Anniversario genocidio degli armeni 2020 – Di Anna Maria Samuelli Kuciukian

105 anni dal genocidio del popolo armeno senza poterci unire nella preghiera e nel canto liturgico per i martiri, senza poter depositare una corona o accendere una candela davanti aiKhachkar e ai monumenti, senza poter lasciare i fiori  al memoriale di Dzidzernagapert .

In questo 24 aprile 2020, unendomi alla memoria del popolo armeno per scelta famigliare e per scelta consapevole di condivisione della storia e dell’identità di un popolo che dopo il genocidio del 1915 ha avuto la forzadi rinascere e di ricostituire in tutto il mondo comunità, tradizione e  cultura, vorrei riproporre quelli che per me sono stati momenti forti di alcuni anniversari, momenti che oggi fanno parte del mio percorso di condivisione dell’ “armenità”.

Penso al 90° anniversario del genocidio, il 2005,  trascorso in Armenia,a Yerevan, dove era stata organizzata una grande Conferenza Internazionale e numerosi seminari all’Accademia delle Scienze, con storici, filosofi,giuristi, artisti provenienti da tutto il mondo. C’era anche una delegazione di accademici dalla Turchia, e il giornalista turco di origine armena, HrantDink, che abbiamo conosciuto di persona e di cui abbiamo potuto ammirare la determinazione a battersi per la ricerca di un dialogo tra turchi e armeni.Siamo stati molto colpiti dalla sua personalità, che sprigionava una forza interiore straordinaria. Cosciente del pericolo che correva in Turchia per la sua sfida continua all’articolo 301 del Codice penale per il quale  sino ad oggi qualsiasi riferimento al genocidioviene considerato atto di “Lesa turchicità”,non aveva mai voluto abbandonare Istanbul e l’impegno di dirigere il Giornale bilingue armeno-turco Agos.

«Non lascerò questo Paese», aveva dichiarato pochi mesi prima di essere ucciso, «se me ne andassi sentirei di avere lasciato da soli quanti combattono per la democrazia. Sarebbe un tradimento e non lo farò mai».

Fiero delle sue origini armene e fiero di sentirsi anche turco, aborriva  il nazionalismo in ogni sua forma. Nel 2007 HrantDink  è stato ucciso davanti alla porta del suo giornale. Gariwo, l’Associazione fondata nel 2001 da Gabriele Nissim e Pietro Kuciukian, lo ha onorato al Giardino dei Giusti dell’Umanità al Monte Stella di Milano nel 2009.  Il 6 giugno del 2012, grazie all’impegno del Console onorario d’Italia in Armenia, Antonio Montalto, è nato il primo giardino dei giusti a Gyumri e il primo albero e cippo sono stati dedicati a HrantDink. La sua memoria continua a vivere intensamente grazie all’iniziativa del Consiglio della Comunità Armena di Roma che nel 2008 ha istituito il Premio giornalistico HrantDink.

Il Novantesimo anniversario va anche ricordato perché lo storico Marcello Flores, ha presentato, proprio nel corso del Conferenza Internazionale, il progetto del saggio sul genocidio a cui stava già lavorando e che è stato pubblicato nel 2006 dalla Casa Editrice di Bologna con il titolo, Il genocidio degli armeni. Un lavoro di ricerca tra i più pregevoli quello di Marcello Flores,  unico tra gli storici italiani ad essersi occupato a fondo del tema del genicidio degli armeni, dimenticato e negato dalla Turchia sino ad oggi. Il saggio ha avuto numerose edizioni. Ricordo poi la presenza della regista Valeria Parisi di 3D Produzioni,impegnata a girare un documentario. Accompagnata da Pietro Kuciukian che le faceva da interprete, visitava  le case di alcune sopravvissute quasi centenarie.  Era grande  la  sua commozione quando la sera rivedeva le interviste. Faceva davvero fatica ad accettare i racconti di tanta violenza inflitta agli innocenti. Il suo lavoro era iniziato   in Italia nel 2004 con interviste a storici,  filosofi, giuristi, politologi, esperti di diritti umani provenienti da Europa, Stati Uniti, Armenia, Israele e Turchia, durante un convegno alla Fondazione Cini all’Isola di S.Giorgio Maggiore a Venezia,patrocinato dall’Università Ca’ Foscari. Il documentario è stato presentato con il titolo “Grida dal silenzio-La storia dimenticata del genocidio degli armeni”. Il video contiene anche fotogrammi inediti recuperati nell’Archivio storico di Mosca. E’ stato trasmesso da TV 2000 e riproposto a Milano nella Sala Buzzati del Corriere della sera, nel centenario del genocidio. La regista lo ha aggiornato con le riprese della grande cerimonia aDzidzernagapert, conla sfilata dei capi di Stato che deponevano i fiori al Memoriale dei martiri e con la ripresa del concerto tenuto nella piazza di Yerevan dal gruppo musicale armeno System of a Down.

