LUCCA – 31 agosto 2023 – Maya Oganyan in concerto
Giovedì 31 agosto sempre alle ore 21.30, nello spazio aperto del teatro Sant’Antonio di Tonfano, in cia Verdi 17 (in caso di maltempo al chiuso) si esibirà, in un altro prestigioso concerto di musica da camera, la giovane pianista affermata a livello internazionale e vincitrice del Premio pianistico Schumann 2023, Maya Oganyan con un programma ricco di contenuti espressivi musicali.
Maya Oganyan, diciassettenne, nasce a Mosca e dal 2011 vive e studia a Venezia. Inizia a prendere lezioni di pianoforte all’età di 4 anni e per 2 anni studia con il M° Alexander Maykapar, celebre clavicembalista, organista e pianista russo e professore all’Accademia di Musica “Gnessin”. Nel 2015 entra al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, dove studia per 7 anni sotto la guida del M° Massimo Somenzi. Inizia successivamente gli studi accademici con M° Muriel Chemin e dal 2022 prosegue nella classe del M° Olaf John Laneri. Maya è vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali per giovani musicisti, tra cui il “Premio Schumann” del “Concordo Rospigliosi”, aggiudicandosi anche il premio del pubblico, “Vienna Grand Prize Virtuoso Competition”, “Orbetello Piano Competition”, “La Palma D’Oro”, vincendo anche il Premio Pettini “al miglior talento messosi in evidenza tra tutti i Primi Premi di tutte le sezioni”. Inoltre, si è esibita in molte sale italiane ed estere, in numerosi festival, tra cui l’Unione Musicale di Torino, in duo con il violoncellista Ettore Pagano, Musikamera nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, Ascoli Piceno Festival, Cremona International Music Festival, partecipando ad un concerto in onore del compositore Valentin Silvestrov. Il 3 giugno 2021 si esibisce per la prima volta in un concerto come solista accompagnata dall’Orchestra Filarmonica Armena diretta dal M° Eduard Topchjan nella celebre sala “Aram Khachaturian” di Yerevan, eseguendo il Concerto n. 3 di Beethoven, in onore del M° Riccardo Muti, presente in sala, e del Ravenna festival in occasione del passaggio a Yerevan per il progetto “Le vie dell’amicizia” 2021. Il programma viene replicato al Teatro Toniolo di Mestre accompagnata dall’Orchestra di Padova e del Veneto e al Teatro Verdi di Firenze con l’Orchestra Filarmonica Armena. Nel 2023 ritorna a suonare a Yerevan eseguendo il Concerto per due pianoforte di Mozart con la pianista Eva Gevorgyan e l’Orchestra Filarmonica Armena. Nell’ottobre 2021 Maya suona il Concerto n. 23 di Mozart con l’Orchestra Filarmonica Armena nella Cappella Paolina del Quirinale in presenza del Presidente Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica d’Armenia Armen Sarkissian. Al giorno d’oggi prosegue i suoi studi, sotto la guida del M° Roberto Prosseda all’Accademia di Prato, segue il corso di Musica da Camera con il M° Marco Zuccarini presso l’Accademia Internazionale di Imola e frequenta il corso di alto perfezionamento con M° Lilya Zilberstein presso l’Accademia Chigiana.
L’appuntamento concertistico, straordinario per il tema ed i contenuti, non può essere veramente perso! Per qualsiasi informazione telefonare al numero 335/5439579.
RAPALLO – 24 agosto 2023 – “Armonie sacre” – il duo armeno Talalyan-Hovhannisyan protagonista dello Spazio Giovani
ulteriormente l’attenzione che l’associazione ha sempre dedicato alla promozione dei giovani artisti emergenti nel panorama concertistico internazionale. Come di consueto, sarà possibile assistere al concerto anche dal giardino attiguo all’oratorio tramite un sistema di video proiezione. La manifestazione si avvale del sostegno economico della Fondazione Compagnia di San Paolo, Regione Liguria, Comune di Rapallo, Centro Latte Rapallo e Lions Club Rapallo. L’ingresso è libero e gratuito e l’evento sarà preceduto alle 20:30 da un concerto di campane.
Si ricorda, infine, che sono aperte le prenotazioni al servizio bus organizzato per l’ultimo concerto del XXV Festival Organistico Internazionale “Armonie sacre percorrendo le Terre di Liguria”, sabato 26 agosto a Nicola di Luni, in provincia della Spezia. Ha come protagonista l’organista Giovannimaria Perrucci all’organo “Nicomede Agati” (1842) della Chiesa Parrocchiale dei SS. Giacomo e Filippo e si concluderà con un brindisi fra artisti, spettatori e organizzatori, offerto dall’Associazione Rapallo Musica. L’ingresso è libero e gratuito, ma per favorire la partecipazione dei molti affezionati spettatori della rassegna che vivono nel Tigullio, è possibile usufruire di un servizio di trasporto andata e ritorno con pullman turistico, con partenza da Piazza delle Nazioni a Rapallo. Informazioni, costi e orari sono disponibili inviando una mail a rapallomusica@libero.it .
