Bursa, antica chiesa armena espropriata e messa in vendita per oltre 800mila dollari (Asianews 19.01.21)
Nell’annuncio diffuso su internet non viene specificata la località esatta e il nome del luogo di culto per “tutelare il segreto commerciale”. Dal 1923 è stata usata come magazzino per tabacco, poi come fabbrica tessile. Potrà diventare museo, centro culturale o un hotel. La condanna di Garo Pylan, parlamentare armeno di opposizione.
Istanbul (AsiaNews) – Le autorità turche hanno messo in vendita al prezzo di 6,3 milioni di lire (poco più di 800mila dollari) una antica chiesa armena a Bursa, metropoli a sud del mar di Marmara e poggiata sulle pendici dell’antico monte della Misia, celebre località turistica. Al momento non è specificata la località esatta e il nome del luogo di culto. Nella pubblicità diffusa su internet (nella foto) si scorgono alcune parti della struttura, che resta segreta per questioni legate “alla tutela del segreto commerciale e per questioni personali”.
Nell’annuncio si legge: “Una chiesa storica, situata nella regione di Bursa e divenuta proprietà privata, è oggi in vendita. Costruita dalla popolazione armena che vive in questa regione, la chiesa è stata venduta ed è diventata proprietà privata in seguito al cambiamento demografico ed è stata poi usata dopo il 1923 come magazzino per il tabacco, poi come fabbrica per la tessitura. La chiesa, situata a Bursa, città inserita nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità, può essere utilizzata per scopi turistici a causa della sua particolare ubicazione”. L’indicazione del “cambiamento demografico” allude in modo vago al genocidio degli armeni e alla fuga di molti cristiani greci negli ultimi anni dell’impero ottomano e i primi annidella nuova Repubblica laica.
Nell’atto di vendita si precisa infatti che il luogo di culto può diventare tanto un centro culturale, quanto un luogo per l’arte, un museo o un più prosaico hotel con finalità commerciali. Immediate e critiche le reazioni della comunità cristiana armena e dei movimenti di opposizione: Garo Pylan, parlamentare di etnia armena del partito di opposizione Hdp attacca: “Una chiesa armena in vendita a Bursa. Ma è mai possibile mettere in vendita un luogo di culto? Come possono lo Stato e la società permettere tutto questo? Vergognatevi!”.
Per la comunità cristiana turca la decisione di vendere un luogo di culto è solo l’ultimo di una serie di episodi controversi che mostrano il mancato rispetto, se non il disprezzo e il mercimonio del patrimonio religioso e culturale: nei giorni scorsi è emersa la vicenda del barbecue storica chiesa armena di Sourp Asdvadzadzi; nei mesi scorsi hanno tenuto banche le conversioni in moschee delle antiche basiliche cristiane – poi musei a inizio ‘900 sotto Ataturk – di Santa Sofia e Chora.
Decisioni controverse nel contesto della politica “nazionalismo e islam” impressa dal presidente Recep Tayyip Erdogan per nascondere la crisi economica e mantenere il potere. In entrambi gli edifici le autorità islamiche hanno coperto con una tenda bianca immagini di Gesù, affreschi e icone che rivelano la radice cristiana.