Ma prima di giungere all’anniversario del 2015, vorrei ricordare un altro episodio, che aveva segnato la rinascita della speranza nelle comunità armene in patria e in diaspora, e nella sia pure esigua comunità armena di Istanbul.Speranza di un cambiamento di rotta del governo di Ankara che mai ha voluto riconoscere la realtà e le dimensioni del primo crimine contro l’umanità del Novecento, prototipo dei genocidi che sono seguiti nel cosiddetto “Secolo breve” . La speranza era riposta nell’appello di un gruppo di intellettuali turchiche invitavano la popolazione ad unirsi agli amici armeni nella piazza centrale di Istanbul per commemorare il Metz Yeghern. Lo riporto per esteso, perché ci fa capire il significato profondo della speranza che era entrata nell’animo degli armeni :

“Nel 1915 quando la popolazione della Turchia ammontava a 13 milioni, su queste terre vivevano 1.5 – 2 milioni di armeni. ….Erano i nostri compagni nei quartieri, erano i nostri vicini di casa, erano i nostri sarti, i nostri orafi, i nostri compagni di classe, i nostri maestri, i nostri militari, i nostri generali, i nostri storici, i nostri compositori….: Erano i nostri dirimpettai, coloro con i quali condividevamo le nostre angosce. Il 24 aprile del 1915 ebbe inizio la loro deportazione. Li abbiamo persi. Ora non ci sono più. Tra noi si sente la mancanza….Non ci sono tracce nemmeno dei loro cimiteri. Però nella nostra coscienza di uomini quell’immenso dolore di quell’immane tragedia esiste da 95 anni e pesa ogni giorno di più. Lanciamo un appello a tutti quei turchi, che sentono nei loro cuori quel dolore immenso e vorrebbero inchinarsi dinanzi alla Memoria delle vittime del 1915. Abito nero, in silenzio, torce accese e con i fiori…. Perché quel dolore è anche nostro. Quel lutto è di noi tutti. L’appuntamento è fissato per il 24 aprile alle ore 19 nella piazza centrale di Istanbul TAKSIM”(Marco Tosatti, La Stampa.it  23 aprile 2005).

Tra ipromotori dell’appello, più di 80, c’era l’accademico Baskin Oran, l’avvocato di HrantDinkFethièCetin, la storica NesheDuzel, membri dell’organizzazione turca dei Diritti Umani e anche alcuni deputati.

Ma poi ci fu l’assassinio di HrantDink.

Nel 95° anniversario, il 2010, possiamo considerare il sit in di un centinaio di intellettuali turchi organizzato nella stazione ferroviaria di Haydarpasha, ad Istanbul, stazione da cui  il 24 aprile 1915 era partito il primo treno con 220 deportati armeni, tra le ultime manifestazioni della spinta alla libertà della società civile turca.  La manifestazione, come ha ricordato il giornalista Antonio Ferrari sul Corriere della sera, era stata protetta dalla polizia che teneva lontani  gli ultranazionalisti  (Antonio Ferrari,Corriere della sera, pagina 30 , 25 aprile 2010) .

Poi le voci libere in Turchia sono state progressivamente soffocate e abbiamo assistitoad uncrescente, oscuro e brutale annientamento di ogni speranza.

24 aprile 1915- 24 aprile 2015. Siamo al centenario.

Papa Francesco celebra il 12 aprile la S. Messa nella Basilica di S.Pietro: il presidente della Repubblica armena, il Katolikos di tutti gli Armeni Sua Santità Karekin II, il Katolikos della Grande Casa di Cilicia, il Katolikos degli Armeni cattolici di Bzoummar, i più alti  rappresentanti delle confessioni religiose del Medio Oriente cristiano e dei cattolici armeni, ambasciatori, consoli e armeni di tutto il mondo, con amici italiani e stranieri che hanno chiesto di condividere questo momento storico. Una mescolanza di lingue, di paramenti sacri, di canti liturgici struggenti in latino e in krapar, antica e solenne lingua sacra degli armeni.