ROSSANO – 18 agosto 2023 – Il Circolo Culturale Rossanese incontra Laura Ephrikian: Una famiglia Armena
Domani sera, l’atmosfera culturale di Rossano si arricchirà ulteriormente con un evento speciale organizzato dal Circolo Culturale Rossanese. In una serata dedicata alla scoperta e alla condivisione della storia e della cultura armena, il circolo ospiterà l’acclamata autrice Laura Ephrikian per un incontro memorabile.
L’evento, intitolato “Una Famiglia Armena”, si concentra sulla presentazione del libro di Laura Ephrikian che esplora le profonde radici della cultura armena attraverso l’occhio di una famiglia che ha vissuto esperienze travagliate e momenti di resilienza. L’autrice guiderà il pubblico attraverso le pagine del suo libro, offrendo una prospettiva unica sull’esperienza armena e la sua risonanza universale. Per arricchire ulteriormente l’evento, il professor Francesco Filareto, rinomato storico e saggista, parteciperà all’incontro. I suoi contributi apporteranno una profonda comprensione storica e culturale al contesto della storia armena e delle sue influenze sulla società contemporanea.
L’evento non solo accoglierà esperti accademici, ma sarà anche onorato dalla presenza di importanti figure istituzionali. Il sindaco di Corigliano- Rossano, Flavio Stasi, Mons. Maurizio Aloise e Antonio Guarasci, presidente del Circolo Culturale Rossanese, si uniranno per esprimere i loro saluti e riconoscere l’importanza di eventi culturali che promuovono la diversità e la comprensione interculturale. Imma Guarasci avrà il ruolo di introdurre l’evento e i relatori. La sua presentazione aprirà le porte a una serata di conoscenza, riflessione e scoperta che unirà le persone attraverso l’amore per la cultura, la storia e la condivisione di esperienze umane significative.
PORTO RECANATI – 17 giugno 2023 – All’Anfiteatro Mondo ospite la storia di una famiglia armena negli scritti di Laura Ephrikiain
PORTO RECANATI – Sabato 17 Giugno alle h. 21:30 all’ Anfiteatro Natale Mondo, Laura Ephrikian presenta il suo libro “Una famiglia armena”.
Sfogliando ad una ad una le pagine di questo libro di Laura Ephrikian, par quasi di udire la sua voce dolce e melodiosa come una poesia. Quella voce che cattura chiunque la ascolti, chiunque la incontri lungo il proprio cammino. Rapisce, incanta, Laura. L’autrice ha scelto con cura, passione e Amore le parole da scrivere per esprimere al meglio fatti, episodi e flash – del proprio adorato e “sentito” passato – che alla fine sgorgano inevitabilmente in un solo argomento a lei sempre caro: le sue origini armene.
Un passato che con il trascorrere del tempo è diventato sempre più prezioso per lei, sempre più forte da non potere passare più inosservato, dunque un passato vissuto nella notte dei tempi, ma forse non compreso appieno, riscoperto con la maturità, un passato studiato – non senza sofferenza e lacrime – nei minimi dettagli, “digerito”, riesaminato, accettato ed esploso.
Il manoscritto prende le mosse, in maniera del tutto naturale, dalle origini: la travagliata e meravigliosa storia d’amore dei nonni Akop e Laura vissuta da noi lettori tramite le poetiche lettere che si scrivevano, il rapporto di Laura con il padre e con la madre.
SALUZZO – 15 giugno 2023 – “Il lavoro di G.I Gurjieff”, scrittore armeno che racconta i 110 incontri avvenuti a casa sua in tempo di guerra
Appuntamento letterario la sera di giovedì 15 giugno presso lo Spazio Culturale Piemontese di Saluzzo (Corso Roma, 4). Si parlerà dell’opera dello scrittore armeno Georges Ivanovic Gurdjieff dal titolo “Gruppi di Parigi”: ovvero il resoconto fedele di circa 110 incontri avvenuti nella sua casa al 6 di rue des Colonels Renard a Parigi.
Presentazione e audiovisivi a cura dell’Associazione Italiana Studi sull’Uomo G.I. Gurdieff di Torino.
