYTrvw9VrK4bLtO0KA1A4ZcHfpYXztqNtEJNKsyG8qvsqXcqkIk

Aprile 2021 – Alcune delle iniziative religiose, laiche e on line programmate in occasione del 24 aprile

24 APRILE 2021

  • Roma  alle 11.00 Santa Messa in rito Armeno in memoria dei martiri del Genocidio Armeno presso il Pontificio Collegio Armeno (Sal. San Nicola da Tolentino 17)
  • Padova  alle h. 10.30, Cerimonia commemorativa alla presenza del Sindaco di Padova Sergio Giordani. https://www.padovanet.it/evento/cerimonia-il-106%C2%B0-anniversario-del-genocidio-armeno
  • Milano dalle 12.00 alle 13.00 –  in Piazza Duomo ang. via Marconi “Flash mob organizzato da AGBU MIlan”.
  • Milano  ore 16.00 – Preghiamo per i Santi Martiri del Genocidio Armeno  –  Piazza Sant’Ambrogio – Monumento di Croce (Khachkar)
  • Camponogara alle ore 10.00 – Un melograno per ricordare l’Armenia  presso lo spazio verde vicino al teatro Dario Fo sarà piantato un melograno, alla presenza del Sindaco di Camponogara e di un rappresentante dell’Associazione Italiarmenia.
  • Ferrara alle ore  21.00 “Metz Yeghern Il genocidio degli armeni tra memoria, negazione e silenzi” 

 

 

25 APRILE 2021

  • Milano alle h. 11.00 S. Messa di commemorazione dei Santi Martiri del genocidio, presso la chiesa armena di via Jommelli
  • Roma  alle 18.30 “Preghiera con i martiri Armeni” Celebrazione ecumenica per la pace, Basilica di San Bartolomeo all’isola.

 

26 APRILE 2021

  • On Line –  dalle ore 15 alle 18   NAPOLI:  Webinar – “La Cristianità: Il Volto di nostra sorella Armenia.

 

Alcune

LE BUGIE AZERE HANNO LE GAMBE CORTE MA NON HANNO LIMITI…..

Sarebbe stato davvero imbarazzante se, come riportato a febbraio dall’agenzia azera “Trend”, aziende italiane avessero partecipato alla progettazione e/o realizzazione del parco dell’orrore, voluto dal dittatore Aliyev per celebrare la vittoria nella guerra di aggressione contro l’Artsakh.
Due società italiane, la G Group e la 120lab, erano state citate nel lancio dell’agenzia come possibili interlocutori in questo vergognoso progetto allestito nella capitale dell’Azerbaigian.
Il sapere che due imprese italiane (come se non bastassero quei parlamentari presentatisi alla corte di Aliyev subito dopo la fine della guerra…) erano coinvolte ha allarmato molti e non solo all’interno della comunità armena nazionale.
Abbiamo quindi scritto direttamente a loro e richiesto spiegazioni al riguardo. E le risposte ricevute hanno confermato come la stampa e il governo azero cercano di manipolare le notizie facendo apparire agli occhi del mondo delle realtà che non sono tali.
Siamo lieti che le due società citate non abbiano nulla a che vedere con le menzogne azere. In effetti hanno negato ufficialmente in maniera decisa qualsiasi loro coinvolgimento.
Ecco uno stralcio delle loro risposte:
– La G Group ci fa sapere: “…ci teniamo a precisare che riguardo il lavoro da lei citato in Azerbaigian lo stesso non ci vede minimamente coinvolti né nell’ideazione, né nella progettazione, né in alcuna attività dell’esecuzione.Del resto non abbiamo mai ricevuto alcun contratto dal governo dell’Azerbajian o da strutture governative ad esso collegate. Certi che vorrà considerare questa nostra esaustiva riteniamo che la stessa debba essere ritenuta definitiva sull’argomento”.
– Mentre la 120lab ci scrive: “120grammi: laboratorio di architettura, marchio che raccoglie le esperienze lavorative di Carlo Pavan e Nicola Pavan, è stato erroneamente accostato alla realizzazione di un memoriale di guerra, recentemente inaugurato a Baku dalla Repubblica dell’Azerbaijan. Vogliamo chiarire che non abbiamo in alcun modo preso parte alla ideazione, progetto o realizzazione di questa opera, di cui abbiamo appreso dalla stampa pochi giorni fa…”.
La diplomazia azera cerca di attrarre nel proprio Paese con il miraggio di futuri affari molti imprenditori anche italiani; poi questi si ritrovano coinvolti e complici, loro malgrado, in mostruosità come quella del parco della vittoria.
Le bugie azere hanno le gambe corte ma non hanno limiti. È la stampa, bellezza; anzi, la stampa azera…
Consiglio per la comunità armena di Roma

Il maestro Goebbel ha nuovi allievi…

Il maestro Goebbel ha nuovi allievi…

Hanno lo sguardo torvo e il naso adunco. Sono brutti, sporchi e cattivi. Spesso in pose degradanti, umilianti. Ricordano molto da vicino le raffigurazioni degli ebrei nella propaganda nazista degli anni Trenta.