Ma ancora prima dell’ingresso di Papa Francesco si poteva toccare con mano l’ansia dell’attesa: come sarà celebrato dal  Pontefice il centenario del genocidio? I riti di ingresso fanno crescere l’aspettativa e quando Papa Francesco prende la parola i volti degli armeni vicini a noi si fanno più pallidi e accrescono la nostra emozione.

Sappiamo come papa Francesco si è rivolto ai fratelli e alle sorelle armene. Un messaggio universale che ha preso le mosse dalla nostra contemporaneità, un tempo di guerra nel quale domina ancora la follia della distruzione degli inermi, accresciuta dall’indifferenza dei più, per poi giungere,senza esitazione, a parlare

di quello che “generalmente è definito il primo genocidio del Ventesimo secolo”, tragedia che ha colpito la prima nazione cristiana del mondo. A questo ne sono seguiti altri, perpetrati dal nazismo dallo stalinismo e da tutti i regimi totalitari o fondamentalisti che in varie aree del mondo e anche nel cuore dell’Europa hanno versato e versano sangue innocente. Non abbiamo potuto trattenere le lacrime che si sono mescolate in un abbraccio a quelle dei nostri vicini che venivano dal Libano e accompagnavano un anziano sopravvissuto. Papa Francesco,all’inizio del suo saluto,ha elencato nel dettaglio quello che oggi accade ai tanti cristiani uccisi per la loro fede, cristiani torturati, crocifissi, costretti all’esilio. Le sue parole hanno richiamato alla mia memoria le immagini della deportazione del 1915, le fotografie di Armin Wegner che tante volte mostravo nelle scuole quando ci invitavano a ricordare il genocidio degli armeni, ma anche le immagini delle colonne di profughi in fuga dall’Afghanistan, dalla Siria, degli Yazidi del Sindjar, dei migranti dall’Africa, morti in mare, aggrappati ai fili spinati, fermati dai muri della nostra indifferenza e del nostro egoismo. Ancora una volta i peccati di omissione contribuiscono ad accrescere l’estensione del male.

E poi il concetto di memoria sottolineato con forza da papa Francesco, perché là dove si nasconde e si nega il male inferto agli innocenti, la ferita continua a sanguinare, rimane aperta. Dove è finito l’entusiasmo e la forza che sosteneva i popoli nella ripresa del cammino dopo l’immane strage della seconda guerra mondiale? Il male apre vuoti, anzi voragini, afferma papa Francesco.

La domanda si ripropone nella nostra contemporaneità ferita e segnata da conflitti, odi, egoismi ed emergenze umanitarie.

Come ricordiamo i martiri armeni oggi, 24 aprile 2020 ? Nel confine delle nostre case, ma capaci di vivere il “diritto alla speranza”, un diritto che è tenuto vivo anche dalle storie dei Giusti, dei testimoni di verità, dei salvatori che in ogni tempo e in ogni parte del mondo sono stati capaci di dire no al male, di assumersi la responsabilità di una scelta, di trovare il coraggio di far prevalere la voce della coscienza, rischiando la libertà e la vita. Cosi accade nella Turchia di oggi, dove tanti dissidenti pagano a caro prezzo i loro atti di disobbedienza.

Ritornando al centenario, voglio ricordare che il 24 aprile del 2015 nella Sala Alessi del Comune di Milano avevamo organizzato il Convegno “Il genocidio armeno tra storia e memoria”.  Antonia Arslan, Gabriella, Uluhogian, Aldo Ferrari, Giulia Lami e AgopManoukianhanno approfondito il tema del genocidio da ottiche diverse, mentre Gabriele Nissim e Pietro Kuciukian hanno proposto nella parte finale dei lavori  l’approfondimento delle figure dei giusti, rispettivamente di Armin T. Wegner e  dei giusti ottomani . Quando è stato realizzato il collegamento in diretta  con Il memoriale di Yerevan, dove era in corso la grande cerimonia del centenario, abbiamo potuto vedere a sinistra del monumento che custodisce la fiamma perenne, il muro della memoria dei giusti, dove ogni anno Pietro Kuciukian ha tumulato la terra raccolta sulla tomba di coloro che in vari contesti e in varie forme, hanno cercato di fermare il male. Storia e memoria raccordate nell’obiettivo di non dimenticare.