All’inizio del libro, Gurdjieff pone bene in evidenza la necessità di una conoscenza aperta della realtà in essere e da costruire, contrastando adeguatamente il sistema vigente che poggia sulla sola intelligenza mercantile. Nei pressi di Parigi, egli riuscì a resistere circa una decina di anni, poi dovette fare le valigie. Il problema economico era ormai irrisolvibile. Il suo “Istituto per lo sviluppo armonico del mondo” rimase tuttavia ben presente nell’immaginazione del tempo, dando vita a vari presidi, grazie soprattutto ai suoi allievi Henri Thomasson e Jeanne dei Salzmann (quest’ultima vissuta 101 anni, mostrando sino all’ultimo grande dedizione al maestro).
Qualche nota sullo scrittore
G.I.Gurdjieff, scrittore, coreografo e filosofo armeno tramandava i suoi insegnamenti oralmente e li corredava con esibizioni musicali e danzanti permeate volutamente di misteriosofia; una sorta di tributo all’ineffabile cui questo artista molto originale ricorreva per cercare di familiarizzare con il soprannaturale. Nel 1945, dopo la guerra, Gurdjieff ridiede vita ad un intenso lavoro di proselitismo nel suo appartamento di Parigi: il proselitismo veniva spontaneo nel corso della sue lezioni. L’uomo era credibile, magnetico. Non disdegnava il ricorso ad un’ampia gamma esoterica, includendo qualcosa di alchemico: ma tutto era fatto in buona fede. Il libro citato trasuda di questa buona fede e trasmette un entusiasmo per la narrazione di fatti puntualmente mirabolanti (ma conta lo spirito, non il fatto in sé) che non è mai dozzinale. Personalità di spicco, anche italiane (Franco Battiato ad esempio), furono attratte dal suo felice magnetismo: fra esse, il grande architetto Frank Lloyd Wright, il regista teatrale Peter Brook (che dal libro cavò un film), lo sfortunato scrittore e filosofo René Daumal (morì a 36 anni per un’infezione polmonare), Katherine Mansfield, la maggiore scrittrice neozelandese.
Traduzione della versione originale pubblicata dall’Institut Gurdjieff di Parigi.
Staff Comunicazione IL MUTAMENTO
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SCANDICCI – 13 giugno 2023 – Cooperazione con Choratan in Armenia
Martedì 13 giugno 2023 alle ore 15.30, presso la Saletta Cammilli della Cna
Saranno presenti il Professore Edgar Kalantaryan e l’Abate Bernardo Gianni di San Miniato, i Sindaci e delegati della Città Metropolitana Sandro Fallani e Angela Bagni. Il progetto Choratan è stato finanziato da due anni dalla Città Metropolitina di Firenze mediante il bando della cooperazione internazionale. Comunque c’è Sandro che ha la delega ed Angela Bagni, tutti i due consiglieri della città metropolitana.
Al centro il progetto linguistico del Centro giovanile presso il Mikhitar di Ch’orat’an. Interverranno anche Stefano Vannini, Presidente associazione La Melagrana; Romeo Zoli, associazione La Melagrana; Filomena Petrilli, Vicepreside Istituto Comprensivo A. Spinelli di Scandicci; Eleonora Marchionni, Dirigente Scolastico Ic Lastra Signa; Michela Bartoni, Professoressa Ic Lastra a Signa; Edgar Kalantaryan, professore di Scienze politiche presso l’Università statale di Yerevan, Coordinatore del progetto in Armenia; Lilith Hayrapetyan, artista armena, padre Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato.
Conclude Diye Ndiaye, assessore di Scandicci alla Cooperazione e relazioni internazionali.
In allegato la locandina dell’incontro.
12/06/2023 11.36
Città Metropolitana di Firenze
MILANO – 10 giugno 2023 – Presentazione libro “I peccati dei padri”
Milano-Piazza Velasca 4 MM Missori – III piano tel.: 0039 3402101174
CASA ARMENA
HAY DUN
Sabato 10 alle h. 17.00
Presentazione del libro
Antonia Arslan
dialoga con l’autrice
Siobhan Nash -Marshall
«I filosofi evitano di parlare di genocidi.
Ed è per questo che “I peccati dei padri”
è un libro di cui molto si sentiva il bisogno.
Un contributo essenziale
nel campo degli studi sul genocidio armeno».
Taner Akҫam
Nel 1915 il governo dell’Impero Ottomano cominciò a scacciare gli armeni dalle terre dove i loro antenati avevano vissuto da tempi immemorabili. Gli uomini furono uccisi; donne, vecchi e bambini furono deportati nella parte più inospitale del deserto siriano, del tutto inadatta al vivere umano.