Sono però manichini di cera che raffigurano soldati armeni. Il dittatore Aliyev (l’appellativo non è solo esclusiva del suo compare Erdogan) non si è limitato a scatenare in piena pandemia una guerra contro la repubblica armena de facto dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), non si è limitato a sguinzagliare mercenari jihadisti tagliagole pagati un tanto ad armeno decapitato, non si è limitato a iniziare una distruzione del patrimonio architettonico e religioso nei territori ora occupati dalle truppe dell’Azerbaigian.

Ha vinto la guerra e infierisce sul nemico alimentando nella popolazione la campagna di odio razziale. Come un dittatore qualsiasi.

Ecco allora che allestisce a Baku un “parco della guerra” dove l’armeno vinto è messo alla berlina e umiliato. Ci sono gli elmetti dei giovani soldati armeni uccisi in conflitto e i loro effetti personali. Allegre famigliole azere scorrazzano tra quei trofei di guerra; gioiosi bambini si fanno fotografare mentre tentano di strozzare un manichino “nemico” o in posa con il saluto militare sul carro armato conquistato.

Un orrore senza fine degno solo di un regime quale è quello azero.

Non siamo nella Berlino hitleriana ma a Baku, Azerbaigian. Le istituzioni europee non hanno nulla da dire al riguardo? I paladini (interessati) della causa azera come commenteranno questa oscenità allestita da Aliyev?

CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA

 

LA VOCE DEL PAPA SI UNISCE AGLI APPELLI PER LIBERARE I PRIGIONIERI ARMENI DEL NAGORNO KARABAKH.

“Troppe guerre e troppa violenza ci sono ancora nel mondo! Il Signore, che è la nostra pace, ci aiuti a vincere la mentalità della guerra. Conceda a quanti sono prigionieri nei conflitti, specialmente nell’Ucraina orientale e nel Nagorno-Karabakh, di ritornare sani e salvi alle proprie famiglie, e ispiri i governanti di tutto il mondo a frenare la corsa a nuovi armamenti”.

E’ stato questo l’appello singolare che Papa Francesco ha rivolto il 4 aprile in occasione della festività Pasquale nel suo messaggio “Urbi et Orbi” dopo aver chiesto a gran voce la pace per un mondo “che sta ancora combattendo la pandemia”, in cui “la crisi sociale ed economica è molto pesante” e che malgrado questo, “ed è scandaloso” ha sottolineato il Papa, “non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari”.

APPELLO PER IL RILASCIO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA E DEI CIVILI ARMENI

Pubblichiamo l’appello al governo dell’Azerbaigian per il rilascio dei prigionieri di guerra cui hanno aderito tra gli altri Dacia Maraini, Antonia Arslan, Laura Efrikian, Carlo Verdone e Giovanni Donfrancesco.
Chi volesse aderire può aggiungere il suo nominativo sotto questo post e inviare una mail al seguente indirizzo: appelloprigionieri@gmail.com.

APPELLO PER IL RILASCIO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA E DEI CIVILI ARMENI
È estremamente allarmante che, nonostante la Dichiarazione tripartita di cessate il fuoco firmata dai leader di Armenia, Azerbaigian e Russia il 9 novembre 2020, centinaia di prigionieri di guerra armeni e civili, tra cui anche donne, restino prigionieri e non siano ancora stati rilasciati dall’Azerbaigian. Molti di loro sono stati catturati dopo la fine delle ostilità.
Ci appelliamo all’Azerbaigian perché restituisca immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri di guerra e tutte le altre persone catturate alle loro famiglie in conformità con le Convenzioni di Ginevra e con la Dichiarazione tripartita. Tutti gli ostacoli per il rilascio dei prigionieri di guerra armeni politicizzano il processo di ripresa umanitaria postbellica.
La diffusione sui social media dei video che dimostrano il trattamento degradante e disumano nei confronti dei prigionieri di guerra armeni è profondamente preoccupante. Inoltre, il trattamento disumano dei prigionieri di guerra e di altre persone catturate costituisce una flagrante violazione dei principi del Diritto Internazionale.
Crediamo fermamente che il rilascio immediato di tutte le persone catturate sia una questione puramente umanitaria e non debba essere soggetto ad alcuna manipolazione e politicizzazione. Pertanto, sollecitiamo l’Azerbaigian ad astenersi dall’utilizzo di questa questione per scopi politici e a permettere a tutti i prigionieri di riabbracciare i loro cari al più presto possibile.
Il rilascio immediato di tutte le persone catturate contribuirebbe a rafforzare la fiducia tra i due paesi, essenziale per la stabilità della regione e nell’auspicio di una pace duratura.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI SARCEDO RICONOSCE IL GENOCIDIO ARMENO

In questi giorni abbiamo ricevuto la delibera del Consiglio Comunale di Sarcedo (VI) con la quale

l’ Amministrazione comunale,

“nel riconoscere i fatti storici del genocidio del 1915, codesta

DELIBERA DI ESPRIMERE

la propria piena solidarietà al popolo armeno nella sua battaglia per la verità storica e per la difesa dei diritti umani.