Memoria non archeologica ma proiettata sul presente, memoria capace di tenere aperta l’inquietudine della domanda, del  perché e come è accaduto e accade, ma anche capace di auto-interrogarsi per non rimanere prigioniera di quella zona grigia da cui nascono i tanti mali del mondo.

Possa l’esempio dei Giusti dell’Umanità che ogni anno onoriamo al Giardino di Monte Stella a Milano e in tanti giardini in Italia e all’estero, rafforzare il nostro diritto alla speranza che un domani venga vinto il negazionismo e che i popoli ricomincino a dialogare, come voleva HrantDink.

 

Anna Maria Samuelli Kuciukian

Gariwo, la foresta dei Giusti

Responsabile Sezione Didattica

 

24 aprile 2020

IL TEMPO PASSA, LA MEMORIA RESTA. Contro il virus del negazionismo gli anticorpi della Memoria. 105° anniversario del genocidio armeno.

IL TEMPO PASSA, LA MEMORIA RESTA

24 aprile 1915 – 24 aprile 2020

105° anniversario del genocidio armeno.

Contro il virus del negazionismo gli anticorpi della Memoria

Il prossimo 24 aprile ricorre il 105° anniversario dell’inizio delle uccisioni e deportazioni di massa a danno della minoranza armena nell’impero ottomano.

L’emergenza Coronavirus impedisce qualsiasi manifestazione pubblica a ricordo del primo genocidio del XX secolo.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ha di conseguenza lanciato un evento in rete, a ricordo di quella tragica ricorrenza.

  • Logo ricorrenza

Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla pagina FB della comunità (www.facebook.com/comunitaarmena) un logo creato ad hoc per il 105° anniversario del Medz Yeghern con invito a condividirlo, come segno di vicinanza e partecipazione, sui profili personali.

  • Video clip

48 ore prima dell’evento previsto per il 24 aprile sarà lanciato, sempre sulla piattaforma Facebook, una breve video clip che ci si augura venga anch’essa diffusa e condivisa in rete quanto più possibile.

  • Video Party diretta FB

A partire dalle ore 10.30 di giovedì 23 aprile saranno trasmessi in Video Party sempre sulla pagina FB della comunità, documentari, filmati e contenuti multimediali sul mondo armeno.

  • Diretta FB 24 aprile

Nella giornata del 24 aprile La pagina FB “Comunità armena” trasmetterà in diretta, a partire dalle ore 15,00 testimonianze, interviste, contributi e riflessioni sul tema. Nei prossimi giorni saranno resi noti i nomi dei partecipanti.

Lo scorso anno il parlamento italiano ha approvato una storica risoluzione di riconoscimento del genocidio armeno. Sulla scia di tale pronunciamento, il “Consiglio per la comunità armena di Roma” si augura che l’opinione pubblica italiana sia sempre più partecipe nel ricordo della tragedia del 1915.

L’antidoto al negazionismo è la Memoria.

Il tempo passa, la Memoria resta

Consiglio per la comunità armena di Roma

www.comunitaarmena.it

 

Coronavirus: Uno spettacolo pan-armeno di beneficenza a supporto del sistema sanitario Armeno

Riceviamo dall’Ambasciata Armena e divulghiamo

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Cari connazionali,

si informa che la “Tovmasyan Charitable Foundation” ha avviato un’iniziativa inedita: uno spettacolo pan-armeno di beneficenza, che si terra’ online e sara’ interattivo. Lo spettacolo, che si svolgera’ attraverso le tecnologie VR, sarà trasmesso in diretta il 2 maggio 2020 alle 18:20 (ora italiana) contemporaneamente da Jerevan, dalla sala

concerti “Dvin Music Hall”, da Jerevan, e da Los Angeles.

Gli incassi saranno interamente devoluti a favore delle misure di contenimento del coronavirus in Armenia per supportare il sistema sanitario

nell’acquisto di respiratori polmonari e di materiale sanitario.

Le informazioni relative all’acquisto dei biglietti sono disponibili nelle schede in allegato e nelle descrizioni video sul sito: https://www.mfa.am/filemanager/Videos/Tovmasyan.zip

Cordiali saluti.