Ma la pulizia etnica nell’Armenia occidentale era solo una parte del progetto dei Giovani Turchi per l’intera Anatolia. Lo scopo finale era in realtà di trasformare quelle terre nella «terra avita del popolo turco» (il cosiddetto vatan), un luogo dove la cultura, l’economia e la gente fossero tutti turchi. Questo progetto fu attuato su larga scala in ogni direzione, con impressionante determinazione e violenza.
La Turchia odierna sta ancora cercando di costruire il suo vatan, proseguendo così il genocidio iniziato dai turchi ottomani, e continuando a negare, di fatto, che questo abbia avuto luogo. Coprire un crimine vuol dire prolungarne gli effetti.
In I peccati dei padri Nash-Marshall mette in rapporto l’assoluto disprezzo dei fatti e delle genti, del territorio e della storia che è caratteristica comune sia del genocidio nel 1915 che dell’attuale negazionismo turco, con la vacua sprezzante indifferenza alla realtà fattuale che si diffonde sempre di più nel mondo moderno.
Siobhan Nash-Marshall è titolare della Mary T. Clark Chair of Christian Philosophy al Manhattanville College di New York. Autrice di libri e articoli accademici di filosofia teoretica (come il fondamentale testo su Severino Boezio), negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione, con articoli e conferenze in tutto il mondo, allo studio dei genocidi e del negazionismo.
LORETO – Dal 3 giugno al 10 settembre – Mostra Fotografica “Luce Mistica D’Armenia”
La Delegazione Pontificia è lieta di annunciare che da sabato 3 giugno fino a domenica 10 settembre sarà esposta al Museo Pontificio Santa Casa una mostra fotografica dal titolo “Luce mistica d’Armenia”.
La mostra consta di venti foto in bianco e nero scattate da Andrea Ulivi in Armenia tra il 2009 e il 2014.
Il popolo armeno e la sua identità vengono proposti attraverso volti gioiosi e tristi, gravi e carichi di un senso che nei millenni li ha resi saldi di fronte alle traversie, alla povertà e alle persecuzioni. Volti di bambini, donne, uomini e anziani fieri e consapevoli del loro essere armeni, volti che neanche il “Grande Male”, il genocidio del 1915, è riuscito a estinguere. Molti hanno abbandonato la loro terra dando vita a una delle più importanti diaspore che la storia del mondo abbia conosciuto, molti sono rimasti e altri sono tornati nell’attuale Paese, finalmente libero e indipendente. I luoghi sacri sono i segni dell’identità viva del popolo armeno, ne testimoniano una spiritualità che affonda le proprie radici nel 301, quando il re dell’allora Grande Armenia, Tiridate III, convertito da san Gregorio l’Illuminatore, dichiarò il cristianesimo religione di Stato. Nell’altopiano armeno fioriscono isolati edifici di culto e monasteri, che, come pietre preziose, si ergono dall’aridità del suolo, duro, difficile, assolato, inondato da una luce abbagliante che questi monasteri e piccole chiese, spesso di pietra chiara, rilucono e conservano nell’oscurità del loro ventre, intatta, per poi restituirla come luce mistica.
Così l’autore Andrea Ulivi racconta la sua passione per la fotografia e per l’Armenia:
«La fotografia per me è una domanda. Una domanda che genera uno stupore e uno stupore che continuamente genera una domanda. […] L’Armenia mi ha stupito, l’ho vista con fascinazione, me ne sono innamorato: è un rapporto amoroso, assolutamente amoroso. Io amo l’Armenia e fare fotografie a questa terra è un gesto d’amore totale. Non potrei fotografare qualsiasi cosa, non mi riuscirebbe: se non entro in un rapporto reale con l’oggetto. Le cose che fotografo mi pongono domande: nasce così un dialogo. Fondamentali per il mio lavoro le parole che Wim Wenders usa all’interno del testo “In defense of places”, quando spiega il suo essere fotografo di luoghi: “I guess that’s why I take pictures of places:/ I don’t want to take them for granted. / I want to urge them/ not to forget us”. Fotografare i luoghi affinché questi stessi luoghi non ci dimentichino. Non fotografo i luoghi per ricordarli, ma per essere, perché questi luoghi non ci dimentichino, là dove lasciamo le nostre tracce come in un deserto. Soffia il vento. Le dune di sabbia vengono spazzate via. Ma nel profondo le tracce rimangono.»
La mostra sarà aperta e visitabile al pubblico seguendo gli orari di apertura del Museo Pontificio aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Maggiori informazioni presso il Museo Pontificio Santa Casa al n. 071-9747198 o museopontificio@delegazioneloreto.it