Brancaleone, domani il nuovo Tour esperienziale alla scoperta della Valle degli Armeni (IlReggino 24.04.24)
L’iniziativa per commemorare l’odierno anniversario (24 aprile 1915) del genocidio dimenticato, seguendo le tracce da questo antico popolo in Calabria
(Foto di Carmine Verduci) – In alcune località calabresi, tra le quali il parco archeologico urbano di Brancaleone Vetus nel reggino, oggi la bandiera armena ha sventolato accanto a quella Italiana e quella Europea. Un segno di vicinanza ad un popolo che ancora sfida l’oblio della Storia, vittima del genocidio iniziato proprio il 24 aprile 1915, durante la Prima guerra mondiale. Il primo genocidio del Novecento e anche il massacro del primo popolo Cristiano della storia. Un dramma negato e dimenticato, con un milione e mezzo, come numero massimo ipotizzato, di vittime.
L’anima armena della Calabria
Un popolo che conobbe la persecuzione anche prima del Novecento, durante la nuova ondata anti cristiana di siriani e turchi islamizzati, verso la fine dell’VIII secolo d. C. . Fu allora che gli Armeni discesero l’Italia e, lungo la costa Ionica, arrivarono in Calabria, rifugiandosi sulle alture. Pare che un gruppo si fosse raccolto in solitaria preghiera tra le montagne – secondo le regole del monachesimo orientale diffusosi anche in Armenia grazie all’opera di San Basilio – per sfuggire alle incursioni degli arabi provenienti dal mare. Qui coltivarono usi e tradizioni religiose. Intrapresero attività agricole come la vinificazione, con la creazione di veri e propri silos per custodire le derrate alimentari. Di queste ultime tracce esistono ancora tra i ruderi di Brancaleone Vetus, a Reggio Calabria.
Segni significativi di questo passaggio sopravvivono oggi nella toponomastica (la Discesa Armena a Bova o la Rocca Armena a Bruzzano Zeffirio). E anche nell’onomastica e nell’archeologia negli attuali comuni di Ferruzzano, Bruzzano Zeffirio, Brancaleone Vetus e Staiti, territori in cui palpita la memoria della Valle Armena.
In particolare la Rocca Armena custodisce in una grotta segni di celebrazioni religiose tipiche della cultura del più antico popolo Cristiano. Tra i ruderi di una chiesa rupestre, probabilmente unica nel suo genere a queste latitudini e di cui ne esisterebbe una simile solo in Georgia, vi sono i resti di un antico altare. Sul muro di antica arenaria, è possibile ancora intravedere una Croce armena e un Pavone adorante, caratteristici della cultura armena.
Alla scoperta della Valle Armena
«Anche quest’anno – ha spiegato Carmine Verduci, fondatore e segretario della comunità Armena di Calabria – Kalabria Experience e la comunità Armena di Calabria propongono, in concomitanza con la commemorazione delle vittime del genocidio armeno e con la partecipazione delle pro loco di Brancaleone, Staiti e Bruzzano Zeffirio, un tour esperienziale alla scoperta della “Valle degli Armeni”.
Il nostro viaggio inizierà con il ritrovo domattina alle ore 8:30 in piazza stazione a Brancaleone. Attraverseremo secoli di storia e vicissitudini, dalle prime colonie Greche al passaggio degli Armeni che in questo territorio. Qui vi sono tracce indelebili che da tempo ormai siamo impegnati a valorizzare e a raccontare. L’itinerario comprende una visita al Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus, con il sito storico-archeologico, la grotta-chiesa dell’Albero della Vita, icona indiscussa della cristianità Armena Calabrese.
Poi a Bruzzano Zeffirio raggiungeremo la leggendaria la Rocca degli Armeni e la visita al complesso fortificato del castello ed il meraviglioso Arco trionfale dei Principi di Carafa.
Il tour quest’anno si concluderà a Staiti, il comune più piccolo della Calabria. Qui visiteremo il Museo dei Santi Italo-Greci, la Chiesa di Santa Maria della Vittoria e il borgo di Staiti. Nel pomeriggio sarà l’Abbazia di Santa Maria di Tridetti a fare da cornice al cerimoniale in memoria dei Martiri del Genocidio Armeno. All’interno dell’edificio del XII secolo, dalle caratteristiche architettoniche uniche e rare, si procederà con l’accensione del braciere della memoria. Parteciperanno i rappresentanti della comunità Armena di Calabria e delle Istituzioni», ha spiegato ancora Carmine Verduci.
L’eco della Valle Armena del reggino
Il richiamo di questa Valle nel reggino è di ispirazione e, in un crescendo, alimenta sinergie virtuose.
«Nelle scorse settimane la Pro Loco di Brancaleone ha ricevuto in dono un modello in scala del complesso storico-monumentale di Rocca Armenia di Bruzzano Zeffirio, nel reggino. Esso è stato realizzato dal laboratorio Officina Medi_ter dell’università Mediterranea di Reggio Calabria. Gli studenti del corso integrato di Disegno e rilievo dell’architettura sono stati guidati da Gaetano Ginex. Prossimamente la esporremo per renderlo fruibile.
In occasione della prossima festa dell’albero in novembre pianteremo nel parco archeologico urbano di Brancaleone Vetus un fico e due albicocchi (Prunus armeniaca), espressione della cultura armena. Ci sono stati dal gruppo Italia nostra Paolo orsi di Soverato-Guardavalle.
E ancora il maestro iconografo messinese Paolo Lanza prossimamente donerà alla nostra comunità armena l’effigie della Madre di Dio, ispirata a all’icona ritrovata miracolosamente a Kazan nel 1579, fra le rovine di una casa bruciata. Secondo la tradizione, fu rinvenuta da una fanciulla di nome Matrona. A lei la Vergine Maria era apparsa ripetutamente per indicare il luogo del ritrovamento. Oggetto di devozione popolare e considerata prodigiosa, l’icona fu poi portata da Kazan a Mosca». Così ha concluso il presidente di Kalabria Experience e della pro loco di Brancaleone, nonché fondato della comunità armena di Calabria, Carmine Verduci.
Affinità “poetiche” nel segno di Yeghishe Charents
«La politica editoriale perseguita nei 20 anni di storia da Leonida Edizioni è stata segnata dall’apertura verso altri popoli e altre culture. In particolare abbiamo instaurato negli anni scorsi fruttuosi rapporti con due paesi del territorio caucasico: la Georgia e l’Armenia. Due paesi distanti dal nostro solo dal punto di vista geografico perché, invece, molto vicini per affinità culturali.
Questo rapporto di collaborazione si è sviluppato attraverso la pubblicazione in lingua italiana dei libri di autorevoli rappresentanti del mondo della cultura di quei paesi. Tra questi il poeta armeno Yeghishe Charents. Per primi in Italia abbiamo pubblicato in lingua italiana la sua opera in tre volumi». È quanto ha spiegato il direttore editoriale Domenico Polito, in occasione del recente ventenalle della casa editrice Leonida.