 

Ambasciata della Repubblica d’Armenia
Via XX Settembre, 98/E
00187 Roma
Tel: (+39) 06. 3296638

Fax: (+39) 06. 3297763

www.italy.mfa.am
www.mfa.am

L’importanza della Libertà (Alunni della V D Istituto Comprensivo “Enzo Biagi” di Roma)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera ricevuta dagli alunni della  V D dell’Istituto Comprensivo “Enzo Biagi” di Roma.

 

L’importanza della Libertà

Un caro saluto a tutti voi,

siamo gli alunni della V D della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Enzo Biagi” di Roma. In questo periodo difficile in cui ci troviamo, in Italia ed in molte parti del mondo, stiamo portando avanti gli studi attraverso la didattica a distanza e nonostante questo le lezioni continuano regolarmente, toccando anche a volte argomenti importanti. Infatti in questo periodo abbiamo studiato il “Fatto di Cronaca” e le nostre insegnanti ci hanno parlato, a questo proposito, del genocidio del Popolo Armeno e quanto la popolazione superstite ha dovuto soffrire lasciando la loro terra e le loro case. Abbiamo parlato anche di altri Popoli che nel secolo scorso hanno perso la loro libertà, tra cui il Popolo Ebraico, una comunità degli Indiani d’America, il Popolo Giuliano-Dalmata. Abbiamo riflettuto sull’importanza della Libertà e di quanto sia fondamentale perché un Popolo possa vivere in pace e in armonia. Abbiamo scritto un testo sullo stesso tema, qualcuno di noi lo ha associato alla stessa libertà che ci manca in questo periodo a causa della pandemia. Ecco qualche frase presa dai nostri testi:

“Dobbiamo sfruttare questo momento al massimo, valorizzando una quotidianità che ci sembra scontata”

“Quello che è successo a questi popoli è molto grave. Dobbiamo essere forti come quei popoli che hanno lottato per la propria libertà e lottare con loro”

“Una vita senza libertà non ha motivo di esistere”

“Ogni popolo ha il diritto alla libertà, purtroppo nei secoli scorsi è stata rubata agli Armeni e ad altri popoli”

“Ogni popolo ha una forma ricchezza e di cultura che va rispettata”

“Per me libertà significa avere una propria opinione”

“La libertà è un bene prezioso”

Volevamo condividere con la vostra Comunità Armena, il nostro lavoro di studenti e quanto sia importante conoscere la storia di altri popoli, perché questo potrà aiutare a renderci buoni cittadini di domani e soprattutto uomini e donne migliori.

Un caro saluto a tutti voi dalla V D dell’Istituto Comprensivo “Enzo Biagi” di Roma.

24 aprile 1915 – 24 aprile 2020 – Portiamo i tricolori in Armenia

In occasione del 105a ricorrenza dell’inizio del Genocidio armeno,  il Consiglio per la comunità armena di Roma,  dopo aver assistito, con gratitudine, al riconoscimento della verità storica  anche da parte del parlamento italiano, ha deciso di trascorrere la giornata del 24 aprile in Armenia, partecipando al pellegrinaggio che il popolo armeno compie ogni anno alla collina di Dzidzernagapert (“Fortezza delle rondini”), dove sorge il monumento eretto in memoria delle vittime del genocidio.

Una delegazione del Consiglio per la comunità armena di Roma si recherà a Yerevan, potando con sé l’espressione di solidarietà e vicinanza degli italiani manifestatasi non solo con l’istanza parlamentare ma anche mediante riconoscimenti ed espressioni di solidarietà di più di 130 consigli comunali e regionali.

La delegazione prenderà parte alla marcia del 24 aprile portando un po’ d’Italia alla fortezza delle Rondini, come ulteriore segno di vicinanza alla Memoria armena.

Invitiamo quindi i singoli individui e i rappresentanti di istituzioni o associazioni che vogliano unirsi a noi – partecipando direttamente alla marcia a Yerevan o attraverso messaggi di solidarietà a mettersi in contatto via mail.

Un documento con l’elenco delle istituzioni italiane che hanno riconosciuto il genocidio armeno sarà deposto insieme ai fiori nel Memoriale. Nel documento saranno elencati anche i nominativi di coloro che vorranno unirsi a questa nostra iniziativa sia personalmente, sia attraverso un messaggio di solidarietà.