 

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Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti i membri del Consiglio comunale  ed a tutti coloro che si sono adoperati affinché la Memoria del genocidio del 1915 rimanga viva.

Grazie di cuore.

Consiglio comunità armena di Roma


 

Novità in libreria: LA RESTAURATRICE DI LIBRI di Katerina Poladjan (EM Società Editrice Milanese)

La restauratrice di libri: Helene, una giovane restauratrice di libri tedesca, atterra a Erevan per restaurare antichi manoscritti e imparare le tecniche della legatoria armena. Le viene affidato un evangeliario del Diciottesimo secolo, passato di mano in mano fino ad arrivare, nel 1915, a una famiglia sulla costa del Mar Nero. Gli ultimi proprietari sono stati Anahid e Hrant, e quel libro è l’unica cosa che rimane ai due fratelli in fuga dal genocidio armeno. Helene, un secolo dopo, lavora minuziosamente al complicato restauro con bisturi, ago e filo; il processo è completato da procedimenti quasi alchemici di estrazione del colore. Sul bordo di una pagina trova una scritta scarabocchiata: Hrant non vuole svegliarsi. Incuriosita, approfondisce gli enigmi del vecchio libro nell’Armenia di oggi, ritrovandosi immersa ed emotivamente coinvolta in una storia di esilio, perdita e dolore, che si ripercuote tuttora, generazioni più tardi. Così decide di partire per un viaggio verso la costa del Mar Nero, fino all’altra parte dell’Ararat, per arrivare in fondo alla realtà. Un romanzo con due finali, uno tragico e uno positivo, divisi equamente tra realtà e finzione. Katerina Poladjan riflette sull’enorme tragedia del genocidio armeno con un linguaggio poetico e spigoloso, ricordando come ogni libro sia una “patria portatile”, qualcosa da proteggere e difendere.

 

POSIZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SUL CONFLITTO DEL NAGORNO KARABAKH (Comunicato ministero esteri dell’Artsakh)

Il Ministero degli Esteri dell’Artsakh ha commentato le Risoluzioni del Parlamento Europeo – Rapporti annuali sull’attuazione della Politica estera e di sicurezza comune e della Politica di sicurezza e difesa comune, esprimendo soddisfazione per la posizione del Parlamento europeo sulla guerra tra l’Azerbaigian-e il Karabakh.

” Prendiamo atto con soddisfazione della posizione del Parlamento europeo sul conflitto Azerbaigian-Karabakh, espressa nelle risoluzioni sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune nonché sulla politica di sicurezza e difesa comune del 20 gennaio 2021 – i rapporti annuali 2020.

EVENTI CAUSATI DALL’USO DELLA FORZA MILITARE DELL’AZERBAIGIAN

Condividiamo le valutazioni del Parlamento europeo relative agli eventi causati dall’uso della forza militare da parte dell’Azerbaigian, nonché le vie d’uscita da questa situazione.

GARANTIRE SICUREZZA – SALVAGUARDARE PATRIMONIO CULTURALE – RITORNO SFOLLATI – SCAMBIO PRIGIONIERI

In particolare, riteniamo importante sottolineare il punto di vista del Parlamento europeo sulla necessità di garantire la sicurezza della popolazione armena nel Nagorno Karabakh, di preservare il patrimonio culturale armeno, di garantire il ritorno sicuro degli sfollati interni e dei rifugiati ex luoghi di residenza, e scambiare senza indugio i prigionieri di guerra e le salme dei defunti.

INDAGINE SU CRIMINI DI GUERRA, CONIVOLGIMENTO TERRORISTI, USO ARMI PROIBITI

Riconosciamo l’importanza di indagare debitamente su tutti i presunti crimini di guerra e di assicurare i responsabili alla giustizia. È interessante notare che il Parlamento europeo ha anche chiesto specificamente un’indagine internazionale sulla presunta presenza di combattenti stranieri, terroristi e sull’uso di munizioni a grappolo e bombe al fosforo.

SOSTEGNO AL GRUPPO DI MINSK DELL’OSCE

Accogliamo con favore il sostegno del Parlamento europeo agli sforzi dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE per una soluzione globale del conflitto fondata sui Principi fondamentali proposti dai mediatori internazionali.

CONDANNA RUOLO DESTABILIZZANTE DELLA TURCHIA

Ci uniamo alla condanna del Parlamento europeo del ruolo destabilizzante della Turchia, che cerca di minare gli sforzi del Gruppo OSCE di Minsk per il bene delle sue ambizioni di svolgere un ruolo più decisivo nel processo di risoluzione del conflitto.

RICONOSCIMENTO DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE

Condividiamo il punto di vista del Parlamento europeo secondo cui non è stato ancora trovato un accordo duraturo. Siamo convinti che una soluzione completa e giusta del conflitto Azerbaigian-Karabakh possa essere raggiunta sulla base del riconoscimento del diritto all’autodeterminazione realizzato da il popolo dell’Artsakh e la disoccupazione dei territori della Repubblica dell’Artsakh ”, si legge nel comunicato.