 

CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
E-mail email@comunitaarmena.it   Sito Web http://www.comunitaarmena.it

PRODENONE – 31 marzo 2020 – Storie di destini contro il fuoco del male. Dal genocidio Armeno alla Shoah

Associazione Aladura, in collaborazione con il Teatro Verdi di Pordenone.
Nell’ambito della rassegna di eventi per il “Giorno della Memoria 2020”.
Con il patrocinio del Comune di Pordenone Con il patrocinio del Comune di Pordenone

Incontro con Antonia Arslan (scrittrice e saggista italiana di origine armena), Siobhan Nash-Marshall (insegnante di filosofia al Manhattanville College di New York) e i fratelli armeni Ludwig e Avedis Narojan


ROMA – 19 marzo 2020 – Alessandro Conti (Pianoforte) omaggia E. Abrahamyan:

Giovedì 19 marzo ore 20 Accademia Danimarca  (via Omero 18 – nei pressi di Villa Borghese).

The Hours – Fantasia
E. Abrahamyan: Preludi nn. 2, 4, 5
R. Schumann: Fantasia in do maggiore per pianoforte, op. 17
P. Glass: The Hours, piano suite (arr. by Michael Riesman); Studio n. 20
S. Rachmaninov: Sonata per pianoforte n. 2 in si bemolle minore op. 36
Alessandro Conti, pianoforte

CHIGIANA – 05 marzo 2020 – Memorie d’Armenia, il quartetto di Alexis Avakian e Artyom Minasyan

Giovedì 5 marzo alle 21 all’Accademia Chigiana (via di Città 89), la rassegna Tradire giunge al suo quarto appuntamento intitolato “Carte d’Armenia”. Ospite d’eccezione un quartetto parigino capeggiato da Alexis Avakian (sax) con Artyom Minasyan (duduk), Rusan Filiztek (saz) e Mauro Gargano (contrabbasso): musicisti straordinari e affermati a livello internazionale, uniti dalla ricerca di nuove sonorità fra la modernità del jazz e le tradizioni musicali che si intrecciano lungo le coste del Mediterraneo orientale fino ai monti del Caucaso.

Le melodie armene hanno sempre viaggiato verso occidente, sulle vie dei commerci o inseguite dalle minacce dell’oblio. Hanno trovato riparo nei porti dell’Egeo, in Egitto e nei Balcani, fra le calli di Venezia e nei sobborghi delle capitali europee.

Ogni patrimonio musicale si conserva solo grazie a chi quotidianamente ne alimenta la memoria, reinterpretandolo e condividendolo con gli ascoltatori più diversi. Le tragedie del Novecento ci hanno insegnato che l’identità di un popolo sopravvive anche grazie alla memoria dei suoi canti: sono i bagagli più leggeri da portare sulle strade della diaspora, e sono anche i semi che permetteranno a quelle genti di riaffondare le radici nelle terre che le accoglieranno. Nuove case, dove i canti risuoneranno a voce piena, con altri accenti, inflessioni, emozioni.

La musica di Alexis Avakian fiorisce da quei semi della memoria armena piantati in Francia, e germogliati in un ambiente dove il jazz fa da terreno ospitale per chiunque abbia l’urgenza di esprimersi con la sua voce. Il fraseggio che ricorda la toccante nostalgia dei mugham ricama linee affascinanti su un tessuto armonico che cuce la tradizione occidentale con il linguaggio afroamericano.

Come sempre, l’appuntamento condotto da Stefano Jacoviello sarà preceduto a partire dalle 20:30 da una degustazione di vino a cura di Argiano, Montalcino.

Ingresso gratuito. Per info e prenotazioniwww.chigiana.org, info@chigiana.it, tel. 0577220927.

 

AGGIORNAMENTO: IL CONCERTO E’ STATO RINVIATO A DATA DA DESTINARSI

 

MILANO – 29 febbraio 2020 – Pomeriggio Letterario Parliamo di “Jeiran” e “Il debito ” di Krikor Zohrab

La discussione sarà in Italiano, ed è benvenuto anche chi non avesse fatto in tempo a leggere o procurarsi le novelle.

Ascolteremo una lettura di alcuni brani in Armeno (occidentale), assaporando una tazza di tè

Per maggiori informazioni e per notificare la vostra partecipazione o farvi aggiungere alla mailing list

 vi preghiamo di scrivere a: res.armeniaca@gmail.com